Ci risiamo: per la quarta volta in cinque anni la regione di Kerala al sud dell’India sta affrontando un’epidemia di virus Nipah. Il patogeno è altamente letale ma poco trasmissibile. Non ci sono i presupposti per una pandemia, ma i contagi vanno fermati per evitare che il virus muti
In un mese sei persone sono state infettate e due sono morte. È il bilancio a oggi dell’epidemia di virus Nipah che ha colpito lo Stato di Kerala nel sud dell’India. Non è il presagio di una pandemia: il numero dei contagi non è aumentato e per il momento nulla fa pensare alla diffusione globale dell’infezione.
Almeno per ora lo scenario più plausibile è quello di una epidemia circoscritta a un’area geografica non troppo estesa.
Il virus Nipah, i cui serbatoi sono i pipistrelli della frutta, non si trasmette molto facilmente da persona a persona ma è estremamente pericoloso. Il tasso di mortalità varia dal 40 al 75 per cento a seconda del ceppo in circolazione. Il virus può causare febbre, vomito, problemi respiratori e infiammazione al cervello.