Amore, dedizione e una descrizione attenta e precisa delle cose, dei luoghi e delle persone. Una storia completa, appassionata, una storia vera, come lo sono tutte quelle che ama raccontare nei suoi libri il professore Mauro Moruzzi, sociologo, manager, scrittore. Il suo quarto romanzo storico è ambientato nell’Eritrea (ex colonia italiana dell’Africa Orientale) tra il 1939 e gli anni del dopoguerra e si intitola ‘Tra i cieli dell’Impero. Storie di guerra e d’amore nell’Africa Orientale Italiana’, edito da Paolo Emilio Persiani. In copertina c’è l’immagine dello sbarco a Massawa degli aerei Fiat CR 42, protagonisti del romanzo assieme a Mario Visintini e ai piloti della 412esima Squadriglia Autonoma Caccia Terrestre della Regia Aeronautica Militare italiana, abilissimi, coraggiosi, insuperabili.
Il romanzo del professore Moruzzi è stato presentato, dopo Milano e Bologna, anche a Roma lo scorso 3 dicembre, nella sede della Delegazione della Regione Lombardia, in via del Gesù 57. Due popoli e due nazioni al centro del romanzo, un viaggio nel tempo e nello spazio che il lettore compie attraverso gli occhi di una donna, Giovanna. Colpiscono la descrizione dei posti, che viene fatta con amore e precisione, i diversi piani di lettura e di narrazione e la vita e la morte che continuamente si intrecciano.
Questo romanzo è il frutto di 4 anni di ricerche e di 120 chilometri di Africa, osservati con passione, in sella ad una bicicletta, per risvegliare un ricordo, per raccontare l’Eritrea di ieri e di oggi. Una terra in cui la storia si è fermata e continua a regalare emozioni.
“Ho iniziato a scrivere le primissime pagine africane di questo romanzo diversi anni fa. Era il 2017 e avevo già scritto un romanzo ambientato in Africa Orientale e stavo avviando le ricerche per altri. Fu in quel periodo che decisi di compiere un viaggio solitario in bicicletta di 120 chilometri da Asmara (un “museo a cielo aperto”) e Massawa, incontrando rare autovetture, qualche camion, diverse carovane di dromedari ma anche babbuini e perfino una iena”.
Un testimone oculare privilegiato, l’autore, “potendo osservare in modo straordinario e diretto il territorio che si snoda dall’altipiano al Mar Rosso e i tanti resti, spesso ancora conservati, dell’architettura e della presenza italiana, a partire dalle stazioni ferroviarie e dai fortilizi nel deserto di pietre della piana di Dogali e oltre”.
L’autore ricorda l’arrivo ad Otmlu, nei pressi di Massawa: “quasi sul mare, dove un tempo c’era l’aeroporto con la pista sterrata della 412 squadriglia di Mario Visenti, Medaglia d’oro ed eroe di tanti combattimenti aerei del 1940-41”.
“Tra il popolo italiano e il popolo eritreo c’è una storia lunga e in comune che va tutta riscoperta. Purtroppo sono emersi solo gli aspetti negativi, che vanno indubbiamente condannati come quello dell’aggressione italiana all’Etiopia, ma c’è tanta storia bella che in questo momento gli stessi eritrei che vengono in Italia, diventano cittadini italiani, lavorano con noi, ci raccontano, invitandoci a ritornare in Africa, pacificamente, come viene proposto anche dal Piano Mattei del Governo che va senz’altro apprezzato”.
Il tempo in questa terra si è fermato, come spiega il professore Moruzzi. “Troviamo ancora città bellissime, palazzi stupendi e strade da noi costruiti e che ci fanno rivedere da là un’Italia diversa da quella che pensiamo”. Per lo scrittore l’incontro con l’Africa è fondamentale.
“Io vedo un futuro dove i nostri ragazzi andranno a lavorarci. Per questo, in questo romanzo ho voluto ricordare la storia di tanti giovani aviatori che da eroi sono caduti in quella terra. Non importava da che parte combattessero. Portarono i loro aerei nei cieli limpidi ma infuocati della guerra dell’altopiano eritreo ed etiopico, delle isole del Mar Rosso, compiendo gesta e missioni eroiche il cui ricordo si è perso purtroppo nel tempo. Sono stati degli eroi che hanno lasciato un’impronta importante, che dopo ha in qualche modo aiutato la lotta di liberazione dell’Eritrea per la loro indipendenza”.
Alla presentazione del romanzo erano presenti l’ambasciatore a Roma d’Eritrea, il sottosegretario di Stato Alessio Butti, il Capo Dipartimento DTD Angelo Borelli, il generale Basilio Di Martino, gli storici Pasquale Santoro e Annamaria Isastia, Anna Cometti della Comunità Eritrea. E poi: ragazze eritree di Roma, colleghi della Presidenza del Consiglio dei Ministri, anziani ‘italiani asmarini’ che abitavano ad Asmara, come Maurizio Ostini e tanti altri.