In vista della Giornata Mondiale, AISF e SIMIT rilanciano l’appello alla diagnosi precoce e alla continuità terapeutica. Urgente rinnovare i fondi per l’Epatite C e valorizzare le opportunità cliniche per l’Epatite Delta
L’epatite virale continua a colpire milioni di persone nel mondo, spesso in maniera subdola e silenziosa. In Italia, nonostante i successi della ricerca e delle terapie disponibili, migliaia di cittadini convivono con l’infezione senza saperlo. Alla vigilia della Giornata Mondiale per le Epatiti, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il 28 luglio, le società scientifiche AISF e SIMIT rinnovano il richiamo all’azione: far emergere il sommerso, ampliare lo screening, garantire accesso alle cure e investire sulla prevenzione.
Le vaccinazioni per l’epatite A e B e gli screening mirati per le forme B, C e Delta sono oggi i pilastri di una strategia di sanità pubblica che punta a prevenire, diagnosticare precocemente e trattare efficacemente le epatiti virali. Il messaggio è chiaro: la malattia può essere evitata o curata, ma serve uno sforzo concreto per superare le barriere dell’accesso, informare la popolazione e rendere visibile ciò che oggi è sommerso.
Epatite C: il sommerso e l’urgenza della diagnosi
Grazie ai farmaci antivirali ad alta efficacia e bassa durata, l’Epatite C può essere eradicata in oltre il 95% dei casi. Tuttavia, in Italia sono ancora oltre 200mila le persone infette che non sanno di esserlo. Il programma nazionale di screening gratuito per i nati tra il 1969 e il 1989 ha contribuito, ma entro il 30 giugno 2025 sono stati avviati solo 275.502 trattamenti, con una media post-pandemica di 12.000 l’anno. Un risultato ancora distante dagli obiettivi fissati per il 2030 dall’OMS.
«Il rischio è che la diagnosi arrivi troppo tardi, quando la malattia ha già causato danni irreversibili come cirrosi o epatocarcinoma», avverte il Prof. Giacomo Germani, Segretario Generale AISF, Associazione per lo studio delle malattie del fegato. Il Prof. Nicola Coppola (SIMIT, Società italiana malattie infettive e tropicali) sottolinea che lo screening deve essere il primo passo di un percorso strutturato: «Dobbiamo estendere la fascia d’età ai nati tra il 1948 e il 1968 e garantire che chi risulta positivo sia immediatamente avviato al trattamento. Inoltre, serve il rinnovo dei fondi destinati agli screening, che scadono il 31 dicembre 2025».
Epatite Delta: testare tutti i pazienti con epatite B
Particolarmente insidiosa, l’Epatite Delta colpisce solo chi è affetto da HBV. In Italia si stimano circa 6.200 pazienti HDV RNA positivi, con una elevata probabilità di progressione verso cirrosi o epatocarcinoma. Il trattamento con Bulevirtide ha dimostrato efficacia: oltre la metà dei pazienti ha risposto con una riduzione significativa della carica virale e dei marcatori biochimici. Importante anche l’inserimento dell’HDV RNA nei nuovi LEA in attesa di approvazione.
AISF e SIMIT hanno elaborato documenti congiunti per orientare la gestione clinica dell’infezione e promuovere l’uso appropriato delle terapie emergenti.
Epatite B: un successo da tutelare
Grazie alla vaccinazione obbligatoria dal 1991, l’Epatite B è ormai quasi assente nella popolazione under 40. Ma i numeri restano significativi tra i soggetti non vaccinati e tra chi proviene da Paesi con copertura insufficiente. Nel 2024, si sono registrati 189 casi di epatite B acuta, in aumento rispetto ai 153 del 2023. Le Regioni più colpite: Lombardia (49), Emilia-Romagna (36), Toscana (15). I principali fattori di rischio: trattamenti estetici invasivi (38,2%), cure odontoiatriche (27,9%), comportamenti sessuali a rischio (25,4%), esposizione nosocomiale (16,2%).
Gli antivirali oggi disponibili permettono di controllare efficacemente l’infezione, riducendo il rischio di complicanze, ma tutto dipende dalla diagnosi precoce.
Epatite A: l’estate aumenta il rischio
Sebbene considerata meno pericolosa, l’Epatite A può essere veicolata durante l’estate da alimentazione contaminata (molluschi crudi, frutti di bosco), viaggi in Paesi endemici (es. Marocco), e rapporti sessuali non protetti tra uomini. Nel 2024, secondo i dati SEIEVA, il consumo di molluschi crudi è stato responsabile nel 37,6% dei casi, seguito dai frutti di bosco (21,6%) e dai viaggi (35,1%).
La prevenzione tra la gente: iniziativa a Roma
In occasione della Giornata Mondiale, il Policlinico Gemelli e il Campus Bio-Medico di Roma promuovono la campagna “Non aspettare i sintomi, rendi virale la prevenzione”. Medici e infermieri accoglieranno i cittadini spiegando l’importanza del test per Epatiti B, C e Delta, spesso silenti ma potenzialmente devastanti. «Portare lo screening tra le persone è fondamentale per superare le barriere della diagnosi precoce», commenta Giuseppe Marrone, epatologo al Gemelli e membro del Comitato AISF.
Take home message
Il virus si combatte con conoscenza, azione e accesso. Le epatiti virali sono ancora tra le cause di migliaia di decessi evitabili, ma gli strumenti per prevenirle e curarle ci sono. Ora serve volontà politica, continuità nei finanziamenti e strategie organizzative che non si limitino al test, ma accompagnino il paziente lungo un percorso di cura efficace. Perché ogni diagnosi anticipata può essere una vita salvata.





