In Campania alla firma l’Air su Aft e ruolo unico
Proseguono gli incontri che la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) sta portando avanti su tutti i territori, a partire dalle Regioni con le quali sono già stati siglati gli Accordi Integrativi Regionali (AIR). Obiettivo dichiarato, accelerare sull’emanazione dell’Atto di Indirizzo indispensabile alla definizione dell’ACN 2022-2024 ormai già scaduto. Dopo il positivo incontro con il presidente Acquaroli, stavolta è stato il segretario regionale Fimmg, Niccolò Biancalani, ad avere un proficuo e fattivo incontro con il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani. «Un confronto molto utile ed efficace, nel corso del quale il presidente Giani ha ribadito la sua volontà di spingere affinché dalla Conferenza delle Regioni emergano quanto prima gli elementi essenziali all’emanazione dell’Atto di Indirizzo e quindi si possa così passare poi alle trattative per la definizione dell’ACN 2022-2024» dice Biancalani. Il lavoro portato avanti dalle segreterie regionali della Fimmg, è bene ricordarlo, ha preso impulso dal mandato chiaro emerso nel corso delle segreterie congiunte dello scorso 11 settembre con FIMP, FMT, SUMAI e ANDI. La mozione finale ha infatti espressamente previsto di esercitare le necessarie pressioni sui livelli politici locali più favorevoli al dialogo, salvo riservarsi di avvalersi di iniziative sindacali più forti con quelle realtà che ostacolassero le giuste aspettative del personale convenzionato.
L’incontro con il presidente della Regione Toscana è stato anche l’occasione per il Segretario Generale Silvestro Scotti di esprimere la propria soddisfazione e il pieno riconoscimento per un’azione politica che attraverso il dialogo e il confronto ha portato alla sottoscrizione di un Accordo integrativo regionale capace di tradurre concretamente gli obiettivi del vigente ACN in strumenti operativi e innovativi per il rilancio della medicina territoriale, coerenti con gli obiettivi del PNRR e con il modello delle Case di Comunità, hub e spoke; rappresentando che è possibile farlo senza variazioni del ruolo giuridico.
«È fondamentale procedere immediatamente all’emanazione dell’Atto di Indirizzo per il rinnovo contrattuale 2022-2024 dell’area convenzionata, così da valorizzare il lavoro di chi ha già sottoscritto gli AIR e consentire a chi non li ha ancora definiti di disporre degli strumenti necessari» ricorda Scotti. «Come le ASL sanno bene – prosegue il leader Fimmg – la categoria dei convenzionati è in forte difficoltà, sia per aumento dei carichi di lavoro che per uno scarso ricambio tra pensionamenti e nuovi ingressi, con massimali che crescono e compensi fermi al 2021. È dunque necessario un Atto di Indirizzo che permetta una trattativa e la rapida chiusura dell’ACN 2022-24, ma anche un impegno affinché, chiuso questo ACN, si possa subito guardare al successivo 2025-27. In questo modo potremmo ambire a lavorare in un Paese normale sul piano contrattuale pubblico».
Un Paese, ricordano dalla Fimmg, nel quale gli sforzi economici del Governo nelle Leggi di Bilancio corrispondano in tempo reale al giusto compenso che ne deriva. «Sarebbe l’occasione per i professionisti convenzionati dell’SSN di apprezzare gli sforzi del Governo e non di trovarseli a “babbo morto” e, continuando con queste tempistiche, potrebbe non essere solo un modo di dire. Ma, attenzione, il babbo potrebbe essere il nostro Servizio Sanitario Nazionale».
