Il comitato medicinali per impiego umano dell’Ema approva la dose da 7,2 milligrammi. Negli studi clinici perdita media del 21% del peso corporeo. Confermata la sicurezza, preservata la funzione muscolare
L’obesità continua a rappresentare una delle principali sfide di salute pubblica a livello globale. Negli ultimi anni la ricerca ha compiuto passi significativi, introducendo terapie capaci di affiancare dieta e attività fisica nel trattamento di una condizione complessa e multifattoriale. Tra queste, la semaglutide ha fatto da apripista, grazie alla sua efficacia nel favorire la perdita di peso e nel ridurre il rischio di complicanze correlate. Ora, un nuovo dosaggio promette di ampliare ulteriormente gli effetti benefici.
Un parere positivo è venuto dal Comitato medicinali per impiego umano (Chmp) dell’Agenzia regolatoria europea (Ema), che ha espresso parere positivo per l’introduzione di un dosaggio più elevato di semaglutide, pari a 7,2 mg. Una decisione che estende all’Unione Europea la possibilità di offrire alle persone con obesità un’opzione terapeutica ancora più efficace. I dati clinici mostrano infatti che la nuova dose ha determinato una perdita di peso media del 21% a 72 settimane in persone con obesità senza diabete, un risultato che supera le performance già consolidate della formulazione da 2,4 mg. Semaglutide a dosaggio standard ha già dimostrato di ridurre, sempre in modo significativo, il rischio di inconvenienti cardiovascolari maggiori, come infarto e ictus, e di alleviare il dolore legato all’osteoartrite del ginocchio. Il nuovo dosaggio sembra ampliare questo profilo, offrendo un ulteriore contributo alla gestione delle complicanze associate all’eccesso ponderale.
Il parere positivo dell’Ema si basa sui risultati degli studi clinici “Step Up” e “Step Up T2D”, condotti rispettivamente su persone con obesità senza diabete e su persone con diabete di tipo 2. Nei partecipanti senza diabete, un terzo dei soggetti trattati con semaglutide 7,2 mg ha raggiunto una perdita di peso pari o superiore al 25% a 72 settimane. Un dato particolarmente rilevante, accompagnato da un profilo di sicurezza e tollerabilità sovrapponibile a quello della dose già approvata. Un altro elemento di interesse riguarda la composizione del peso perso. Le analisi mostrano che l’84% della riduzione è attribuibile alla perdita di massa grassa, mentre i test funzionali confermano la preservazione della funzione muscolare. Un aspetto cruciale, perché la perdita di massa magra rappresenta uno dei rischi più temuti nei percorsi di dimagrimento intensivo.
Questo nuovo dosaggio è attualmente in fase di valutazione anche nel Regno Unito e in altre nazioni. Negli Stati Uniti, semaglutide 7,2 mg ha ottenuto il Commissioner’s National Priority Voucher, un programma che accelera l’iter di approvazione per farmaci considerati prioritari per la salute pubblica. Grazie a questa procedura, la Food and Drug Administration, FDA, prevede una valutazione entro uno o due mesi dall’accettazione della domanda, presentata lo scorso novembre.
Accanto ai risultati clinici, è utile ricordare come la semaglutide appartenga alla famiglia dei farmaci agonisti del recettore GLP-1, molecole che mimano l’azione di un ormone intestinale coinvolto nella regolazione dell’appetito, della sazietà e della glicemia. Questi farmaci agiscono rallentando lo svuotamento gastrico, aumentando la sensazione di pienezza e modulando i circuiti cerebrali che regolano il comportamento alimentare. Negli ultimi anni la ricerca ha ampliato il ventaglio delle molecole disponibili, includendo agonisti combinati che agiscono su più recettori, come GLP-1/GIP o GLP-1/glucagone, con l’obiettivo di ottenere un effetto metabolico ancora più completo.
L’efficacia di questi trattamenti ha generato un fenomeno di costume inatteso, soprattutto negli Stati Uniti e in Europa. La popolarità dei GLP-1 li ha trasformati alla stregua di oggetti del desiderio (un po’ come avvenne per Viagra, Spedra e Cialis nel trattamento della disfunzione erettile). Nel caso semaglutide, come per le altre molecole con meccanismo simile, queste si stanno affermando nell’immaginario collettivo come un magico rimedio per quanti vorrebbero perdere peso e si vedono incapaci di stare a dieta. In parallelo, sui social media si è diffusa una narrazione talvolta fuorviante, che rischia di banalizzare il sovrappeso e di strumentalizzare farmaci che devono essere prescritti dal medico, in particolare dallo specialista in endocrinologia, su pazienti che si sottopongono a controlli clinici regolari.
Ora, il varo della legge che in Italia ha definito l’obesità una malattia che richiede cure appropriate, e di pari passo la disponibilità di farmaci sempre più sicuri ed efficaci, rappresenta nel suo insieme un’opportunità straordinaria per correggere il metabolismo di milioni di persone con obesità o diabete. Si rischia però di alimentare aspettative irrealistiche, incoraggiando un acquisto improprio dei medicinali. Per questo gli esperti insistono sulla necessità di promuovere un’informazione corretta, che garantisca somministrazioni sotto controllo medico.
In definitiva le scienze avanzano rapidamente, il mercato si muove altrettanto velocemente, e il nuovo dosaggio di semaglutide si inserisce come un tassello importante nell’impiego clinico. La sfida sarà accompagnare l’innovazione con politiche di educazione sanitaria e monitoraggio giudizioso, affinché questi strumenti possano esprimere il loro potenziale senza innescare frenesie e consumismo spinto.





