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Piano nazionale cronicità, via libera dalla Conferenza Stato Regioni

Endometriosi, epilessia e obesità entrano nell’elenco. I fondi sono contingentati in un’ottica isorisorse. Sollecitata la definizione di criteri precisi per l’inclusione delle patologie

La gestione delle malattie croniche rappresenta una delle partite più complesse e urgenti che il sistema sanitario deve giocare. Con circa il 40% della popolazione coinvolta (in misura preponderante sono anziani) la cronicità non è più un tema marginale. Dopo nove anni di gestazione, il Piano Nazionale Cronicità (PNC) è stato finalmente aggiornato e ha ottenuto semaforo verde dalla Conferenza Stato-Regioni. Una svolta attesa, che introduce tre nuove patologie nel suo perimetro: endometriosi, epilessie, obesità. Un riconoscimento che riguarda oltre 10 milioni di cittadini e che apre nuove prospettive di presa in carico. Ma il piano, che pure va considerato un passo avanti importante, deve fare i conti con gli ostacoli strutturali: niente risorse economiche aggiuntive, dovranno essere sostanzialmente definiti i criteri per l’inclusione nelle liste, permangono limiti normativi nella gestione dei dati sanitari.

Dal piano delle cronicità tutti si attendono un sacco di cose: continuità assistenziale, percorsi multidisciplinari, integrazione tra servizi sanitari e sociali, rafforzamento della sanità digitale, modernizzazione delle procedure. Centrale, in questo senso, dovrà essere il ruolo delle Case della Salute, strutture territoriali deputate a fornire assistenza continuativa e a ridurre i ricoveri ospedalieri evitabili. Per l’obesità, si prevedono programmi di educazione alimentare; per l’epilessia l’impiego di tecnologie indossabili per il monitoraggio delle crisi; per l’endometriosi l’istituzione di centri di riferimento regionali dedicati.

“Di particolare rilievo è il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica, un passo decisivo verso il superamento di stigma e sottovalutazione, e la piena inclusione di 6 milioni di cittadini italiani in percorsi di prevenzione, cura e gestione continuativa”, ha commentato Roberto Pella, capogruppo di Forza Italia in commissione Bilancio e primo firmatario della legge che porta il suo nome e che riconosce per la prima volta l’obesità come malattia. “Resta da raggiungere l’obiettivo dell’inserimento dell’obesità nei Lea, per il quale assicuro il massimo impegno. Il 2026 auspichiamo sarà l’anno del riconoscimento nei livelli essenziali di assistenza”.

Le Regioni hanno salutato con favore l’aggiornamento del piano, ma al tempo stesso segnalano quelle che considerano criticità. “Il Piano è isorisorse e non assicura una copertura finanziaria”, si è detto dai banchi della Conferenza, sottolineando la necessità di una ricognizione dei costi prevedibili. Inoltre, si lamenta l’assenza di criteri chiari per l’inserimento delle patologie: “Non si capisce come altre patologie importanti — come ad esempio la psoriasi — possano in futuro essere ricomprese tra le cronicità”. Le risorse provengono dal Fondo sanitario nazionale, con ulteriori investimenti della Missione 6 del PNRR (assistenza domiciliare e telemedicina). Si riorganizzano in questo modo, su scala nazionale, le attività di prevenzione, diagnosi e cura delle patologie croniche. Al centro della strategia si colloca il “Patto di Cura”, un modello che ribalta la logica tradizionale dell’assistenza, coinvolgendo attivamente pazienti e caregiver. L’obiettivo è promuovere l’autogestione, l’acquisizione di competenze e l’adozione di stili di vita salutari, trasformando il paziente da destinatario passivo a protagonista consapevole del percorso di salute. Un elemento cardine del piano è la creazione di una Cabina di Regia Nazionale. Questo organismo avrà il compito di garantire l’integrazione tra risorse e servizi, favorendo l’uniformità delle pratiche su tutto il territorio e contrastando le disuguaglianze ancora evidenti tra Nord e Sud Italia.

I programmi si prefiggono di rafforzare la tutela assistenziale e l’integrazione sociosanitaria, puntando con decisione su strumenti come la telemedicina, il fascicolo sanitario elettronico e il monitoraggio remoto, soprattutto nelle aree periferiche. In questo contesto, le farmacie territoriali assumono un ruolo strategico, diventando presidi di prossimità per il monitoraggio delle terapie, la prevenzione delle complicanze, la somministrazione di vaccini, il controllo della pressione arteriosa e via dicendo.

Le esperienze regionali offrono già esempi virtuosi di applicazione del modello di gestione delle cronicità. In Toscana, il sistema di teleassistenza per anziani fragili ha dimostrato come l’innovazione possa ridurre i ricoveri ospedalieri. L’Emilia-Romagna ha adottato il Chronic Care Model (CCM), con team multidisciplinari dedicati a patologie come il diabete, ottenendo miglioramenti significativi nella gestione delle complicanze. In Lombardia, il progetto “Cure integrate per gli anziani” ha avviato percorsi personalizzati tra ospedali, medici di base e servizi sociali, consolidando un modello di assistenza territoriale sostenibile. Un’attenzione particolare è riservata alla prevenzione e alla promozione di stili di vita sani. Il Piano lancia campagne che invitano alla pratica dell’attività fisica, e programmi scolastici per prevenire l’obesità tra i giovani attraverso laboratori e coinvolgimento delle famiglie. Strumenti digitali e app dedicate permettono di monitorare peso e scelte dietetiche, favorendo un approccio integrato alla prevenzione.

Un nodo riguarda la normativa sulla tutela dei dati personali, che attualmente ostacola lo sviluppo e l’utilizzo dei modelli di ricognizione del rischio, fondamentali per una gestione efficace dei pazienti cronici. Cittadinanzattiva, da parte sua, esprime un giudizio positivo sull’inclusione delle nuove patologie, ma sollecita maggiore sincronia tra piani e risorse. “Dal momento dell’approdo del piano sulle cronicità alla sua approvazione in Conferenza Stato-Regioni è trascorso oltre un anno, e i Lea appena approvati non potranno tenere conto delle tre patologie qui inserite”, ha dichiarato Anna Lisa Mandorino, segretario generale dell’organizzazione. “Per questo ci auguriamo che d’ora in avanti si proceda ad aggiornamenti tempestivi e sincroni, affinché quanto indicato dai Piani sia reso esigibile attraverso il contestuale inserimento nei Lea”. La richiesta è ineccepibile: garantire la presa in carico delle persone affette da obesità, endometriosi ed epilessia attraverso un nuovo aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza, nei tempi previsti. Solo così il piano potrà concretizzarsi. Un riconoscimento alle tre patologie croniche è un segnale importante, ma senza risorse dedicate, criteri trasparenti e strumenti operativi adeguati, il rischio è che il piano resti in buona parte sulla carta. La scommessa ora è tradurre le buone intenzioni in azioni, affinché la cronicità non sia solo un’etichetta.

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