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Tumore del colon-retto, in Italia una nuova opzione terapeutica per la forma metastatica

Tumore del colon-retto, parliamo di una delle neoplasie più diffuse a livello globale. Rappresenta circa il dieci per cento di tutti i tumori diagnosticati nel mondo, collocandosi al terzo posto per incidenza dopo il tumore della mammella e quello del polmone. In Italia, l’anno scorso, sono state stimate oltre 48mila nuove diagnosi e più di 442mila persone convivono con una diagnosi di carcinoma del colon-retto.

Questa patologia colpisce uomini e donne, con una maggiore incidenza tra i sessanta e i settantacinque anni. La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la prognosi e aumentare le possibilità di cura. Gli strumenti di screening, come il test del sangue occulto nelle feci e la colonscopia, permettono di individuare lesioni precancerose o tumori in fase iniziale. La familiarità gioca un ruolo importante: chi ha parenti di primo grado affetti da questa malattia dovrebbe iniziare i controlli prima dei cinquant’anni.

Anche gli stili di vita incidono significativamente sul rischio di sviluppare la malattia. Una dieta ricca di fibre e povera di carni rosse e lavorate, l’attività fisica regolare, l’astensione dal fumo e il consumo moderato di alcol sono tutti fattori protettivi. Tuttavia, nonostante la prevenzione, una parte dei pazienti riceve la diagnosi quando la malattia è già in fase avanzata e ha dato origine a metastasi.

Nei casi localizzati, la chirurgia digestiva rappresenta il trattamento principale, spesso associata a chemioterapia adiuvante. Quando il tumore è metastatico, la chirurgia curativa è raramente praticabile. In questi casi, le terapie sistemiche hanno l’obiettivo di prolungare la sopravvivenza, rallentare la progressione della malattia e preservare la qualità della vita.

In questo contesto, arriva una notizia interessante. Fruquintinib, una nuova molecola sviluppata da Takeda, è ora erogabile dal Servizio Sanitario Nazionale, l’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato la rimborsabilità con la determina pubblicata in Gazzetta Ufficiale. La notizia è stata data a Milano in conferenza stampa (foto sotto).

Fruquintinib è un inibitore orale delle tirosin-chinasi, altamente selettivo per i tre recettori VEGF uno, due e tre. Agisce bloccando l’angiogenesi, cioè la formazione di nuovi vasi sanguigni che alimentano la crescita tumorale e la diffusione metastatica. È indicato in monoterapia per pazienti adulti con carcinoma del colon-retto metastatico che sono stati precedentemente trattati con tutte le terapie standard disponibili, comprese le chemioterapie a base di fluoropirimidina, oxaliplatino e irinotecan, agenti anti-VEGF e anti-EGFR, e che hanno manifestato progressione o intolleranza al trattamento con trifluridina-tipiracil o con regorafenib.

Filippo Pietrantonio, Direttore della Struttura Semplice di Oncologia Medica Gastroenterologia presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha spiegato che il cancro del colon-retto allo stadio quarto metastatico è la forma più avanzata della malattia, con una sopravvivenza a cinque anni inferiore al venti per cento. La maggior parte dei pazienti in questa fase non è candidabile a un intervento chirurgico con finalità curativa. In questi casi, l’obiettivo delle terapie è estendere la sopravvivenza, rallentare la progressione della malattia e la formazione di nuove metastasi, preservando la qualità della vita.

Sara Lonardi, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia uno e del Dipartimento di Oncologia Medica presso l’Istituto Oncologico Veneto IOV IRCCS di Padova, ha sottolineato che fruquintinib è un farmaco orale indicato per tutti i pazienti, indipendentemente dallo stato mutazionale. Nello studio internazionale di fase tre FRESCO due, fruquintinib ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale e della sopravvivenza libera da malattia rispetto al placebo. A questi dati di efficacia si associa anche un buon profilo di sicurezza e una buona qualità della vita. Questo significa avere oggi una nuova opzione per i pazienti in fase avanzata di malattia.

Convivere con una malattia tumorale in fase metastatica comporta un importante carico fisico e psicologico. Stefania Gori, Presidente della Rete Oncologica Pazienti Italia, ha evidenziato che la malattia provoca uno sconvolgimento emotivo, fisico e psichico nei pazienti. È quindi fondamentale prevedere un approccio integrato alla cura, attraverso la multidisciplinarietà, che consenta di prendere decisioni terapeutiche adeguate al singolo paziente. Questo approccio può includere trattamenti loco-regionali anche nelle forme metastatiche e valutare l’arruolamento in studi clinici con farmaci innovativi non ancora disponibili nella pratica clinica. Ogni paziente con carcinoma del colon-retto metastatico desidera vivere il più a lungo possibile una vita degna di essere vissuta.

Takeda concentra i propri sforzi di ricerca e sviluppo su quattro aree terapeutiche principali, tra cui da oltre dieci anni i tumori solidi e del sangue. L’ingresso nell’area del tumore del colon-retto rappresenta un ulteriore passo in questa direzione. Stefano Sommella, Oncology Country Head di Takeda Italia, ha dichiarato che con fruquintinib l’azienda rafforza il proprio impegno in oncologia, portando ai pazienti con tumore metastatico del colon-retto un’innovazione concreta che risponde a bisogni clinici ancora insoddisfatti e contribuisce ad ampliare le opzioni terapeutiche nella malattia più avanzata.

L’approvazione e la rimborsabilità di fruquintinib segnano un momento importante nella lotta contro il carcinoma del colon-retto metastatico. Dopo quasi un decennio senza significative innovazioni terapeutiche, questa nuova opzione rappresenta una concreta speranza per i pazienti e per la comunità scientifica.

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