Il caldo ti ha dato alla testa … con questa frase spesso apostrofiamo l’irascibilità eccessiva di alcune persone dando la colpa al caldo. Un vecchio modo di dire che, come tante “perle” della saggezza popolare, ha molto di vero.
Affaticamento, difficoltà di concentrazione e alterazioni del sonno insieme a irritabilità e stati di
agitazione sono le conseguenze più frequenti legate all’eccessivo caldo estivo – afferma il Prof. Alfredo Berardelli, Presidente della Società Italiana di Neurologia.
Queste conseguenze del caldo eccessivo impattano maggiormente sulle persone anziane e soprattutto tra coloro che soffrono di due patologie neurodegenerative molto diffuse: il Parkinson e l’Alzheimer.
Alcune regole per proteggersi dalle conseguenze del caldo valgono per tutti: una corretta idratazione attraverso l’assunzione di 2 o 3 litri di acqua al giorno e un’alimentazione ricca di frutta e verdura estiva che contengono moltissimi liquidi, sali minerali, vitamine, antiossidanti e fibre in grado di sostenere corpo e mente.
Lo stare a far niente può essere effettivamente un modo per sfuggire al caldo, ma per i pazienti con Parkinson è importante non assecondare lo stato di inattività che il caldo induce ad assumere.
Soprattutto a inizio giornata sarebbero vivamente consigliati esercizi di riscaldamento, si fa per dire, e di allungamento … bastano anche pochi minuti.
Contro il caldo fa bene a tutti un buon bagno in piscina, ma per coloro che hanno il Parkinson sarebbero consigliati anche esercizi di fisioterapia in acqua in modo da favorire la riattivazione muscolare.
In estate, col caldo, aumenta il rischio di cadute che può essere contrastato grazie all’utilizzo di un deambulatore nei momenti della giornata in cui si verificano i blocchi motori. Per i pazienti parkinsoniani che utilizzano i bastoni, si raccomanda la sostituzione con bastoncini di trekking o nordic walking che permettono di accrescere di circa il 20% la capacità fisica e il grado di allenamento rispetto alla passeggiata senza mezzi di ausilio.
Ricordiamoci, quando fa caldo, che per le persone affette da malattia di Alzheimer, spesso, la percezione della variazione di temperatura e la termoregolazione corporea sono alterate e quindi i pazienti possono non rendersi conto dell’eccessivo calore; per questa ragione è consigliabile far indossare loro abiti leggeri, preferibilmente di cotone o di lino.
In Estate, col caldo, sono più frequenti gli stati confusionali e il peggioramento dell’orientamento così come delle funzioni cognitive; è importante quindi rinfrescare costantemente gli ambienti e favorire delle passeggiate a fine giornate, nelle ore meno calde, che favoriscano il benessere psicofisico.