Al Cancer Policy Forum annunciato l’allargamento degli screening oncologici e nuovi strumenti di tutela sociale.
Parliamo di cancro. La diagnosi precoce, la prevenzione e l’equità di accesso alle cure sono i pilastri su cui si gioca la possibilità di migliorare gli esiti delle terapie. In Italia, il dibattito politico e scientifico si concentra sempre più sulla necessità di rafforzare gli screening e garantire diritti sociali ai malati oncologici. Tutti quelli che guariscono non dovrebbero essere discriminati a oltranza sul luogo di lavoro. E quanti sono tuttora in malattia, alle prese con recidive o cronicizzazioni, meritano un supporto incondizionato, salvaguardando l’occupazione e il ruolo prezioso dei caregiver.
Al Cancer Policy Forum, organizzato a Roma alla Camera dei Deputati dal gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”, il ministro Orazio Schillaci ha ribadito che queste tematiche sono “una priorità mia e di questo Governo”, nella fattispecie ha citato espressamente prevenzione, ricerca sul cancro, sostegno ai pazienti e alle loro famiglie. “Sono queste le direttrici lungo le quali ci muoviamo con il contributo importante del Parlamento e delle tante associazioni”, ha dichiarato, sottolineando il ruolo centrale del dialogo diretto immediato con i malati e con il mondo del volontariato che sostiene la loro causa.
Il ministro ha ricordato la legge sull’oblio oncologico, definita un traguardo di civiltà “che restituisce dignità e futuro a chi ha vinto la battaglia contro la malattia”. Ha inoltre richiamato la legge approvata lo scorso luglio, che garantisce maggiore sicurezza e stabilità lavorativa alle persone affette da patologie oncologiche, invalidanti e croniche. Ma la vera sfida, ha rimarcato, resta la diagnosi precoce. “Con la finanziaria all’esame del Parlamento vengono stanziate risorse importanti per la prevenzione. In particolare, si potenziano gli screening oncologici ampliando le fasce d’età per lo screening del cancro della mammella e del colon-retto e vengono sostenute le attività per lo screening del cancro al polmone che vogliamo inserire quanto prima nei programmi gratuiti del servizio sanitario”, ha spiegato.
Tra le novità, l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), che introduce un programma di sorveglianza attiva per i tumori ereditari della mammella e dell’ovaio. Si tratta di un passaggio cruciale per intercettare precocemente le forme tumorali legate a predisposizioni genetiche e offrire cure mirate.
Schillaci ha affrontato anche il tema delle disparità territoriali: “L’Italia purtroppo soffre ancora di un divario importante tra Nord e Sud, e su questo stiamo lavorando, ma dobbiamo essere orgogliosi di ricordare le tante nostre eccellenze. Nessun intervento importante però sarebbe possibile senza il dialogo costante con i pazienti, i loro familiari, il Terzo Settore”.
Il sottosegretario Marcello Gemmato ha confermato l’impegno finanziario del Governo: “Insieme al ministro Schillaci, cerchiamo di difendere la sanità pubblica con le unghie e coi denti. Voglio ricordare che quest’anno abbiamo raggiunto il massimo di 7,4 miliardi di euro in più al Fondo Sanitario Nazionale, che è il finanziamento massimo nella storia della Repubblica, addirittura superiore a quello del periodo Covid”.
Ad aprire i lavori del Forum è stato il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulé, che ha annunciato cosa si sta facendo per perfezionare la legge di bilancio 2026: “Io personalmente presenterò 12 emendamenti in tutto”, ha spiegato, indicando aree di intervento che spaziano dal tumore alla prostata e al polmone, al diabete, alla celiachia, alle malattie croniche renali e all’obesità. Mulé ha rimarcato l’importanza degli screening, in particolare nel contrasto al papillomavirus, e ha rilanciato l’introduzione della figura dello psiconcologo negli ospedali, a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
Il Forum ha visto la partecipazione di 47 associazioni aderenti al Gruppo “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere”. Al centro del dibattito, la legge sulla tutela del posto di lavoro per i malati di tumore in trattamento per tutti quelli che sono guariti, e la mozione approvata alla Camera sull’importanza della nutrizione clinica, che sottolinea la necessità di integrare un corretto regime dietetico nel percorso di cura. Sono state rilanciate altre priorità: accesso ai test genetici, vaccinazioni per i pazienti fragili e tutela dei diritti del caregiver.
“Tutto quello che è avvenuto in questo 2025 è la riprova che il nostro lavoro, in sinergia con l’Intergruppo Parlamentare ‘Insieme per un impegno contro il cancro’, ha dato ottimi risultati”, ha commentato Annamaria Mancuso, presidente di Salute Donna Odv. “Dovremo proseguire su questa strada per far riconoscere anche i contributi figurativi, con la possibilità per il paziente in aspettativa di maturarli ai fini pensionistici”.
Vanessa Cattoi, coordinatrice dell’Intergruppo parlamentare alla Camera, ha aggiunto: “Dobbiamo continuare ad ascoltare i bisogni dei pazienti, affinché ogni progresso sia reso accessibile a tutti. Oltre al tema del lavoro e della nutrizione clinica, diventerà sempre più importante considerare il supporto psicologico e la figura del caregiver”.
La giornata si è conclusa con la consegna dei riconoscimenti del Cancer Policy Award, destinati ai rappresentanti della politica nazionale distintisi per l’impegno a favore dei diritti dei pazienti. Premi speciali sono stati conferiti in memoria di Emilia De Biasi e Jole Santelli, figure che hanno lasciato un segno indelebile nella promozione della cultura della salute.
Il Cancer Policy Forum ha confermato la sua funzione di ponte tra società civile e istituzioni, un luogo dove le istanze dei malati diventano motore di cambiamento e dove la politica si misura concretamente con l’esigenza di garantire dignità, diritti e qualità di vita a chi affronta le terapie in oncologia.





