Essere anziani non significa essere necessariamente malati. È noto a tutti che con l’età cambia il metabolismo, ma cambiano anche tanti altri parametri dello “star bene” e non necessariamente bisogna curarsi con tanti farmaci.
Iniziamo dal problema dell’usura … eh sì perché la nostra pelle, e lo vediamo dalle rughe, i muscoli, e lo sentiamo al risveglio tutte le mattine, le nostre ossa (cra, cra, cra) che, diciamo così, non sono proprio appena ritirati in negozio. Essere anziani significa rendersi conto che la nostra dotazione di organi potrebbe essere un tantino usurata!
Per non parlare del nostro aspetto, dell’immagine che ci rimanda lo specchio, non sembriamo più noi e non abbiamo alcuna speranza, proprio nessuna speranza, di rientrare nelle vecchie taglie d’abito. Anziani non significa però non riuscire a capirlo!
La memoria, questa sconosciuta, ci fa dimenticare cosa abbiamo mangiato ieri, ma anche di non avere memoria; se abbiamo o non abbiamo preso la pastiglia per la pressione, e dicono che l’aderenza terapeutica per l’anziano è un problema …. Ma cosa stavamo dicendo?!
Gli anziani, che diciamo così sono ormai in prima linea per migrare in altri lidi, hanno una prospettiva di futuro leggermente più corta, ma continuano a dire “da domani” come se da domani si potesse sempre ricominciare da capo con nuovi e migliori propositi di vita.
Se sei anziano e vogliono farti un complimento ti dicono che sei diversamente giovane, ma diversamente da chi? Dagli oltre 14 milioni di altri anziani over 65 che ci sono in Italia, quasi il 23% della popolazione?
Gli anziani sono di salute fragile, i più sterminati dal Covid, e sono spesso malati cronici. Gli anziani assumono per definizione più farmaci della media della popolazione, ma allora volete farci il favore di farli per noi questi farmaci?!
Il Professor Bruno Finzi, Primario emerito di geriatria e Presidente Onorario della SIMOG, Società italiana medici e operatori geriatrici, ha delineato una sorta di decalogo … paziente Anziano “istruzioni per l’uso”
- Sperimentare i farmaci, sia a livello animale che a livello umano anche in soggetti anziani
- Maggiore completezza nelle schede tecniche dei vari farmaci sia sulle dosi che sulle controindicazioni per gli anziani, sottolineando anche le possibili interazioni con altri medicinali di largo consumo.
- Rendere le confezioni più idonee all’uso da parte dell’anziano: facilità di apertura, scrittura più leggibile, differenziare le scatole secondo le indicazioni e non secondo le case produttrici.
- Adottare il nome generico uguale per tutte le specialità contenenti lo stesso principio.
- Limitare il più possibile le associazioni non basate su veri vantaggi terapeutici.
- Potenziare la ricerca sulle vie di somministrazione e sulle preparazioni farmaceutiche più adatte e più accette agli anziani: forma e volume delle compresse e delle capsule, sapore degli sciroppi.
- Diffondere l’uso di contenitori adatti a suddividere i farmaci secondo l’orario di somministrazione.
- Prescrivere pochi farmaci e semplici da somministrare
- Approfondire sempre accuratamente le notizie, da assumere dal paziente ma più spesso dai famigliari, di intolleranze già note.
- Evitare terapie farmacologiche inutili ed esami radiologici con mezzi di contrasto non sempre ben tollerati.