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Diabete di tipo 1, le quattro novità che fanno la differenza

Gestione da remoto, interoperabilità, inclusività e semplificazione clinica. L’evoluzione nella tecnologia Movi accarezza il sogno del pancreas artificiale.

Diabete di tipo 1, parliamo di una malattia autoimmune che, nella maggior parte dei casi, viene diagnosticata in età pediatrica. È causata dalla progressiva scomparsa delle cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina, l’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue. Senza insulina, il glucosio si accumula nel sangue, provocando iperglicemia e, nel lungo periodo, danni a organi vitali. Per questo, chi ne è colpito deve assumere insulina quotidianamente, tramite iniezioni o microinfusori.

Ma gestire il diabete di tipo 1 è tutt’altro che semplice. Ogni persona ha abitudini alimentari, ritmi di vita e risposte metaboliche differenti. L’equilibrio glicemico può sballare ai pasti a seconda dei casi, ma si osservano alterazioni anche durante un’attività fisica intensa e addirittura per un semplice raffreddore. Crisi di ipoglicemia o iperglicemia sono sempre in agguato, e il pensiero della malattia accompagna ogni scelta quotidiana.

Da oltre quarant’anni, il settore biomedicale è impegnato nello sviluppo di un “pancreas artificiale”, un sistema capace di replicare la funzione fisiologica del pancreas umano, regolando in maniera efficiente i livelli di glucosio. L’obiettivo è duplice: migliorare gli outcome metabolici e semplificare la quotidianità, alleggerendo il peso della gestione del diabete.

Date queste premesse, una novità significativa arriva da un sistema ibrido a circuito chiuso lanciato da Movi SpA, azienda italiana con una lunga tradizione nel settore dei dispositivi medici. Il sistema, già diffuso in Italia, combina una pompa per insulina, un sensore per il monitoraggio continuo della glicemia e un algoritmo intelligente che modula automaticamente l’infusione basale in risposta ai valori glicemici. Ora, grazie a un aggiornamento tecnologico, si compie un salto evolutivo, un avanzamento presentato a Roma durante un incontro stampa intitolato Moving Borders in Diabetes Care: la tecnologia che modella il cambiamento. “Le innovazioni – ha scritto Enrico Ceribelli, Director Business Unit Biosystem di Movi SpA – sono frutto di una solida collaborazione con Tandem Diabetes Care. Innovare significa offrire maggiore libertà e sicurezza ai pazienti, mentre forniamo ai medici strumenti più efficienti e intuitivi che semplificano la pratica clinica. Parliamo di un sistema che supporta sia i medici che i pazienti”. Quattro le innovazioni principali che, secondo i progettisti, promettono di cambiare il paradigma della cura, le sintetizziamo di seguito.

Gestione da remoto tramite app. Una nuova applicazione mobile consente al paziente di gestire la terapia insulinica a distanza, inclusa l’erogazione dei boli. “Si tratta di un passaggio importante in termini di autonomia e discrezione – spiegano i tecnici – La gestione del diabete diventa meno invasiva, più integrata nella vita di tutti i giorni e favorisce un’aderenza terapeutica più costante e accurata, migliorando così i risultati di salute a lungo termine”.

Condivisione dati. La piattaforma proprietaria Tandem Source sincronizza in automatico le informazioni raccolte dalla pompa e dal sensore con il cloud. Il medico può accedere in tempo reale al profilo glicemico del paziente, senza dover scaricare manualmente i dati. Questo consente di articolare in maniera ottimale i tempi delle visite, ottimizzando gli accessi agli ambulatori di diabetologia.

Inclusività. Grazie a un nuovo algoritmo, il sistema diventa utilizzabile anche nei bambini a partire dai due anni di età e nei pazienti con fabbisogno insulinico variabile, anche per valori molto bassi o molto alti. Inoltre, è possibile impostare profili basali temporanei e boli prolungati fino a otto ore, anche durante la modulazione automatica dell’insulina. Una flessibilità preziosa, soprattutto in situazioni come l’attività fisica o i pasti prolungati.

Interoperabilità. Questo sistema diventa compatibile con il sensore FreeStyle Libre 3 Plus di Abbott, che si aggiunge ai già supportati Dexcom G6 e G7. Avere più sensori disponibili consente al medico di personalizzare ulteriormente la terapia, tenendo conto delle esigenze cliniche e personali del paziente.

La visione è condivisa anche dalla comunità scientifica. “Lo sviluppo di sistemi AID completamente automatizzati – si legge in un comunicato – rappresenta una delle novità più promettenti nella cura del diabete di tipo 1. L’obiettivo finale è semplice, ma rivoluzionario: liberare la persona con diabete dal pensiero costante della gestione della malattia. La vera innovazione è permettere a chi convive con il diabete di sentirsi finalmente libero e uguale agli altri”. I sistemi AID (Automated Insulin Delivery) combinano un sensore per il monitoraggio continuo del glucosio (CGM), un microinfusore per insulina e algoritmi di intelligenza artificiale per dosare autonomamente l’insulina, agendo come un “pancreas artificiale” a circuito chiuso o ibrido. Questi sistemi migliorano il controllo glicemico, aumentano il “Tempo nell’Intervallo”, riducono le ipoglicemie e migliorano la qualità della vita dei pazienti affetti da diabete giovanile e, più recentemente, trovano applicazioni in casi selezionati anche nel diabete di tipo 2. Per “Tempo nell’Intervallo” (detto anche TIR ovvero Time in Range) si intende l’arco temporale durante il quale i livelli di glucosio nel sangue di una persona si mantengono ottimali, ovvero permangono all’interno di un target predefinito.

Per Movi, attiva dal 1992 anche nel campo della diabetologia, questa evoluzione rappresenta un ulteriore passo verso una gestione sempre più semplice ed efficace della patologia. Un passo che, per chi convive con il diabete di tipo 1, può significare non solo un miglioramento clinico, ma una conquista di libertà. Il nuovo sistema si conferma tra i pochi dispositivi Advanced Hybrid Closed Loop (AHCL) in grado di automatizzare non solo la modulazione della basale, ma anche l’erogazione dei boli correttivi. Ad oggi, affermano i promotori dell’incontro stampa, questa è l’unica soluzione, in questo specifico segmento, ad affiancare tali funzionalità a una gestione da remoto via app e alla compatibilità con più sensori CGM, in un ecosistema completamente integrato.

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