Dopo i gravi incidenti costati la vita a tre operai di un cantiere a Napoli caduti da una impalcatura che si è spezzata e un secondo episodio simile a Pompei per il quale altri due operai cono gravi si è tenuta in prefettura a Napoli una riunione richiesta dall’Ordine delle professioni sanitarie Tsrm Pstrp di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta relativa alla sicurezza sui luoghi di lavoro. All’incontro, convocato dal prefetto Michele di Bari hanno partecipato rappresentanti dell’Ordine e delle Aziende Sanitarie Locali Napoli 1 Centro, Napoli 2 Nord e Napoli 3 Sud. Nel corso dell’incontro – a cui ha partecipato anche Cosimo De Marco, presidente della commissione d’Albo del Tpall,
anche per delega del presidente dell’Ordine Franco Ascolese – si è analizzato il ruolo strategico che assumono i Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei luoghi di lavoro in forza alle Aziende Sanitarie Locali ed è stata condivisa, da tutte le parti convocate, la necessità di attivare misure straordinarie e programmatiche per il rafforzamento della prevenzione nei luoghi di lavoro, al fine di prevenire il più possibile i rischi nei contesti lavorativi e ambientali.
• “Dal 1° gennaio 2025 a oggi, il nostro Paese sta assistendo a un drammatico incremento delle morti sul lavoro – spiega il presidnete Ascolese – sono già 873 i lavoratori deceduti, di cui 621 durante lo svolgimento delle proprie mansioni: una vittima ogni sei ore”.
“Un report dell’Osservatorio nazionale morti sul Lavoro – aggiunge De Marco – conferma che questi numeri rappresentano il picco più alto mai registrato nei suoi 18 anni di attività. In termini assoluti, la Lombardia è la regione con il maggior numero di decessi (73), seguita dalla Campania (58), dall’Emilia-Romagna e dal Veneto (56 ciascuna). Tuttavia, rapportando il dato alla popolazione è l’Abruzzo a registrare il più alto tasso di mortalità: 24,2 morti per milione di abitanti, seguito da Basilicata e Trentino-Alto Adige”.
Oltre al tragico impatto umano, infortuni e malattie professionali generano costi sociali ed economici elevatissimi: a livello globale si stima un impatto economico di 2.680 miliardi di euro (pari al 3,9% del PIL mondiale). A livello europeo, il costo è di 476 miliardi di euro (3,3% del Pil). Secondo l’Associazione internazionale di Sicurezza sociale (Issa) – cui aderiscono anche INAIL e INPS – per ogni euro investito in prevenzione si risparmiano almeno tre euro in spese sanitarie e sociali. Prevenire non è un costo, ma un dovere civile nei confronti dei lavoratori, del sistema produttivo e dell’intera collettività.
“È necessario costruire un nuovo paradigma della prevenzione, che superi l’approccio repressivo e post- evento, favorendo azioni sistemiche e sinergiche – ha sostenuto l’Ordine al tavolo con il delegato di governo – incentrate non solo sugli infortuni ma anche sulle malattie professionali. Questo paradigma deve coinvolgere attivamente tutti gli attori del sistema: istituzioni, datori di lavoro, lavoratori, stakeholder e, in particolare, gli organi di vigilanza, a cui dovrebbe essere consentito un maggiore impegno in attività di audit e promozione territoriale, anziché limitarne il ruolo a interventi sanzionatori postumi”.
In totale, solo 75 TdP operano nella sicurezza sul lavoro nei tre Dipartimenti della provincia, pari ad appena il 15% del fabbisogno teorico. A fronte di 367.475 imprese attive in Campania (di cui 191.044 nella sola Napoli) e 1,6 milioni di occupati, i 131 TDP regionali risultano gravemente insufficienti (1 TdP
ogni 17.000 lavoratori, contro il rapporto 1:10.000 raccomandato dall’UE). Per un adeguato presidio del territorio servirebbero almeno 300-350 TDP in più nella provincia di Napoli.
• CONCLUSIONI E PROPOSTE
• Senza un investimento strutturale e duraturo in personale qualificato come i TdP, la sicurezza sul lavoro rischia di rimanere solo un principio enunciato, privo di efficacia operativa. È necessario attivare fondi vincolati per la prevenzione, ad esempio utilizzando i proventi sanzionatori derivanti dal D.Lgs 758/94.
• La Commissione d’Albo dei Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Ordine TSRM-PSTRP di NA-AV-BN-CE, da sempre in prima linea nella tutela della salute dei lavoratori, propone:
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• 1) Istituzione di un tavolo tecnico permanente
Con il coinvolgimento attivo dei TDP, in qualità di esperti sanitari della sicurezza sul lavoro, al fine di pianificare strategie di prevenzione efficaci e coerenti. Il loro coinvolgimento deve essere sostanziale e non meramente consultivo, sia prima che dopo l’evento infortunistico.
• 2) Potenziamento dell’organico delle Asl
• È urgente incrementare gli organici, in particolare nei servizi ispettivi, per garantire un controllo costante e preventivo, in linea con gli obiettivi europei “Vision Zero 2021–2027”. Le ispezioni sanzionatorie, isolate e tardive, non hanno mai prodotto effetti significativi nel medio-lungo periodo.
• 3) Formazione specifica degli operatori dei servizi di vigilanza
• Le ispezioni richiedono competenze tecnico-scientifiche approfondite. Gli infortuni recenti non sono imputabili solo a imperizia o negligenza, ma spesso a errori progettuali, tecnici, impiantistici e di ingegneria dei materiali. È pertanto fondamentale una formazione tecnica avanzata, anche pseudo- ingegneristica, per elevare la qualità degli interventi ispettivi.





