Solo il 23% degli italiani si definisce molto proattivo verso la prevenzione, sostenendo di impegnarsi regolarmente per uno stile di vita sano e sottoporsi a controlli medici periodici. È quanto emerso dalla 19esima edizione del Forum Meridiano Sanità ‘Health for all Policies: verso una nuova visione strategica del sistema sanitario per la crescita del Paese’ che si è tenuto a Roma.
Poco avvezzi alla prevenzione, insomma: gli italiani che fanno prevenzione sono infatti solo una piccola parte. Lo ha evidenziato a chiare lettere la survey realizzata da Meridiano Sanità con Swg, che ha avuto come oggetto proprio le opinioni e i comportamenti degli italiani nei confronti della prevenzione. Le ragioni di una limitata propensione alla prevezione sono: le barriere economiche tra i senior, il timore di fare scoperte negative in fase di controllo, il senso di benessere percepito, mancanza di tempo, soprattutto tra i giovani.
STILI DI VITA E PARTECIPAZIONE ALLE CAMPAGNE VACCINALI
Per quanto riguarda gli stili di vita, il 18% dichiara di non presentare alcun fattore di rischio tra consumo di alcol e tabacco, dieta non equilibrata e sedentarietà, con percentuali che aumentano tra i laureati e tra quanti abitano nelle grandi città. Un altro 18%, invece, presenta almeno 3 fattori di rischio, con valori più elevati tra la Gen Z, gli abitanti di Isole e nord-est e gli abitanti dei piccoli centri.
Sul versante screening, il 30% dei cittadini di età compresa tra 50 e 70 anni ha dichiarato di non aver mai eseguito lo screening del colon-retto, percentuali che scendono al 15% per la cervice uterina nelle donne di 25-64 anni e al 13% per la mammografia nelle donne di 50-69 anni. Altro dato preoccupante: circa il 40% dei cittadini non esegua gli screening oncologici da più di 1 anno.
Per quanto riguarda la vaccinazione, si registra un’adesione alla vaccinazione anti-pneumococco, anti-Herpes Zoster e anti-Hpv, con un particolare incremento tra le donne, mentre tra i giovani emerge una generale e crescente apertura nei confronti della vaccinazione. La percentuale di adesione si aggira intorno al 50%. La mancanza di comunicazione è la vera causa tra coloro che mostrano atteggiamenti meno propensi alla vaccinazione, tanto che, secondo la survey, 1 italiano su 4 potrebbe avvicinarsi a queste vaccinazioni grazie a una maggiore informazione.
La qualità delle informazioni relative alla prevenzione viene percepita come scarsa, contraddittoria e confusa da quasi l’80% degli intervistati, che denunciano una carenza di dati e notizie adeguate: solo i neo-genitori e coloro che godono di una migliore salute esprimono giudizi più positivi.
LA PREVENZIONE VISTA DAI BOOMERS E DAI GIOVANI
Secondo i Boomers – che apprezzano le campagne istituzionali frequenti – per migliorare la comunicazione sulla salute servirebbe il contatto diretto con il medico o il farmacista, mentre i giovani danno maggiore importanza alla sensibilizzazione attraverso eventi in presenza. Nella comunicazione il tono di voce e lo stile comunicativo devono essere semplici e chiari e provenire da professionisti, mentre tra i giovani, l’aspetto visivo della comunicazione è particolarmente rilevante.