Ricercatori rivelano come le rughe influenzino non solo la pelle, ma anche altri organi, aprendo la strada a nuove applicazioni in biomedicina e cosmetica
Un gruppo di scienziati, guidato da Dong Sung Kim, Anna Lee e Jaeseung Youn del Dipartimento di Ingegneria Meccanica del Postech, ha fatto importanti progressi nella comprensione delle rughe, dimostrando come si formino nei tessuti biologici attraverso esperimenti in laboratorio. I risultati, pubblicati il 19 agosto sulla rivista Nature Communications, rivelano che le rughe non sono solo un segno di invecchiamento della pelle, anche organi come il cervello, lo stomaco e l’intestino mostrano schemi di rughe specifici.
Queste strutture giocano un ruolo cruciale nella regolazione delle funzioni cellulari e nella specializzazione dei tessuti, contribuendo al funzionamento sano degli organi. Comprendere come i tessuti si deformano per formare rughe è essenziale per approfondire la complessità della vita, oltre agli aspetti puramente estetici. Questa conoscenza può anche aprire nuove strade nella ricerca sull’invecchiamento cutaneo, le terapie rigenerative e l’embriologia. Tradizionalmente, molti studi su questo argomento si sono basati su modelli animali, come moscerini e topi, poiché era difficile riprodurre la formazione delle rughe in laboratorio. Di conseguenza, molti processi legati alla creazione di rughe nei tessuti viventi rimanevano poco chiari. Per superare queste limitazioni, il team di Kim ha sviluppato un nuovo modello di tessuto epiteliale, realizzato interamente con cellule epiteliali umane e matrice extracellulare (ECM), aprendo così nuove prospettive nella ricerca sulla formazione delle rughe. Utilizzando questo nuovo modello, insieme a un dispositivo che applica forze di compressione controllate, i ricercatori sono riusciti a ricreare e studiare in laboratorio le strutture delle rughe presenti in vari tessuti, come la pelle e l’intestino. Questa innovazione ha permesso di osservare, per la prima volta, come si formi una singola ruga profonda sotto una forte pressione, oltre alla creazione di numerose piccole rughe sotto una compressione più leggera.
Il team di ricerca ha inoltre scoperto che elementi come la porosità della matrice extracellulare sottostante, la perdita di acqua e la forza di compressione applicata allo strato epiteliale sono fattori chiave nel meccanismo di sviluppo delle rughe.
Gli studi hanno rivelato che, quando le cellule della pelle sono sottoposte a pressioni, si creano irregolarità nella matrice extracellulare (ECM), il materiale che sostiene le cellule. Questa instabilità è una delle cause della formazione delle rughe. Inoltre, quando la matrice perde acqua, questo processo si intensifica, similmente a quanto avviene con l’invecchiamento della pelle, dove la mancanza di idratazione porta all’apparizione delle rughe.
La nuova piattaforma dei ricercatori consente di replicare strutture di rughe nei tessuti vivi senza ricorrere a test su animali. Questa tecnologia permette di ottenere immagini in tempo reale e di osservare la formazione delle rughe a livello cellulare, con applicazioni in ambiti come l’embriologia, l’ingegneria biomedica e la cosmetica.
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