La ricerca, ideata e coordinata da Michele Farisco, responsabile dell’Unità di Bioetica dell’Istituto arianese, è stata pubblicata sulla rivista specializzata ‘Clinical Kidney Journal’.
(Nella foto il team di ricercatori del Biogem di Ariano Irpino).
Il centro di ricerca Biogem di Ariano irpino in provincia di Avellino, guida uno studio internazionale sul rapporto tra declino cognitivo e disfunzione renale cronica. La ricerca, ideata e coordinata da Michele Farisco, responsabile dell’Unità di Bioetica dell’Istituto arianese, è stata pubblicata sulla rivista specializzata ad impact factor “Clinical Kidney Journal”.
Si tratta, in particolare, di un’indagine realizzata nell’ambito della rete internazionale Connect, che ha coinvolto 343 professionisti da 27 Paesi europei, impegnati nella diagnosi e cura di pazienti con disfunzione renale cronica. Il punto di partenza dello studio, al quale ha dato un contributo rilevante il direttore scientifico di Biogem, Giovambattista Capasso, è l’assenza di consenso internazionale in merito alla necessità e alla modalità di una valutazione psicologica preliminare (soprattutto cognitiva) dei candidati al trapianto di rene. ‘’Spesso – chiarisce Farisco – i singoli centri trapianti sono chiamati a decidere in merito, mentre le linee guida internazionali su questo punto non sono tra loro coerenti. Per tale ragione, abbiamo ritenuto necessario indagare le opinioni e la prassi degli operatori sanitari impegnati con tali pazienti’’.
I risultati dell’indagine mostrano che la maggioranza di questi professionisti ritiene che il declino cognitivo del paziente possa compromettere l’ammissione dei pazienti al trapianto, anche se alcuni dati, riferiti a determinati pazienti, attesterebbero un miglioramento delle stesse capacità cognitive successivamente al trapianto di rene identificando un corretto rapporto di causa ed effetto.
“Il nostro lavoro – sottolinea infine il ricercatore di Biogem – fa emergere l’urgenza di definire degli standard comuni per una valutazione complessa dei candidati al trapianto ma anche la necessità di continuare la ricerca sulla connessione causale tra disfunzione renale cronica e capacità cognitive, come quella sulla possibile reversibilità, seppur parziale, del declino cognitivo dopo il trapianto di rene”.
Il Biogem (Biologia e genetica molecolare) è una società consortile tra Enti pubblici di ricerca (CNR, Stazione Zoologica ‘Anton Dohrn’ di Napoli) e Università (Federico II di Napoli, Luigi Vanvitelli della Campania, Milano-Bicocca, Sannio, Foggia, Suor Orsola Benincasa di Napoli, Lumsa di Roma, Udine) e enti locali. Le attività di ricerca si articolano in vari laboratori (Genetica, Epigenetica, Staminalità e Rigenerazione Tissutale, Nefrologia, Oncologia Molecolare, Geni e Ambiente per lo studio di patologie indotte da fattori ambientali inquinanti) e si avvale di una facility per la realizzazione di modelli animali anche transgenici (murini e Zebrafish). Biogem dispone inoltre di uno strutturato laboratorio di Bioinformatica e di Biologia Computazionale.
Si tratta dell’Unico centro del Mezzogiorno abilitato alla sperimentazione regolatoria per studi di tossicità e biocompatibilità ed è a tal fine certificato dal Ministero della Salute per la conformità ai principi della Buona Pratica di Laboratorio (BPL). L’istituto è inoltre dotato di un laboratorio per la produzione di anticorpi monoclonali e proteine ricombinanti.
Biogem occupa una superficie complessiva di 33mila metri quadrati (di cui 8.200 coperti). Nell’area esterna, inizialmente spoglia di vegetazione arborea, sono stati impiantati oltre mille alberi di alto fusto, un oliveto di 800 piante di cui 380 secolari, e un giardino botanico, con numerose piante officinali e un ‘percorso sensoriale’ di 1.600 metri quadrati. Nonostante il considerevole incremento degli spazi serviti, Biogem, grazie all’utilizzo di fonti rinnovabili e a interventi di coibentazione, ha più che dimezzato la spesa energetica negli ultimi dieci anni.
Fra le iniziative formative di Biogem si segnala il Programma University Industry Internship Program (UIIP), consistente in programmi di inserimento aziendale per laureati, finanziati da imprese che ne commissionano il profilo. Tali percorsi, incentrati sulle tematiche connesse al Digital (es. ERP/SAP, strumenti di Analytics, Digital Web ecc.) sono realizzati da un team Biogem, che si avvale di docenti specificamente reclutati, provenienti sia dal mondo accademico e della ricerca, sia da quello delle professioni. Nel corso degli ultimi anni del Programma UIIP sono stati formati e avviati al lavoro circa 3.800 allievi e sono state coinvolte oltre 60 aziende di primaria importanza, come Accenture, Deloitte, Reply, BGP Consulting ecc. Il placement medio al termine della fase di training d’aula è del 98%, con il 100% nella gran parte delle ultime edizioni.
Nei laboratori di Biogem vengono realizzati progetti di dottorato, in collaborazione con varie università campane e nazionali, su tematiche di grande attualità nell’ambito della ricerca scientifica. Attualmente ne sono in corso una ventina.
Biogem può inoltre contare su un’attività seminariale, svolta da docenti interni ed esterni, e spalmata lungo tutto l’anno. Nell’ambito della diffusione della cultura scientifica, mission consolidata dell’Istituto, rilevante è il Museo di Storia della Terra e della Vita Biogeo, realizzato in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e caratterizzato da un ampio ricorso a tecnologie multimediali. Sempre sul fronte dell’alta divulgazione, Biogem organizza ogni anno, agli inizi di settembre, il meeting ‘Le Due Culture’, ispirato al saggio omonimo di Charles Percy Snow, alla ricerca di un nuovo paradigma culturale, in grado di superare la storica dicotomia tra scienze umane e scienze esatte. La rassegna, animata in tutte le 14 edizioni fino ad ora svolte da numerosi premi Nobel e da alti rappresentanti del mondo della cultura, ha visto la partecipazione, nel 2018, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Biogem svolge, infine, un ruolo di incubatore di aziende nel settore della ricerca biotecnologica e dell’Information and Communication Technology, con rilevanti ricadute sul territorio in termini occupazionali (oltre 60 persone occupate).
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