Necessità di inserire la fibromialgia nei livelli essenziali di assistenza
La fibromialgia, una sindrome complessa e cronica di origine multifattoriale, ha ricevuto attenzione globale durante la Giornata Mondiale della Fibromialgia (12 maggio 2024). In Italia, questa patologia colpisce circa due milioni di persone, prevalentemente donne. La mancanza di biomarcatori specifici e la complessità dei sintomi hanno portato a un dibattito continuo sulla sua esistenza e alla necessità di criteri diagnostici accurati per ridurre il ritardo nella diagnosi, che in media si aggira tra i 3 e i 5 anni.
I sintomi principali includono dolore cronico diffuso, rigidità, affaticamento fisico e mentale, disturbi del sonno, problemi di memoria e concentrazione, alterazioni dell’umore e mal di testa. Durante la celebrazione della giornata mondiale Daniela Marotto, presidente del CReI, ha sottolineato l’importanza di una valutazione clinica accurata e multidisciplinare per una diagnosi corretta della fibromialgia.
La reumatologa Marotto ha evidenziato come i pazienti spesso peregrinano tra vari specialisti per anni a causa della complessità della sintomatologia. Un approccio terapeutico multimodale, che includa trattamenti farmacologici, attività fisica regolare, indicazioni alimentari e terapie psicologiche di supporto, è essenziale per una gestione efficace della patologia.
Nonostante il riconoscimento della fibromialgia in molti paesi, l’Italia non l’ha ancora inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza. In occasione della giornata mondiale, il CReI ha lanciato un messaggio forte: creare un’alleanza terapeutica tra pazienti, clinici e istituzioni, e ottenere un riconoscimento legislativo per la presa in carico dei pazienti fibromialgici.
Marotto ha sottolineato l’impegno delle associazioni di pazienti e delle istituzioni nel portare avanti la battaglia per il riconoscimento della fibromialgia. Ha rimarcato come il mancato riconoscimento della patologia come invalidante rappresenti una carenza significativa per l’Italia, sebbene alcune regioni stiano cercando di colmare questa lacuna.
Il mondo clinico è preparato ad affrontare la fibromialgia. Gli specialisti in reumatologia, in collaborazione con i medici di medicina generale, sono in prima linea per intercettare, diagnosticare e rispondere ai bisogni di salute dei pazienti. Marotto ha concluso il suo intervento con un messaggio di speranza e consapevolezza: non sottovalutare i sintomi, non silenziare il malessere e cercare un supporto medico adeguato per affrontare una sindrome che non può più essere considerata invisibile.
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