L’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute conferma coperture stabili, ma con differenze marcate tra i territori. Sicilia e Alto Adige fanalini di coda
Le vaccinazioni pediatriche rappresentano uno dei presidi più efficaci della sanità pubblica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda che le coperture vaccinali sono «l’indicatore più rappresentativo dell’efficacia delle strategie di immunizzazione», perché misurano la capacità reale dei sistemi sanitari di proteggere i bambini dalle malattie prevenibili. L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea da anni come i vaccini dell’infanzia abbiano «ridotto drasticamente la mortalità globale», mentre un’analisi pubblicata su una delle principali riviste scientifiche internazionali ha stimato che, negli ultimi cinquant’anni, le vaccinazioni pediatriche abbiano evitato la morte di circa 154 milioni di bambini nel mondo. Nonostante questi risultati, il quadro globale mostra segnali di rallentamento: dopo la pandemia, il numero di bambini che non ha ricevuto nemmeno una dose dei vaccini di routine è risalito a 18,6 milioni, un livello ancora insufficiente per fermare la diffusione di malattie evitabili.
L’ultimo report del Ministero della Salute conferma un andamento complessivamente stabile, ma segnato da profonde differenze territoriali. Per due vaccinazioni cruciali – antipolio e antimorbillo – il Paese resta ancora sotto l’obiettivo del 95% raccomandato dall’Oms per garantire l’immunità di comunità. La copertura a 24 mesi per il morbillo, aggiornata al 31 dicembre 2024, varia dall’87,98% della Sicilia, che registra il valore più basso, al 98,11% del Molise, che guida la classifica nazionale. Differenze significative emergono anche nelle fasce prescolari e adolescenziali, confermando un’Italia a più velocità.
Situazione simile per la polio, utilizzata come indicatore delle vaccinazioni contenute nell’esavalente. La media nazionale si attesta al 94,45%, ancora leggermente sotto il target Oms. Undici Regioni e Province autonome superano il 95%: Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli‑Venezia Giulia, Emilia‑Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Molise e Basilicata. Le altre Regioni si collocano tra il 90% e il 95%, con due eccezioni: la Provincia autonoma di Bolzano, ferma all’87,11%, e la Sicilia, che scende all’85,13%.
Per i bambini nati nel 2022, la copertura antipolio rimane al 94,45%, con undici Regioni sopra il 95% e due sotto il 90%. La prima dose di vaccino contro il morbillo raggiunge il 94,77%, in lieve aumento rispetto al 2023, con dieci Regioni sopra il 95% e una sola sotto il 90%. Nel report si segnala anche un miglioramento per la varicella, che raggiunge il 93,87%. La copertura contro il meningococco B si attesta al 79,44%, mentre quella relativa all’anti‑pneumococcica registra un calo dell’1,52% rispetto all’anno precedente, fermandosi al 90,05%.
Le vaccinazioni pediatriche restano uno degli interventi più efficaci e sostenibili dal punto di vista economico. In mezzo secolo, i vaccini dell’infanzia hanno evitato la morte di milioni di bambini e hanno permesso di controllare malattie che un tempo causavano epidemie devastanti. Tuttavia, i tecnici del ministero confermano che l’Italia non ha ancora raggiunto la soglia di sicurezza per morbillo e polio. Finché alcune Regioni resteranno lontane dal 95%, il rischio di focolai continuerà a essere concreto. L’Italia si trova dunque davanti a una sfida duplice: mantenere alte le coperture dove sono già buone e colmare i divari territoriali che ancora oggi compromettono la protezione collettiva. Una sfida che riguarda non solo la sanità, ma anche la fiducia, l’informazione e la capacità di raggiungere ogni famiglia, in ogni territorio.





