Ancora una buona notizia, la svolta di Aifa sulla Nota 100 consente la prescrizione semplificata SGLT2 DPP4 (ertugliflozin e sitagliptin). Si semplifica così l’accesso alle cure per oltre un milione di pazienti
Per milioni di italiani che convivono con il diabete di tipo 2, l’accesso alle terapie più innovative è stato a lungo gravato dagli effetti della burocrazia e da limitazioni prescrittive che rallentavano o ostacolavano l’efficacia del percorso di cura. Ma dal 19 luglio scorso qualcosa è cambiato. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha aggiornato la Nota 100, aprendo una nuova fase che riconosce centralità al Medico di Medicina Generale e semplifica drasticamente l’accesso ai farmaci di ultima generazione.
La revisione della Nota 100 da parte di Aifa segna dunque un passaggio storico per la gestione del diabete di tipo 2 a livello del territorio. L’aggiornamento estende la prescrivibilità delle associazioni fisse o estemporanee di farmaci delle classi oggetto della Nota 100 ai Medici di Medicina Generale (MMG) e agli specialisti autorizzati del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), eliminando per i soli inibitori SGLT2 e DPP4, da soli o in associazione, la scheda prescrittiva. Una semplificazione che, secondo le stime, potrà agevolare oltre un milione di pazienti italiani seguiti quasi esclusivamente dal medico di famiglia. Questo significa accessibilità, meno attese e maggiore aderenza alle cure, con risvolti positivi anche sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale.
Tra le terapie che rientrano nell’estensione, si segnala qui l’associazione orale di ertugliflozin (inibitore SGLT2) e sitagliptin (inibitore DPP4), sviluppata da MSD: una combinazione farmacologica innovativa che offre controllo glico-metabolico efficace, basso rischio di ipoglicemia, e protezione cardio-renale, tre leve fondamentali per migliorare la qualità di vita dei pazienti diabetici.
«Fornire soluzioni terapeutiche innovative ed efficaci e garantire che esse arrivino rapidamente a tutti i pazienti che ne hanno bisogno è la direzione nella quale crediamo in MSD», ha scritto Nicoletta Luppi, di MSD Italia. «L’estensione della prescrivibilità della combinazione ertugliflozin-sitagliptin da parte dei medici di medicina generale e degli specialisti del Servizio sanitario nazionale diversi dal diabetologo rappresenta una straordinaria opportunità per una gestione più integrata della malattia e per una riduzione dei tempi di accesso alle terapie». Si vede bene come il cambiamento possa contribuire ad alleviare il pesante impatto economico-sanitario del diabete sul sistema.
Del resto, i numeri parlano chiaro. In Italia, oltre il 90% dei casi diagnosticati di diabete riguarda la forma di tipo 2, una patologia cronica multifattoriale in costante aumento. La complessità del trattamento e gli unmet need clinici e organizzativi rendono cruciale il ruolo del medico di medicina generale, che nel nuovo assetto diventa sempre più protagonista della presa in carico del paziente.
«La Nota 100 ha l’obiettivo di definire, in base alle evidenze disponibili, i criteri di prescrivibilità e di rimborsabilità da parte del SSN», ha scritto da parte sua Silvestro Scotti, Segretario Nazionale FIMMG – Federazione Italiana Medici di Famiglia. «È un documento di indirizzo che consente di individuare la scelta terapeutica più appropriata per il singolo paziente, in rapporto al quadro clinico e ai fattori di rischio». Scotti sottolinea come l’aggiornamento rappresenti l’inizio di una semplificazione burocratica richiesta da anni: «La possibilità di prescrivere l’associazione ertugliflozin-sitagliptin direttamente dal MMG semplifica il trattamento, migliora la compliance del paziente, e contribuisce a ridurre il rischio cardiovascolare. È una buona notizia per i tantissimi pazienti che, per ragioni logistiche o cliniche, sono seguiti esclusivamente dal proprio medico di famiglia».
La misura, dunque, non è solo una questione tecnica o normativa. È un atto che riconosce il diritto alla cura come valore concreto, e restituisce fiducia alla medicina territoriale come pilastro di una sanità moderna e inclusiva. Un passo avanti che, se accompagnato da formazione, aggiornamento e condivisione delle evidenze scientifiche, potrebbe aprire nuovi scenari anche per la gestione di altre patologie croniche.