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Covid in Uruguay: cosa sta accadendo

Nonostante si trovi a poca distanza dal Brasile, dove sta succedendo un vero inferno a causa dell’epidemia da Covid, l’Uruguay con i suoi pochi abitanti, grandi spazi, investimenti nel sistema sanitario e interventi tempestivi sta riuscendo a passare indenne il  transito del COVID-19.

Pochi giorni fa le autorità sanitarie dell’Uruguay hanno parlato di un bilancio molto positivo della situazione, facendo ovviamente ben presente che non è ancora assolutamente il caso di abbassare la guardia.

Le stesse autorità sanitarie hanno però spiegato di aver previsto un prossimo aumento del numero dei focolai nel Paese, che dovranno essere identificati il più presto possibile velocemente, isolando i positivi e le persone con cui sono entrati in contatto.

Il 27 luglio l’Uruguay aveva avuto 1.192 casi di contagio da Coronavirus e 34 morti, mentre in Brasile alla stessa data c’erano oltre 2 milioni di casi confermati e più di 84mila morti. L’Uruguay spera di riuscire a contenere la diffusione del Covid senza dover arrivare al lockdown, misura che finora il governo è riuscito a evitare.

Gli uruguaiani si sono fidati del Governo e sono così riusciti a salvare molti settori dell’economia come l’agricoltura che non si è mai fermata, permettendo con i suoi ricavi di compensare in parte l’elevata spesa sociale sostenuta dal Paese.

Al contrario, ad esempio, per ciò che riguarda il turismo, invece, che rappresenta quasi il 10 per cento del PIL e dà lavoro a 100mila persone, le cose non stanno affatto andando bene. Il vero problema la vicinanza con il Brasile, secondo paese più colpito dalla pandemia al mondo.

L’Uruguay è riuscito a chiudere le frontiere con il Brasile, ma ci sono città, dove la definizione del confine è semplicemente una segnaletica e quindi impossibile da separare, tanto che la maggioranza dei focolai da Covid uruguaiani è avvenuta nei territori confinanti con il Brasile.

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