Un nuovo virus cinese sta scatenando il panico. Questa volta non si tratta di pangolini o pipistrelli, ma di comuni maiali.
L’emergenza coronavirus ha acceso i riflettori su di un sistema di prevenzione nel caso di pandemie, a livello globale che esiste nelle file dell’Organizzazione Mondiale per la Salute, ma che nella realtà dei fatti non è in grado di gestire un’emergenza su vasta scala e non è in grado di fornire soluzione condivise dalle diverse Nazioni.
L’emergenza deve rendere si i nostri sistemi di prevenzione e sorveglianza più vigili, ma deve anche evitare tutte le forme di isterismo e di paura, perché se è vero che i virus sono un pericolo per l’uomo è altrettanto vero che esistono circa 320mila virus in grado di colpire i mammiferi (quindi potenzialmente anche l’uomo) e che non tutti causano le conseguenze del COVID-19.
Una notizia delle scorse giornata sta creando un nuovo allarmismo in tutto lo stivale ed è nata dalle dichiarazioni di alcuni membri dell’OMS secondo i quali è stato scoperto un nuovo virus che avrebbe, per caratteristiche, la potenzialità per diventare pandemico: è stato trovato nei maiali ma anche nel 10% di un campione di circa 300 persone impiegate negli allevamenti.
Questo nuovo virus cinese è stato chiamato G4EAH1N1 e non si sa molto di lui ma gli esperti hanno sottolineato che gli attuali vaccini antinfluenzali non sembrano proteggere contro questo virus ma pare che possano essere adattati senza eccessive difficoltà per farlo. Non risulta quindi esserci nessuna reale minaccia per la salute pubblica mondiale e italiana.
Bisogna ricordare che i maiali sono particolarmente propensi al virus dell’influenza e quindi ospiti perfetti.Come sempre quello che temono i virologi sono le mutazioni dei virus, che possono essere imprevedibili e causare gravi conseguenze negli esseri umani, come il Covid-19 ci sta dimostrando con violenza.