Presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma è stato avviato un percorso innovativo per favorire la somministrazione delle cure antiretrovirali a rilascio prolungato e la profilassi pre-esposizione
La lotta all’HIV ha compiuto negli ultimi decenni progressi straordinari, trasformando una diagnosi un tempo drammatica in una affezione cronica gestibile. Oggi, l’obiettivo è rendere le terapie accessibili e compatibili con la vita quotidiana delle persone che hanno contratto il virus. In questa direzione si muove il progetto Progress-Hiv, avviato dal Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma, che punta a ottimizzare l’organizzazione delle cure e a facilitare l’accesso ai farmaci innovativi long acting, ovvero terapie iniettabili a rilascio prolungato che permettono di mantenere la soppressione virale con poche somministrazioni l’anno.
“Le strategie long acting rappresentano il futuro della terapia antiretrovirale, ma per farle funzionare al massimo era necessario creare un percorso dedicato. Progress-Hiv nasce per rispondere a questa esigenza, con un modello centrato sulla persona e sulla continuità del trattamento”, ha spiegato Simona Di Giambenedetto (foto sotto) ricercatrice in Malattie infettive dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e dirigente medico alla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli.

Il progetto, si legge in un comunicato, è stato promosso all’interno dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive, diretta da Carlo Torti, e coordinato dalla stessa Di Giambenedetto. Prende forma nella Unità Operativa Semplice (UOS) Ambulatorio e Day Hospital di Malattie Infettive, diretta da Enrica Tamburrini, dove è stata riorganizzata l’attività dei quattro ambulatori già esistenti per rispondere in modo più mirato alle esigenze dei pazienti. La UOS segue attualmente oltre 2000 persone che vivono con HIV e circa 400 che assumono la profilassi pre-esposizione (PrEP).
Tre ambulatori sono dedicati alla gestione delle persone con HIV, mentre uno è focalizzato sulla PrEP, con particolare attenzione all’aspetto del counseling. L’approccio è multidisciplinare e personalizzato, con l’obiettivo di selezionare razionalmente i pazienti per cui è indicata la terapia long acting e di accompagnare chi assume la PrEP in un percorso di salute sessuale consapevole e responsabile.
A supporto del progetto è stato creato anche lo sportello accessibile via posta elettronica [progress (@) policlinicogemelli.it] pensato per offrire informazioni, orientamento e accesso ai servizi. I risultati non si sono fatti attendere: da 60 persone in terapia long acting ad aprile 2025 si è passati a 150 a fine ottobre, segno di una crescente adesione e di una risposta positiva da parte dei pazienti.
Per le persone più fragili, che incontrano difficoltà nel recarsi presso la struttura ambulatoriale, resta attiva sin dagli anni Novanta l’Unità di Assistenza Domiciliare (UTD), che garantisce continuità terapeutica e supporto clinico direttamente a casa. Progress-Hiv si inserisce in un contesto più ampio di innovazione terapeutica e organizzativa, dove la medicina non si limita a prescrivere farmaci, ma costruisce percorsi di cura centrati sulla persona, sulla qualità della vita e sull’integrazione tra ospedale e territorio. In un’epoca in cui la salute sessuale è ancora troppo spesso trascurata o stigmatizzata, il progetto del Gemelli rappresenta un modello virtuoso, capace di coniugare eccellenza clinica, accessibilità e responsabilità sociale.
“Le strategie long acting rappresentano il futuro della terapia antiretrovirale – ha scritto il Professor Torti (foto sotto) – ma perché funzionino serve un percorso dedicato, che parta da una selezione idonea dei pazienti per indicazione e assenza di controindicazioni fino a un percorso di vero accompagnamento della persona assistita, nella pianificazione degli appuntamenti e nel monitoraggio. PROGRESS nasce proprio per rispondere a questa esigenza, con un modello centrato sulla persona e sulla continuità di trattamento”.

Negli ultimi anni la gestione della terapia per l’HIV si è via via perfezionata e ha fatto dei passi avanti straordinari grazie all’arrivo dei farmaci long acting, terapie a lunga durata d’azione che permettono di passare da una pillola quotidiana a una somministrazione per via iniettiva una ogni due mesi. Questa novità semplifica la quotidianità delle persone, migliora l’aderenza terapeutica e contribuisce a ridurre lo stigma associato alla malattia. Ma allo stesso tempo richiede una organizzazione della clinica in grado di garantire continuità e prossimità di cura. Il progetto, promosso nell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive diretta da Carlo Torti rappresenta un’eccellenza in questo senso.





