Moltissime sono le persone amanti dei felini che però si trovano a combattere contro l’allergia ai gatti.
Recenti indagini hanno evidenziato come un cittadino europeo su quattro sia affetto da allergie, cioè 80 milioni di persone in Europa.
In Italia, si stima che ci siano circa 10 milioni di persone con allergia, pari a più del 20% della popolazione.
Le allergie costituiscono la terza causa di malattia cronica dopo osteoporosi/artrite e l’ipertensione.
Una delle allergie più diffuse, quella verso determinati animali, però potrebbe aver trovato una soluzione farmacologica.
Infatti, secondo uno studio dell’Istituto di Sanità del Lussemburgo, in futuro una nuova immunoterapia potrà aiutare a sconfiggere l’allergia al gatto.
Per motivi ancora poco chiari, le allergie ai gatti sono più frequenti di quelle ai cani e tra le più frequenti in assoluto nei confronti degli animali.
Gli allergeni felini sono presenti in quantità diverse in tutte le razze.
L’antigene è presente soprattutto nella saliva, nelle ghiandole sebacee e nelle cellule cutanee, e l’animale lo distribuisce su tutto il pelo leccandosi.
Per tutti gli amanti dei felini che per allergie proprie o dei propri cari devono rinunciare al piacere della compagnia di animali potrebbero aver trovato una cura in alte dosi di una specifica molecola l’oligonucleotide Cpg, nel modulare con successo la risposta allergica del sistema immunitario al principale allergene del gatto (il Fel D1), inducendo così una reazione di promozione della tolleranza e annullando i principali segni distintivi dell’allergia ai gatti.
Una cura che non eliminerebbe quindi l’allergia stessa ma eviterebbe il presentarsi di tutti gli spiacevoli sintomi.
Questo genere di allergia può manifestarsi con disturbi come raffreddore, congiuntivite, forte asma. In singoli casi, la persona può avere persino una reazione di shock.
I graffi di gatti possono provocare irritazioni e gonfiori della pelle di natura allergica.
Anche se questa ricerca sembra essere molto promettente non se ne vedrà a breve un suo utilizzo sugli uomini poiché lo studio per ora è ancora in fase di sperimentazione sulle cavie.
Per maggiori informazioni sulla tosse cronica:
https://mondosanita.it/tosse-cronica-un-rebus-ai-tempi-del-covid-19/