Firmata la preintesa preliminare per il contratto 2022-2024 del Comparto Sanità. Quest’ultimo da un lato muove le acque stagnanti dei contratti dei camici bianchi ma dall’altro spinge a reclamare un’accelerazione tutto il fronte della dirigenza medica. Un passo avanti che comunque vede il ministro della Salute Orazio Schillaci fare dichiarazioni ottimistiche: “La firma della preintesa del contratto è una buona notizia per i lavoratori che aspettavano da tempo la conclusione delle trattative e che, finalmente, potranno beneficiare non solo degli incrementi salariali ma anche delle nuove tutele previste dal contratto. Il Governo ha già garantito le risorse necessarie per il rinnovo 2025-2027 e mi auguro si proceda speditamente nell’esclusivo interesse dei lavoratori”.
Anche Silvestro Scotti (Fimmg) parla di «Positivi i passi in avanti per il comparto, ma non si lasci indietro la convenzionata” reclamando subito atti di indirizzo chiari che sia al passo con gli anni futuri e non quelli passati.
«Apprezziamo le parole del presidente dell’Aran, che in occasione della firma del contratto del comparto si è detto pronto ad avviare al più presto le trattative per la dirigenza medica – ha aggiunto Scotti – ma è discutibile e preoccupante il silenzio che circonda la Conferenza delle Regioni e il Comitato di Settore in merito alla convenzionata».
Il leader Fimmg rivolge un richiamo diretto al presidente della Conferenza stato Regioni Fedriga affinché attivi le procedure necessarie per l’invio degli atti di indirizzo riguardanti il personale convenzionato. “Vale la pena ricordare che si tratta del contratto 2022-2024; pertanto, anche nell’ipotesi di firma entro fine anno, si siglerà ancora una volta un accordo riferito al passato, con tutte le conseguenze del caso», sottolinea Scotti con disappunto. Definire contratti per anni già trascorsi, infatti, obbliga sia la parte pubblica sia quella sindacale a fare riferimento alle normative vigenti nel periodo considerato. Da qui l’invito di Scotti – rivolto al presidente Fedriga, al presidente del Comitato di Settore Marco Alparone e al Ministero della Salute quale soggetto vigilante – a dare un impulso immediato al percorso che dovrà portare alla definizione degli atti di indirizzo e, si spera, alla firma nel più breve tempo possibile. Forte è anche il richiamo alla Struttura Interregionale sanitari convenzionati (SISAC), rimasta finora silente e per nulla proattiva. «A latere di tutte le discussioni teoriche e delle speculazioni giornalistiche sulle possibili riforme – afferma Scotti – la vera riforma della medicina generale si realizza attraverso il contratto convenzionato e atti di indirizzo chiari, impostati sull’evoluzione del sistema territoriale. Un cambiamento che risponda ai bisogni di salute dei cittadini sarà possibile solo se i contratti saranno definiti guardando al futuro e non più al passato». Intanto, è già convocato per il 19 luglio il Consiglio Nazionale della Fimmg, che servirà ad aprire un confronto anche con gli altri sindacati della medicina convenzionata. «Entro quella data ci aspettiamo di aver ricevuto delle risposte; diversamente, come è ovvio, non resteremo fermi ad attendere senza comprendere quali siano le prospettive della medicina generale». Ritardi e silenzi, sottolinea la Fimmg, non fanno che peggiorare una situazione già complessa che, come testimonia la fuga dal corso di formazione, denota una marcata disaffezione dei giovani medici nei confronti della medicina generale. «Questa perenne incertezza – conclude Scotti – non fa che aggravare il problema. Si chiede alla medicina generale di far fronte ai bisogni di salute previsti dal Servizio sanitario nazionale con contratti fermi al 2021, senza tener conto dell’inflazione e senza mettere sul tavolo strumenti di defiscalizzazione o di decontribuzione».