Dal dicembre 2019, quando a Wuhan oramai famosa provincia cinese di Hubei, un nuovo coronavirus è stato identificato come causa della nuova infezione chiamata COVID-19, molti studi stanno portando nuove conoscenze sull’impatto della malattia, ma il Covid-19 è un virus al maschile?
L’infezione che sembrava manifestarsi all’inizio a carattere prevalentemente respiratorio, si è poi evidenziato come potesse interessare vari organi umani. Questi studi hanno dimostrato, ad esempio, che i sistemi vascolare, cardiovascolare, digestivo e urinario sono tutti interessati dall’infezione SARS-CoV-2. Un nuovo studio condotto recentemente dai ricercatori del National Institutes of Health degli USA, farebbe emergere un dato interessante, ma anche preoccupante, sulla presenza del virus nei testicoli dell’uomo e sul suo effetto su di essi. Tanto che alcuni commentatori hanno ipotizzato che questa osservazione, possa giustificare il fatto che gli uomini siano maggiormente colpiti dall’infezione rispetto alle donne.
Al di là di questa ultima considerazione che per ora resta non dimostrabile, tra le conoscenze acquisite, sappiamo che il virus SARS-CoV-2 utilizza in tutti questi organi lo stesso recettore cellulare, l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2), così come il coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS). Il virus, come negli altri distretti, sfrutterebbe poi per l’ingresso nelle cellule bersaglio attraverso la proteasi cellulare serina TMPRSS2. Fino ad oggi, non era stato determinato se il sistema riproduttivo fosse un potenziale bersaglio dell’infezione da SARS-CoV-2 e se per questo l’infezione stessa rappresentasse un pericolo. In questa ricerca è stato studiato il modello di espressione dell’enzima ACE2 nei testicoli umani adulti, per indagare proprio su questo aspetto che potrebbe essere un virus al maschile. I risultati indicano che l’enzima ACE2 è abbondante in particolare in alcune cellule (Leydig e Sertoli) di queste ghiandole sessuali maschili. Questo conferma che l’infezione può provocare insufficienza spermatogenica, in quanto la spermatogenesi sarebbe interrotta se vi fosse stato un danneggiamento da parte di questo “benedetto coronavirus”.
Senza voler andare troppo oltre le analisi effettuate durante lo studio, si può concludere che abbiamo ora la prova di come i testicoli umani siano un potenziale bersaglio e quindi molto vulnerabili all’infezione SARS-CoV-2. Ma forniscono anche spunti per una nostra più completa comprensione dei meccanismi di questa malattia e di come si diffonda rapidamente creando danni in molti distretti del nostro organismo.