Intanto in Campania: è nero su bianco da settimane l’accordo integrativo regionale per la medicina generale. Un documento che ha visto slittare di giorno in giorno la firma in giunta nonostante la sua stesura abbia anticipato di mesi le linee di indirizzo licenziate di recente dalla Conferenza delle Regioni e che ora potrebbe addirittura slittare al post elezioni regionali fissate per il 23 e 24 novembre. I nuovi dottori, assunti in convenzione con le Asl, lavoreranno infatti anche dentro le Case di comunità e avranno un doppio obbligo: esercitare in studi associati (le cosiddette aggregazioni funzionali territoriali o Aft) di cui almeno uno sempre aperto in un arco di 12 ore (dalle 8 alle 20) ma anche lavorare su orari fissati dall’Asl di riferimento, nelle nascenti Case di Comunità quando pronte (per ora nessuna delle 172 pronta in Camoania). I medici saranno presenti h24, 7 giorni su 7, nelle Case di comunità hub e h12 e 6 giorni su 7 nelle strutture spoke che, nei vari accordi regionali sottoscritti (Marche, Provincia autonoma di Trento e Bolzano e altri in fase di sottoscrizione) sono appunto rappresentate dagli studi associati delle Aft. Le attività orarie includono visite ambulatoriali per bisogni non differibili, la gestione della cronicità e della fragilità in équipe, interventi di Sanità pubblica e promozione della Salute, la dotazione di strumentazioni di primo livello diagnostico (fornite dalla Casa di Comunità), il rilascio di certificazioni, le prescrizioni e proposte di ricovero, il supporto all’assistenza domiciliare e segnalazione ai servizi territoriali oltre che l’assistenza a turisti, studenti fuori sede, cittadini non residenti. L’organizzazione dei turni sarà di competenza dell’Azienda sanitaria locale in collaborazione con i referenti delle AFT. Previsto anche l’apporto di personale di studio e altro personale sanitario (infermieri, fisioterapisti, tecnici ecc.).L’obiettivo è la valorizzazione del modello dell’assistenza territoriale per renderla più accessibile, vicina ai pazienti, articolata nel tempo delle 12 ore e orientata alla prossimità. Anche nell’accordo integrativo regionale in Campania questo modello prevede un impegno crescente dei medici nelle Case della Comunità hub e spoke, in coordinamento con le 181 AFT presenti in maniera capillare nelle 7 Asl della Campania e coinvolge tutti i 3.150 medici di famiglia attivi nella regione.. L’accordo regionale prevederà un ulteriore potenziamento delle sedi con presenza di personale di studio, infermieri, tecnici e altro personale sociosanitario per tutti i medici. Bisognerà garantire l’assistenza diurna almeno in uno studio associato dalle 8 alle 20. Ciò consentirà di stabilizzare 3 mila infermieri e collaboratori in tutta la Regione nei prossimi 5 anni e l’ingresso in professione di oltre 700 nuovi medici di medicina generale attualmente in formazione o precari. Nelle linee guida nazionali la Continuità assistenziale notturna e festiva diventa anche diurna e feriale prevedendo la presenza programmata anche nelle Case di comunità, negli ambulatori e nei distretti ma in Campania la composizione dei presidi resta tuttavia, almeno per ora, inalterata. La parola chiave è dunque collaborazione tra i professionisti e coordinamento con i servizi. Se le Case della Comunità diventano il luogo di riferimento dell’assistenza territoriale, riconoscibili e facilmente accessibili e collegate in rete con ospedali di comunità, consultori, ambulatori, farmacie e centrali operative e servizi sociali il cuore dell’accordo è il collegamento diretto con l’utenza nell’ambito della prossimità delle cure di pazienti sempre più alle prese con patologie croniche, fragilità e bisogni sociosanitari complessi. L’adesione alle Aft è obbligatoria per tutti: in Campania ce ne saranno 182 (25 circa per ogni Asl), ognuna con personale di studio e sede di riferimento. Qui, nelle more delle attivazioni delle Case di Comunità, i medici svolgeranno il ruolo unico con sei ore settimanali per ogni medico inseriti in équipe multiprofessionali condividendo informazioni dei pazienti e piani di cura attraverso strumenti interoperabili come il Fascicolo sanitario elettronico e le piattaforme di telemedicina. L’obiettivo è superare la frammentazione tra i vari setting assistenziali, garantendo continuità, tempestività e presa in carico. Un progetto ambizioso che mira a garantire una maggiore flessibilità e una presenza più capillare sul territorio, anticipando i bisogni della popolazione, capace di interagire con la rete dell’emergenza nella gestione del quotidiano in collaborazione con infermieri e tecnici e specialisti avendo cura di ridurre gli accessi ospedalieri e di mantenere l’autonomia delle persone, soprattutto in contesti rurali o svantaggiati senza trascurare l’impegno in prevenzione e educazione sanitaria, campagne vaccinali, promozione di stili di vita sani su gruppi a rischio anche agendo sulla leva della Medicina d’iniziativa.





