Ordine professioni sanitarie Tsrm Pstrp: servono più tecnici della prevenzione
“E’ un inaccettabile bollettino di guerra quello delle morti sul lavoro in Italia, che andrebbe affrontato con concretezza, ascolto e strumenti adeguati, a partire dal potenziamento dei controlli nei cantieri e nelle aziende ma non con profili inappropriati bensì attraverso le principali figure preposte, come i tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro”. Così Franco Ascolese presidente dell’Ordine interprovinciale di Napoli Avellino, Benevento e Caserta delle 18 professioni sanitarie dei tecnici sanitari e della riabilitazione e prevenzione e Cosimo De Marco, presidente della Commissione D’Albo dei tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro in merito alla tragica notizia dei tre operai morti a Napoli cadendo da un montacarichi in un cantiere a via San Giacomo dei Capri. L’incidente si è verificato alle 9.40.
Secondo quanto si apprende, si trovavano su un montacarichi con cestello della ditta per cui lavoravano ed erano impegnati nel rifacimento del tetto di uno stabile di sei piani, al quartiere Vomero. “Siamo vicini alle famiglie e partecipiamo al loro dolore – comtinuano Ascolese e De Marco – siamo pronti come Ordine – a promuovere una mobilitazione per accendere i fari su questo irrisolto problema che sparge dolore irreparabile in tante famiglie”.
Dito puntato dunque sulla carenza dei tecnici della prevenzione.
“Carenza che si riverbera su osservanza di norme di sicurezza -aggiungono Ascolese e De Marco – solo in Campania i Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro in organico nelle Asl, professione specializzata e deputata ad assicurare le attività di Vigilanza ed Ispezione nelle aziende del tessuto economico del territorio per la tutela della salute dei lavoratori, coprono meno del 50% del fabbisogno previsto dalle norme vigenti. Ciò si riverbera sulla possibilità di incidere sull’osservanza delle norme in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori e di agire per tempo sulla leva della prevenzione per scongiurare fenomeni infortunistici o che vi siano vittime di cui si tanto si parla ma su cui poco si fa. Questo grave problema si inserisce in un contesto nazionale altrettanto allarmante anche se meno profondo che in Campania in termini di carenze di personale che comporta una impossibilità funzionale ad effettuare le attività ispettive e di controllo periodiche presso le imprese presenti sul territorio”. In Italia ci sono 2108 professionisti tecnico-sanitari deputati alla funzione ispettiva nei luoghi di lavoro, di cui 315 in Campania (32 nella Asl di Avellino, 52 a Caserta, 17 alla Asl di Benevento, 75 nella Napoli 3 sud, 55 alla Napoli 2 nord e 84 a Napoli centro). Di questi solo il 15%, molto residuale, si occupa di sicurezza sul lavoro. “Un numero molto basso – ribadisce Cosimo De Marco – che non permette un controllo efficace delle imprese sul territorio. Per garantire una copertura adeguata servirebbero almeno 300 professionisti in più o anche 400 se volessimo rispettare gli standard europei, da spedire ogni giorno a controllare cantieri, impianti, laboratori, allevamenti e capannoni di logistica dove anche per queste carenze si consumano tragedie in termini di morti sul lavoro, infortuni, malattie professionali paralizzando la capacità del sistema di garantire vigilanza e sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Senza un investimento strutturale e duraturo sul personale, la sicurezza sul lavoro rischia dunque di restare solo un principio scritto sulla carta o declamato nei convegni. La richiesta dunque è di finalizzare fondi vincolati dedicati alla prevenzione.
Secondo quanto si apprende, si trovavano su un montacarichi con cestello della ditta per cui lavoravano ed erano impegnati nel rifacimento del tetto di uno stabile di sei piani, al quartiere Vomero. Il montacarichi si è quindi ribaltato, secondi i primi accertamenti, per un cedimento strutturale e i tre sono precipitati nel vuoto da circa venti metri di altezza.
