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Dolore cronico, 700mila pazienti in Piemonte

Gli esperti: “L’inappropriatezza delle cure genera rischi per la salute”

In Piemonte il dolore cronico lieve e moderato colpisce circa 700mila persone, con un notevole impatto sulla vita di relazione e lavorativa. Dal punto di vista economico, si calcola che l’impatto del dolore cronico a livello regionale valga 2,16 miliardi di euro, di cui 1,5 miliardi di costi indiretti.  I dati sono stati divulgati nel convegno “Appropriatezza prescrittiva e corretta informazione fattori chiave nella gestione del dolore cronico – Regione Piemonte” organizzato da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Angelini Pharma. 

Il medico di medicina generale, anche per ciò che attiene il dolore cronico, diventa una figura sempre più centrale, anche nel processo di digitalizzazione sanitaria e della relazione medico-paziente. Secondo Roberto Venesia, Segretario FIMMG Piemonte e responsabile nazionale dell’area farmaco  di Fimmg e membro esperto della Cabina di regia del Piano nazionale cronicità, “la medicina generale può contribuire efficacemente a garantire l’appropriatezza delle cure del dolore cronico passando da un’assistenza “reattiva” a un’assistenza “proattiva”, attraverso l’adozione di nuovi approcci assistenziali, professionali e organizzati, come le AFT previste dal recentissimo accordo regionale”

Purtroppo attorno al dolore cronico lieve e moderato – dai dolori osteoarticolari alla fibromialgia – esistono ancora pregiudizi, falsi miti e fake news che portano i pazienti a compiere azioni scorrette. Come ha spiegato Diego Girotto, Medico di medicina generale esperto FIMMG Torino, molti pazienti si affidano all’automedicazione e non chiedono un consiglio mirato al loro medico di fiducia, al loro medico di medicina generale, perchè questo vorrebbe dire impiegare del tempo per sottoporsi ad una visita medica. “Potrebbe essere utile, grazie a campagne divulgative rivolte alla popolazione, una maggiore conoscenza dei siti internet istituzionali che offrono risposte scientificamente valide ai quesiti di natura sanitaria”.

“Dall’altro lato – prosegue e conclude il dottor Girotto – risulta fondamentale avere medici di medicina generale esperti sul tema del dolore cronico, con una formazione continua e un approfondimento scientifico costante, che siano messi nelle condizioni di lavorare in un sistema organizzato dove essere di riferimento sia per la popolazione che per una rete di altri professionisti con cui collaborare quotidianamente”.

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