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Vaccino anti-Hpv: condilomi dimezzati tra i giovani

Le campagne per debellare il papillomavirus mediante immunizzazione ha fatto breccia nella fascia di età 15-24 anni, come confermano i dati dell’Istituto Superiore di Sanità

Grazie alla diffusione del vaccino anti-Hpv, i casi di condilomi ano-genitali tra i giovani dai 15 ai 24 anni sono diminuiti del 30% tra il 2018 e il 2021, raggiungendo addirittura una riduzione del 50% in questa fascia di età. Questo importante risultato è emerso dai dati della Sorveglianza sentinella delle infezioni sessualmente trasmesse dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

In Italia, i condilomi sono la patologia a trasmissione sessuale più frequentemente diagnosticata e nel 2021 sono stati 3-4 volte più numerosi dei casi segnalati di gonorrea e sifilide. Tuttavia, grazie alla campagna di vaccinazione anti-Hpv delle dodicenni iniziata nel 2008, si è registrata una diminuzione dei casi di condilomi tra i giovani, suggerendo che la protezione offerta dal vaccino si estende anche a questa patologia.

“La sensibilizzazione, l’educazione e la riduzione dello stigma sulla malattia sono le prime azioni per fermare l’Hpv”, ha sottolineato Anna Teresa Palamara, capo del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. I papillomavirus infettano la maggior parte delle persone nel corso della vita e possono causare il cancro, motivo per cui è fondamentale continuare a promuovere la vaccinazione e la prevenzione.

Con quasi mezzo milione di persone che muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’Hpv, è importante continuare a informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza della prevenzione e della vaccinazione per ridurre il rischio di contrarre questo pericoloso virus e le sue conseguenze.

I condilomi: sono causati dal virus del papilloma umano e si possono scongiurare mediante la vaccinazione anti-HPV, che previene anche vari tumori ano-genitali. La maggior parte di queste infezioni sono curabili se diagnosticate e trattate tempestivamente. Ma, in mancanza di trattamento, il rischio di gravi conseguenze a distanza di tempo è elevato: parliamo di problemi durante la gravidanza, sterilità e tumori.

Secondo i dati più recenti, relativi alle campagne correlate al papillomavirus, la copertura dello screening per il carcinoma della cervice uterina è stata del 88,3% nel 2021, avvicinandosi all’obiettivo del 90% fissato dall’Unione Europea per il 2025. Inoltre, nel 2022 si è registrato un ulteriore miglioramento della copertura, soprattutto nelle regioni del Nord, del Sud e nelle isole.

L’introduzione del test HPV, più sensibile rispetto al Pap test, ha contribuito a identificare precocemente le donne a rischio di sviluppare lesioni cancerose, migliorando l’efficacia dello screening. Anche la copertura vaccinale anti-HPV, seppur rallentata nel 2020, ha registrato un dato medio del 64% per le coorti di nascita 1997-2009 a fine 2021.

Tuttavia, nonostante i progressi, vi è ancora margine di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la vaccinazione anti-HPV.

I papillomavirus umani (HPV) sono piccoli virus molto diffusi che talvolta possono causare problemi di salute ma spesso sono innocui. Esistono moltissimi tipi di questo virus, che possono infettare la pelle o le mucose e che si differenziano per il loro contenuto in Dna. Vengono suddivisi in tipi “a basso rischio” (come, ad esempio, gli HPV 6 e 11) e tipi “ad alto rischio” (come, ad esempio, gli HPV 16, 18, 31, 33, 45, 52, 58, ed altri ancora). I primi, si legge in un comunicato Doctolib, inducono la formazione di verruche genitali, note come condilomi acuminati, ma le infezioni più comuni sono proprio quelle con i tipi ad alto rischio, responsabili della formazione di lesioni precancerose e tumorali. Un’infezione genitale da HPV può persistere per molto tempo senza causare alcun danno. Un’infezione latente, dormiente, può venire riattivata in caso di calo delle difese immunitarie e dunque persistenza o progressione possono verificarsi per svariati motivi. Non è la presenza ma appunto la persistenza per diversi anni dell’infezione da HPV del tratto genitale inferiore che può portare allo sviluppo di una displasia che poi evolve in neoplasia.

In Italia, nonostante siamo stati tra i primi, già nel 2007, a proporre la vaccinazione anti-Hpv, le coperture tra gli adolescenti e i giovani adulti rimangono molto basse, così come insufficiente risulta l’adesione allo screening oncologico, ha dichiarato Enrico Di Rosa, vicepresidente della Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica.

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