Fibromialgia è il nome di una malattia che è difficile da pronunciare per chi lo fa per la prima volta. Ed è difficile anche conviverci, lo sanno bene le donne colpite, che quotidianamente hanno a che fare con un dolore cronico, fino a diventare invalidante.
L’Organizzazione mondiale della sanità individua la fibromialgia come malattia dal 1992. È una sindrome che provoca dolore cronico muscoloscheletrico associato da specifici punti dolorosi e accompagnato da disturbi che vanno dall’astenia ai problemi cognitivi fino a quelli psichici, come ansia e depressione.
La fibromialgia – il suo nome è difficile da pronunciare per chi lo fa per la prima volta ma è difficile anche conviverci, lo sanno bene le donne colpite, che quotidianamente hanno a che fare con un dolore cronico, fino a diventare invalidante – è una malattia che impatta fortemente sulla vita dei pazienti perché causa tutta una serie di difficoltà nelle attività di tutti i giorni.
Si stima che la fibromialgia colpisca il 3% della popolazione. Si tratta di persone apparentemente sane, di solito con un’età compresa tra i 40 e i 60 anni e soprattutto sono le donne quelle ad essere maggiormente colpite. Succede che in mancanza di un suo corretto riconoscimento queste persone non ricevono alcuna diagnosi di fibromialgia.
In Italia la fibromialgia non viene considerata dal punto di vista degli aspetti cronici e dal punto di vista di quelli invalidanti. In Piemonte è stata depositata la proposta di legge per conoscerla meglio, ovvero per promuovere la conoscenza, la prevenzione, la diagnosi e la cura della fibromialgia ponendo le basi per un percorso verso un riconoscimento come malattia cronica e invalidante che potrà contare sull’istituzione di un Osservatorio e di un Registro regionali.
La proposta di legge è stata depositata dalla consigliera regionale della Lega Salvini Piemonte, Sara Zambaia, che spiega che tale proposta prevede non solo la creazione di un Osservatorio regionale della fibromialgia che sarà composto da medici ed esperti con l’obiettivo di predisporre le linee guida per un percorso diagnostico e terapeutico multidisciplinare, elaborare programmi di formazione e aggiornamento per i medici e di proporre campagne di sensibilizzazione e prevenzione tra le persone, che culmineranno con la giornata regionale della fibromialgia il 12 maggio.
Ci sarà anche un registro regionale della fibromialgia per la raccolta e l’analisi dei dati clinici: l’obiettivo è infatti monitorare l’incidenza della malattia ed elaborare strategie di contrasto sempre più efficaci. Sarà di grande aiuto il terzo settore rappresentato dalle associazioni di volontariato.
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