La loro morte è stata accertata dal personale del 118, giunto sul posto insieme alla Polizia di Stato e ai primi soccorritori. Le tre vittime, da quello che al momento si è appreso, sarebbero tutti cinquantenni e di nazionalità italiana.
La dinamica
I tre operai si trovavano su un montacarichi con cestello della ditta per cui lavoravano ed erano impegnati nel rifacimento del tetto di uno stabile di sei piani, al quartiere Vomero. Il montacarichi si è quindi ribaltato, secondi i primi accertamenti per un cedimento strutturale e i tre sono precipitati nel vuoto da circa venti metri di altezza. La morte dei tre operai è stata accertata dal personale del 118, giunto sul posto insieme alla Polizia di Stato e ai primi soccorritori.
La tragedia sarebbe riconducibile, in particolare, al cedimento della parte alta di una delle due colonne a cui è agganciato il pianale su cui si trovavano i tre operai che sono poi precipitati.
L’attenzione della Procura di Napoli si sta concentrando sull’ipotesi che la parte alta della colonna a cui era agganciato il cestello forse non ha retto al peso eccessivo, costituito dai tre operai e da un rotolo di bitume. Il procuratore aggiunto Antonio Ricci e il sostituto Stella Castaldo hanno eseguito un sopralluogo sul luogo della tragedia.
Gli inquirenti analizzeranno i dati tecnici del cestello e dell’intera struttura a cui era collegato, per verificare se, effettivamente, era in grado di sopportare quel carico. I magistrati della sesta sezione “Lavoro e Colpe professionali” hanno chiesto la documentazione e attendono di avere un quadro più completo prima di effettuare eventuali iscrizioni nel registro degli indagati e ipotizzare reati da contestare.
Manfredi: ‘Serve più sicurezza. Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario e doveroso’
“È un giorno di dolore. Tre operai hanno perso la vita nel crollo di un cestello in una palazzina privata al Vomero. Voglio esprimere profonda vicinanza mia, dell’Amministrazione comunale e di tutta Napoli alle famiglie colpite da questa ennesima strage silenziosa”. Lo scrive sui social il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi.
“Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci. Al mondo dell’impresa, a tutte le istituzioni e alle organizzazioni sindacali ribadisco l’impegno concreto per fermare le morti sul lavoro. Servono più sicurezza, più controlli e più formazione – sottolinea – Siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario e doveroso”.
Il cardinale di Napoli: ‘Basta morti sul lavoro, è inaccettabile’
“Questo terribile evento non deve essere solo motivo di dolore, ma anche di indignazione e di coraggio per dire ‘basta’! Perché è inaccettabile morire non ‘sul’ lavoro, ma ‘di’ lavoro. È inaccettabile uscire di casa al mattino per guadagnarsi il pane e non fare ritorno. Il lavoro non può diventare una condanna, un pericolo, un rischio mortale. E che nessuno le chiami più morti bianche, perché sporcano le nostre coscienze”. Lo ha detto il cardinale di Napoli, monsignor Domenico Battaglia.
Filca-Cisl, supporto a famiglie, ‘come sempre ci costituiremo parte civile’
“La terribile tragedia di questa mattina avvenuta nel quartiere Vomero di Napoli ci lascia sgomenti e attoniti. Ci sono tre famiglie che non vedranno più tornare a casa i propri cari, morti mentre erano al lavoro in un cantiere. È un dolore grandissimo, tutta la Filca è vicina ai familiari delle tre vittime e ai loro colleghi”. Lo sostengono Ottavio De Luca, segretario generale aggiunto della Filca-Cisl nazionale, e Massimo Sannino, segretario generale della Filca-Cisl Campania. “La Filca, come avvenuto anche per altri incidenti mortali sul lavoro, si costituirà parte civile e assicura sin da ora il completo supporto alle famiglie degli edili deceduti”, annunciano.