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Stenosi aortica: nuove linee guida estendono la TAVI agli asintomatici, ma in Italia l’accesso è ancora limitato


Sostituzione Transcatetere della Valvola Aortica (TAVI): un trattamento mininvasivo per la stenosi aortica anche nei pazienti asintomatici.

La stenosi aortica è una delle principali patologie cardiache in grado di compromettere seriamente la salute del cuore, ma nuove evidenze scientifiche e raccomandazioni hanno aperto nuove prospettive per i pazienti. La sostituzione transcatetere della valvola aortica (TAVI), una procedura mininvasiva che ha rivoluzionato il trattamento della stenosi aortica grave, si estende ora anche ai pazienti asintomatici, per i quali finora era previsto solo un monitoraggio periodico. Nonostante le evidenze dimostrino i vantaggi di questa nuova indicazione, in Italia l’accesso alla TAVI soddisfa solo metà del fabbisogno nazionale, sollevando preoccupazioni tra gli esperti del settore.

TAVI e stenosi aortica asintomatica: i nuovi orizzonti

La stenosi aortica è una patologia grave che si verifica quando la valvola aortica del cuore si restringe, ostacolando il flusso sanguigno dal cuore verso il corpo. Se non trattata, la stenosi può portare a gravi complicazioni come insufficienza cardiaca, sincope e morte prematura. Tradizionalmente, nei pazienti asintomatici con stenosi aortica grave, i medici raccomandano una strategia di “vigile attesa”, monitorando la condizione senza intervenire fino a quando non compaiono i sintomi. Tuttavia, nuove evidenze scientifiche suggeriscono che un intervento precoce con la TAVI potrebbe ridurre significativamente il rischio di morte, ictus e ricovero, migliorando i risultati a lungo termine per questi pazienti.

Uno studio importante, l’EARLY TAVR, presentato al congresso internazionale di Cardiologia Interventistica Transcatheter Cardiovascular Therapeutics (TCT) di Washington, ha dimostrato che la TAVI precoce può essere più vantaggiosa rispetto alla semplice sorveglianza. Lo studio ha coinvolto 901 pazienti con stenosi aortica grave, di cui metà sottoposti a TAVI precoce e l’altra metà monitorata. I risultati hanno rivelato che i pazienti trattati con TAVI hanno visto una riduzione del 15% nel rischio di morte, ictus e ricovero, rispetto a quelli monitorati, con una significativa riduzione dei peggioramenti della funzione cardiaca.

I benefici della TAVI precoce

I dati emersi dallo studio EARLY TAVR sono chiari: non solo la TAVI precoce non è dannosa, ma offre un miglioramento significativo nella gestione della stenosi aortica grave, riducendo il rischio di eventi avversi e migliorando la qualità della vita dei pazienti”, commenta Alfredo Marchese, responsabile della Cardiologia Interventistica presso l’Ospedale S. Maria GVM di Bari.

In particolare, lo studio ha evidenziato che circa il 26% dei pazienti sottoposti a monitoraggio ha sviluppato sintomi entro sei mesi, con il 50% che ha manifestato sintomi entro un anno. Inoltre, il 40% ha sviluppato complicazioni acute come insufficienza cardiaca grave o arresto cardiaco. Questi dati confermano che un trattamento tempestivo con la TAVI può prevenire la comparsa di sintomi gravi e migliorare notevolmente la sopravvivenza a lungo termine dei pazienti.

L’accesso alla TAVI in Italia: un ritardo preoccupante

Nonostante i progressi nella comprensione della TAVI e l’evidenza che questa procedura possa essere vantaggiosa anche per i pazienti asintomatici, l’accesso alla TAVI in Italia è ancora limitato. Ogni anno, nel nostro Paese vengono eseguiti circa 220 interventi per milione di abitanti, un numero che non soddisfa il fabbisogno stimato di circa 350-400 interventi per milione di abitanti. Inoltre, le disuguaglianze tra le diverse regioni italiane sono evidenti, con alcune aree che non raggiungono nemmeno i 100 interventi per milione.

La situazione in Italia è preoccupante. Le linee guida internazionali suggeriscono l’estensione della TAVI ai pazienti asintomatici, ma nel nostro Paese siamo ancora lontani da una copertura adeguata. È necessario fare di più per garantire che tutti i pazienti che potrebbero beneficiarne abbiano accesso a questa tecnologia innovativa”, sottolinea Francesco Saia, presidente della GISE e cardiologo interventista presso l’IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna.

In un contesto in cui la TAVI si sta affermando come una procedura fondamentale per il trattamento della stenosi aortica, anche in fase precoce, le carenze di accesso a questa metodica rischiano di compromettere il benessere e la qualità di vita di molti pazienti in Italia. È urgente che le istituzioni sanitarie e gli esperti del settore si adoperino per colmare questo gap, garantendo che tutti i pazienti eleggibili possano accedere tempestivamente alla TAVI, migliorando così gli esiti a lungo termine e riducendo i rischi associati alla stenosi aortica.

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