L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato la sua attesissima edizione 2023 del rapporto sulle Statistiche della Sanità Mondiale, rivelando dati allarmanti sull’impatto della pandemia di COVID-19 e la stagnazione dei progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile relativi alla salute (SDG).
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato la sua attesissima edizione 2023 del rapporto sulle Statistiche della Sanità Mondiale, rivelando dati allarmanti sull’impatto della pandemia di COVID-19 e la stagnazione dei progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile relativi alla salute (SDG).
Il rapporto, che fornisce dati aggiornati fino al 2022, evidenzia un preoccupante trend di stagnazione dei principali indicatori sanitari negli ultimi anni, rispetto alle tendenze positive osservate tra il 2000 e il 2015. Inoltre, lancia l’allarme sulla crescente minaccia rappresentata dalle malattie non trasmissibili (NCD) e il cambiamento climatico, sottolineando l’urgente necessità di una risposta globale coordinata e rafforzata.
Uno dei risultati più sconcertanti del rapporto è la significativa battuta d’arresto causata dalla pandemia di COVID-19 nel progresso della salute globale. Solo tra il 2020 e il 2021, la pandemia ha provocato l’incredibile cifra di 336,8 milioni di anni di vita persi in tutto il mondo. Ciò equivale a una media di 22 anni di vita persi per ogni morte in eccesso, interrompendo bruscamente la vita di milioni di individui.
Nonostante i significativi miglioramenti nella salute materna e infantile dal 2000, con rispettive diminuzioni di un terzo e mezzo dei decessi, la pandemia ha fatto deragliare i progressi e ha esacerbato le disuguaglianze nell’accesso a un’assistenza sanitaria di qualità, alle vaccinazioni di routine e alla protezione finanziaria. Di conseguenza, le tendenze positive nella malaria e nella tubercolosi (TB) sono state invertite e un minor numero di persone ha ricevuto cure per malattie tropicali trascurate (NTD).
Il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS, ha espresso profonda preoccupazione per i risultati del rapporto, in particolare per quanto riguarda il crescente impatto delle malattie non trasmissibili. Ha sottolineato la necessità di investimenti sostanziali nella sanità e nei sistemi sanitari per riacquistare slancio verso il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Le malattie non trasmissibili sono diventate una minaccia significativa per le generazioni future, rappresentando quasi i tre quarti di tutti i decessi annuali. Se le tendenze attuali persistono, si prevede che le malattie non trasmissibili saranno responsabili di circa l’86% dei 90 milioni di decessi annuali stimati entro la metà del secolo, con circa 77 milioni di vite perse. Ciò rappresenta un allarmante aumento del 90% in numeri assoluti dal 2019.
Il rapporto evidenzia anche segnali preoccupanti di progressi stagnanti su più indicatori. Ad esempio, il tasso globale di mortalità materna deve diminuire dell’11,6% all’anno tra il 2021 e il 2030 per raggiungere l’obiettivo SDG. Allo stesso modo, la riduzione dell’incidenza della tubercolosi dal 2015 al 2021 ha raggiunto solo un quinto del traguardo del 2025 fissato dalla strategia End TB dell’OMS.
Nonostante alcune riduzioni dell’esposizione a rischi per la salute come il consumo di tabacco, il consumo di alcol, la violenza, l’acqua e i servizi igienico-sanitari non sicuri e l’arresto della crescita dei bambini, i progressi sono stati inadeguati e alcuni rischi, compreso l’inquinamento atmosferico, rimangono prevalenti. In modo allarmante, la prevalenza dell’obesità continua ad aumentare senza alcun segno di inversione immediata. Inoltre, l’accesso ai servizi sanitari essenziali è rallentato rispetto ai guadagni precedenti al 2015 e non ci sono stati progressi significativi nella riduzione delle difficoltà finanziarie derivanti dai costi sanitari. Questi fattori ostacolano in modo significativo gli sforzi per raggiungere la copertura sanitaria universale entro il 2030.
La dott.ssa Samira Asma, vicedirettore generale dell’OMS per i dati, l’analisi e la consegna per l’impatto, sottolinea che la pandemia di COVID-19 serve come un duro promemoria del fatto che il progresso non è né lineare né garantito. Sottolinea la necessità di un’azione decisa e collettiva per ottenere un impatto misurabile in tutti i paesi al fine di rimanere in linea con l’agenda SDG 2030.
Il rapporto di quest’anno presenta anche, per la prima volta, una sezione dedicata al cambiamento climatico e alla salute, evidenziando la sua crescente rilevanza per la salute globale. Il rapporto sottolinea che dati tempestivi, affidabili e disaggregati sono fondamentali per monitorare i progressi e migliorare la situazione nazionale.
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