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Alzheimer e disturbo cognitivo, in Lombardia i casi sono 190.000

A Brescia la seconda tappa di una Road Map multiregionale, un confronto sulle traiettorie da esplorare per affrontare le sfide: “Nuove prospettive per la ricerca e la cura”

Con 48 milioni di casi nel mondo, di cui 600.000 in Italia, l’Alzheimer si conferma una delle principali cause di disabilità, legata all’invecchiamento della popolazione. In questo contesto, Brescia ha ospitato la seconda tappa della Road Map multiregionale promossa da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Lilly e Project Way, un percorso che coinvolgerà sei regioni italiane, per discutere delle sfide e delle prospettive future nella gestione dei disturbi cognitivi.

In Lombardia si contano 190.000 persone affette da demenza, di cui 115.000 con Alzheimer, e 160.000 con un lieve declino cognitivo, soprattutto nelle province di Milano, Brescia e Bergamo. L’invecchiamento della popolazione fa prevedere un aumento dei casi, sottolineando l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. Come evidenziato dal professor Alessandro Padovani, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Brescia, un migliore controllo dei fattori di rischio e l’adozione di corretti stili di vita possono ridurre l’incidenza della malattia.

Il Vicepresidente della Regione Lombardia, Marco Alparone, ha ribadito l’importanza dell’innovazione tecnologica e delle terapie farmacologiche avanzate per rallentare il decorso della malattia. Alparone ha sottolineato la necessità di un intervento precoce e di un rafforzamento della rete territoriale per migliorare la qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.

Guido Bertolaso, Assessore alla Sanità della Regione Lombardia, ha annunciato nuove regole e finanziamenti nel piano sociosanitario regionale, con l’obiettivo di rendere omogenea l’assistenza sul territorio: “Non possiamo limitarci a studiare le problematiche, dobbiamo tradurre in pratica le idee emerse dai convegni”.

La Lombardia ha avviato una serie di interventi, tra cui il Piano Diagnostico-Terapeutico Assistenziale Regionale (PDTAR), deliberato nel 2023, che integra i Centri per Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) con le cure primarie e intermedie. Secondo Padovani, le traiettorie future prevedono l’implementazione della telemedicina e la creazione di un registro regionale per monitorare i nuovi casi e valutare terapie innovative.

Claudio Zanon, Direttore Scientifico di Motore Sanità, ha proposto l’istituzione di un tavolo permanente per il monitoraggio del PDTAR, auspicando un approccio multidisciplinare per gestire al meglio i pazienti con disturbi neurocognitivi.

Il convegno ha evidenziato la necessità di un impegno sinergico tra ricerca, sanità pubblica e servizi sociali. Le prospettive offerte dalla tecnologia, insieme alla diagnosi precoce e alla prevenzione, rappresentano le chiavi per affrontare la sfida crescente posta dalle malattie neurodegenerative, migliorando significativamente la vita dei pazienti e dei loro caregiver.

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