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Campania, il seme maschile spia dell’inquinamento ambientale

Le aree del Sele (Cilento) valle della fertilità

Liquido seminale spia della contaminazione ambientale: in tutte le Terre dei fuochi d’Italia, quelle delle province di Napoli e Caserta ma anche di Brescia, Taranto e altri siti inquinati di interesse nazionale, il seme maschile risulta contaminato da metalli pesanti e ciò incide fortemente sulla fertilità dei giovani e sul rischio oncologico. La Valle del Sele, a sud Di Salerno, invece, e molte zone del Cilento in Campania grazie a zone naturalisticamente conservate e poco inquinate sono da considerare zone a fertilità conservata grazie al minore impatto antropico e industriale e anche a un più corretto sistema di smaltimento dei rifiuti tossici e industriali. Non solo, qui i terreni ricchi di humus sono un tesoro per l’industria dell’agroalimentare bio e di qualità.

LO STUDIO
A confermarlo sono le ultime pubblicazioni scientifiche del gruppo di ricerca di EcoFoodFertility coordinato da Luigi Montano, responsabile del servizio di Andrologia del Presidio ospedaliero di Oliveto Citra, e presidente Siru (Società italiana di riproduzione umana). Il nuovo studio pubblicato su International Journal of Environment Research and Public Health denominato FASt (Fertilità, Ambiente, Stili di Vita coordinato da Luigi Montano è finanziato dal Ministero della Salute, dall’Asl Salerno in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, Università di Brescia e di Napoli, Milano ed Enea) conferma i dati di un precedente studio pubblicato nel 2021.
All’evidenza della ricerca conclusa un anno fa di alti rischi riproduttivi nei giovani ragazzi di queste aree, mitigati però dalla dieta mediterranea, stili di vita sani (no fumo e alcool, nessun consumo di droghe, corretta alimentazione e attività fisica) ora gli autori (Montano e Marco Trifuoggi, docente associato di Scienze Chimiche dell’Università Federico II di Napoli) aggiungono nuove acquisizioni.

«Stavolta sono state osservate differenze statisticamente significative – dice Montano – nel contenuto di metalli fra i tre gruppi di maschi individuati nello studio tra residenti di diverse zone a differente passione ambientale da mettere in relazione più alle condizioni ambientali di residenza che agli stili di vita individuali. Le differenze fra le aree, peraltro – affermano gli autori – si sono rivelate maggiormente nello sperma piuttosto che nel sangue, indicando il liquido seminale come bio-accumulatore, precoce e sensibile indicatore di esposizione ambientale».
Lo studio dice che nell’area di Brescia-Caffaro i valori dell’arsenico superano la media riscontrata in giovani adulti di età compresa tra i 18 e 35 anni dall’Istituto Superiore di Sanità. In particolare, le concentrazioni di arsenico, bario, litio, piombo, rubidio, antimonio, stagno e stronzio sono da 2 a 10 volte superiori nel seme rispetto al siero ed emergono differenze più marcate tra le tre aree investigate. Si tratta per la maggior parte di metalli correlati all’inquinamento industriale (insistente soprattutto nell’area Brescia-Caffaro e Valle del Sacco) ma anche utilizzati, nonostante i divieti, in agricoltura come pesticidi ed erbicidi (l’arsenico), oppure, come il piombo, presenti nelle verdure coltivate nei pressi di discariche abusive (particolarmente impattanti nel casertano). Lo zinco, che svolge un ruolo critico nella spermatogenesi e nella stabilizzazione della membrana degli spermatozoi e della cromatina nucleare, è in concentrazione 10 volte superiore nel seme rispetto al siero e concentrazione due volte superiore nell’area di Brescia-Caffaro.

I DANNI
“I danni al Dna spermatico – avverte – sono mediamente del 40 per cento e oltre, più alti nei soggetti residenti in Terra dei Fuochi (Acerra) e in altri siti inquinati di interesse nazionale (Ilva di Taranto, aree di Brescia, Valle del Sacco nel Frusinate) rispetto a quelli residenti nella Valle del Sele. Zone, queste ultime, estremamente conservate dal punto di vista ambientale. Le popolazioni che vi abitano, soprattutto nei Comuni interni, se ne giovano anche per la più bassa incidenza di molte patologie e in termini longevità”. Non a caso l’Ente Parco Foce Sele Tanagro – Monti Eremita-Marzano, alla vigilia della pandemia, nel 2019 approvò un’intesa per la creazione del primo distretto al mondo di “Medicina dello Stile di Vita”, ribattezzato appunto “Valle della Fertilità”.

Proprio il progetto EcoFoodFertility propone nuovi modelli di valutazione di impatto ambientale e innovativi approcci per la prevenzione a partire dallo studio della fertilità. “Il liquido seminale – continua l’esperto – è un importante biomarcatore di salute. Sono decine le pubblicazioni che confermano i nostri primi pionieristici studi di correlazione allargati alle aree più inquinate non solo d’Italia. Le differenze di fertilità, è sempre più chiaro, sono legate alle condizioni ambientali. Zone come Oliveto Citra, Contursi e l’area del cratere sono diventate aree di controllo”. Un modo anche per dare forza alla vocazione della Valle del Sele come area del benessere rafforzandone la connotazione grazie alle bellezze naturali-paesaggistiche, agli importanti complessi termali, alle eccellenze eno-gastronomiche e all’olio di oliva, simbolo della Dieta Mediterranea che a Pioppi ha avuto i suoi natali.

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