Uno studio conferma che lo screening del diabete di tipo 1 nei bambini previene la chetoacidosi, riducendo il rischio di complicanze fatali del 94%.
Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune che impedisce al corpo di produrre insulina, l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue. Sebbene possa svilupparsi a qualsiasi età, è preoccupante la crescente incidenza tra i bambini, con una diagnosi che spesso arriva quando i sintomi sono già evidenti. Senza una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato, il diabete può portare a gravi complicanze, una delle quali è la chetoacidosi diabetica, una condizione che può essere fatale se non trattata prontamente.
Il rischio di chetoacidosi
La chetoacidosi diabetica è una delle complicanze più gravi del diabete di tipo 1. Si sviluppa quando il corpo, non avendo abbastanza insulina, inizia a scomporre i grassi per produrre energia, causando un accumulo di chetoni nel sangue. Questo può provocare alterazioni neurologiche e, nei casi più gravi, mettere in pericolo la vita del paziente.
In Italia, la diagnosi di diabete di tipo 1 avviene frequentemente solo quando i bambini iniziano a manifestare i sintomi gravi della malattia. Tuttavia, l’introduzione di programmi di screening precoce potrebbe ridurre drasticamente il rischio di chetoacidosi. Gli esperti della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP), tra cui il presidente Valentino Cherubini, hanno condotto uno studio su 59.000 bambini in 13 paesi per esaminare la frequenza di chetoacidosi nei pazienti diagnosticati. I risultati hanno evidenziato che in Italia la frequenza di questa complicanza è particolarmente alta, con il 41,2% dei bambini più piccoli che sviluppano la chetoacidosi prima di ricevere una diagnosi.
L’importanza dello screening precoce
Il programma di screening pediatrico del diabete di tipo 1, recentemente avviato in Italia, ha l’obiettivo di ridurre il rischio di complicazioni come la chetoacidosi, identificando precocemente i bambini a rischio. Questo programma, che prevede test a partire dai 2 anni di età, è stato introdotto per individuare i bambini a rischio di sviluppare il diabete, consentendo una diagnosi tempestiva prima che la malattia emerga in modo acuto.
Lo studio pilota ha coinvolto 3.600 bambini e i dati preliminari hanno mostrato che solo lo 0,23% dei bambini testati risultano positivi a due o più anticorpi associati al diabete di tipo 1, segnalando un rischio elevato di sviluppare la malattia. Grazie alla diagnosi precoce, questi bambini avranno maggiori possibilità di evitare la chetoacidosi, riducendo significativamente il rischio di complicazioni gravi e potenzialmente fatali. In futuro, si prevede che questo programma di screening sarà esteso a livello nazionale, con l’obiettivo di identificare e trattare precocemente più bambini, prevenendo così oltre 450 casi di chetoacidosi ogni anno.
Un nuovo trattamento per il diabete di tipo 1
Un’altra novità importante è l’introduzione di Teplizumab, un farmaco che ha dimostrato di ritardare l’insorgenza del diabete di tipo 1 nei pazienti in stadio preclinico. Teplizumab è un anticorpo monoclonale che agisce sul sistema immunitario, prevenendo il danno al pancreas che porta alla malattia. Questo trattamento è il primo del suo genere ed è stato approvato negli Stati Uniti per rallentare la progressione del diabete di tipo 1 nei pazienti con segni preclinici della malattia. In Italia, è stato reso disponibile per uso compassionevole, permettendo ai bambini con diabete di tipo 1 in stadio 2 di ricevere il trattamento.
Il farmaco viene somministrato per via endovenosa in cicli di due settimane e ha dimostrato, in studi clinici, di ritardare significativamente l’esordio del diabete, permettendo ai pazienti di vivere senza la malattia per mesi o anche anni. Sebbene il farmaco non sia una cura definitiva, rappresenta un passo importante nella gestione del diabete di tipo 1, consentendo ai bambini di evitare le gravi complicanze della malattia.
L’importanza della prevenzione
L’introduzione di programmi di screening per il diabete di tipo 1 e l’accesso a trattamenti innovativi come Teplizumab offrono nuove possibilità per prevenire e gestire questa malattia nei bambini. La diagnosi precoce non solo aiuta a ridurre il rischio di complicazioni gravi, ma migliora anche la qualità della vita dei pazienti, consentendo loro di vivere una vita più serena e sana, lontano dai pericoli del diabete non trattato.