Seguici!

Seguici!

Contenuti esclusivi

La Stroke Unit dell’Azienda Moscati di Avellino sul podio d’Europa

Premio Diamante per l’eccellenza nella gestione tempestiva dell’ictus ischemico. La...

Cancro, la svolta è ora: a Milano si scrive il futuro dell’oncologia con il paziente al centro

Robot, AI e medicina personalizzata al centro del confronto...

Dermatologi sentinella: la pelle un libro aperto. Infezione da HIV tra i temi del congresso SIDeMaST

Quando la pelle è in sofferenza, esprime molto più di un semplice disagio estetico. Nel caso dell’HIV, le manifestazioni cutanee sono spesso tra i primi indizi visibili dell’infezione: segnali che, se riconosciuti in tempo, possono trasformarsi in una chiave per una diagnosi precoce e una presa in carico più efficace. A ribadire questo ruolo cruciale sono gli specialisti della Società Italiana di Dermatologia e Malattie Sessualmente Trasmesse (SIDeMaST), in occasione della Special Edition del Congresso Nazionale, a Roma nel contesto del XIV International Congress of Dermatology (18–21 giugno) presieduto da Giovanni Pellacani.

Secondo Maria Concetta Fargnoli, che ha assunto la direzione scientifica dell’IRCCS San Gallicano, “il 90% delle persone con HIV sviluppa almeno una patologia cutanea prima della diagnosi o durante il trattamento”. Una percentuale che fa comprendere il ruolo sentinella della dermatologia, in grado di intercettare l’infezione attraverso manifestazioni insolite o refrattarie della cute.

Tra i campanelli d’allarme possiamo citare eruzioni maculo-papulari atipiche, dermatiti seborroiche estese, herpes zoster recidivanti o diffusi, scabbia resistente alle terapie, candidosi orofaringea cronica, psoriasi gravi o insensibili ai trattamenti, fino alle dermatofitosi estese. Spesso queste affezioni possono essere riconducibili a patologie di natura diversa, ma quando compaiono in forma severa o inspiegabile, meritano sempre un’indagine più approfondita.

I dati dell’Istituto Superiore di Sanità sono eloquenti: 2.349 nuovi casi di HIV nel 2023, con un’incidenza di 4 ogni 100.000 abitanti, in preoccupante risalita rispetto agli anni post-pandemia. Dopo un calo costante tra il 2012 e il 2020, il trend è tornato a crescere dal 2021. Il problema non è solo la diffusione, ma anche la latenza nella diagnosi: secondo l’OMS, il 13% delle persone positive non è in trattamento, aumentando il rischio di trasmissione. La diagnosi precoce è fondamentale non solo per la salute del paziente ma anche per il contenimento dell’infezione nella popolazione. Gli specialisti in dermatologia possono essere i primi a sospettare l’infezione da HIV e avviare un percorso diagnostico. Da qui l’idea lanciata da SIDeMaST al congresso: dare visibilità a una task force di dermatologi venereologi capaci di fare rete con infettivologi e altri specialisti, guidando ricerca, formazione e assistenza integrata.

“Dunque, il dermatologo può essere considerato il primo guardiano – sottolinea Lidia Sacchelli, ricercatrice presso il Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna – la prima figura specialistica in grado di cogliere i segni della malattia infettiva, la cui presenza deve essere poi confermata da un’analisi del sangue con test specifici per l’HIV. In un certo senso possiamo parlare giustamente di dermatologi-sentinella, che appena individuano la criticità, possono poi attivare l’intero iter diagnostico-terapeutico”. Ma perché questo ruolo decisamente strategico non è ancora pienamente valorizzato? Secondo la professoressa Fargnoli, interpellata nel corso di un briefing con la stampa, alla vigilia dell’apertura del congresso (foto sotto), uno dei limiti principali è la mancanza di linee guida operative aggiornate, che aiutino gli specialisti a riconoscere in modo sistematico le manifestazioni sospette. “Serve più formazione specifica, più strumenti condivisi e maggiore interdisciplinarità. Ogni giorno che passa senza una diagnosi è un’occasione persa per controllare la malattia e migliorare la prognosi”. Occorre rafforzare il filtro della dermatologia nella diagnosi precoce dell’infezione da HIV. A questo punto il messaggio è lanciato: la pelle manda segnali inequivocabili, occorre saperli cogliere con tempestività e, nei casi selezionati, prendere provvedimenti senza indugi.

Seguici!

Ultimi articoli

La Stroke Unit dell’Azienda Moscati di Avellino sul podio d’Europa

Premio Diamante per l’eccellenza nella gestione tempestiva dell’ictus ischemico. La...

Cancro, la svolta è ora: a Milano si scrive il futuro dell’oncologia con il paziente al centro

Robot, AI e medicina personalizzata al centro del confronto...

Newsletter

Registrati e ottieni le nostre rassegne stampa in esclusiva!

spot_img

Da non perdere

La Stroke Unit dell’Azienda Moscati di Avellino sul podio d’Europa

Premio Diamante per l’eccellenza nella gestione tempestiva dell’ictus ischemico. La...

Cancro, la svolta è ora: a Milano si scrive il futuro dell’oncologia con il paziente al centro

Robot, AI e medicina personalizzata al centro del confronto...
spot_imgspot_img

Cybersicurity, sistema informativo ospedaliero: Asl Salerno sull’infrastruttura del Polo strategico nazionale

Asl Salerno prima in Campaniia: in linea con i principi della strategia Cloud Italia, elaborata dal dipartimento per la Trasformazione digitale, e dei regolamenti...

La Stroke Unit dell’Azienda Moscati di Avellino sul podio d’Europa

Premio Diamante per l’eccellenza nella gestione tempestiva dell’ictus ischemico. La Stroke Unit dell’Azienda ospedaliera San Giuseppe Moscati di Avellino inizia il 2025 confermandosi centro “Diamond”...

Cancro, la svolta è ora: a Milano si scrive il futuro dell’oncologia con il paziente al centro

Robot, AI e medicina personalizzata al centro del confronto tra esperti, clinici e istituzioni. Ma la vera innovazione è umana: “Serve una cura che...