Durante la presentazione del report “Infezioni Sessualmente Trasmesse: Barriere e soluzioni della diagnosi precoce”, il presidente dell’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del Rischio ha lanciato un appello per una risposta istituzionale più incisiva contro le IST
“Le infezioni sessualmente trasmissibili rappresentano una sfida attuale e sottovalutata, che richiede un impegno concreto da parte delle istituzioni”. Così, l’onorevole Gian Antonio Girelli, membro XII Commissione Affari Sociali della Camera, e presidente dell’Intergruppo Parlamentare sulla “Prevenzione e riduzione del Rischio”, intervenuto ieri alla presentazione del Report “Infezioni Sessualmente Trasmesse: Barriere e soluzioni della diagnosi precoce”, frutto di un progetto coordinato da LS CUBE.
“Serve una strategia nazionale che promuova l’accesso diffuso ai test – ha sottolineato Girelli – campagne di informazione continue e servizi territoriali più vicini ai cittadini, soprattutto ai più giovani. Dobbiamo superare stigma e disinformazione, garantendo una prevenzione efficace e una diagnosi tempestiva. Questo significa rafforzare la collaborazione tra pubblico, privato sociale e mondo scientifico, per costruire una risposta davvero integrata e sostenibile”.
Il progetto è stato realizzato anche attraverso due sondaggi da cui emerge come, nonostante l’87% della popolazione conosca le IST e l’80% sia a conoscenza dell’esistenza dei test diagnostici, solo 3 persone su 10 ne hanno effettivamente fatto uno; tra coloro che non hanno mai fatto un test, quasi la metà (48,1%) non saprebbe a quale struttura rivolgersi. Esistono strumenti all’avanguardia per diagnosi rapide ed efficienti, ma il 90% dei casi sono diagnosticati dopo l’infezione.