Dati preoccupanti da The Lancet e un appello forte dalla Società Italiana di Pneumologia: serve più prevenzione, diagnosi precoce e accesso equo alle cure.
Respirare è il gesto più naturale e vitale che compiamo ogni giorno, eppure la salute dei polmoni resta una delle dimensioni più trascurate della medicina preventiva. Il 25 settembre, in occasione della Giornata Mondiale del Respiro (World Lung Day), promossa dal Forum of International Respiratory Societies (FIRS) e sostenuta in Italia dalla Società Italiana di Pneumologia (SIP/IRS), è stato rilanciato un messaggio chiaro e urgente: “Healthy Lungs, Healthy Life”. Proteggere i polmoni significa proteggere la vita.
Un messaggio che trova conferma nei dati più recenti pubblicati da The Lancet Respiratory Medicine nel 2025. Le malattie respiratorie croniche — tra cui broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), asma, tumore del polmone e fibrosi polmonare — continuano a rappresentare una delle principali cause di morte e disabilità nel mondo. La BPCO, in particolare, è oggi la terza causa di morte a livello globale, con oltre 213 milioni di persone colpite e più di 3,7 milioni di decessi annuali. Un incremento drammatico rispetto al 1990, che evidenzia una crescita del 111% nei casi e del 49% nella mortalità.
Sempre secondo i dati del 2021, le malattie croniche non trasmissibili (NCDs) hanno causato oltre 43 milioni di morti, di cui 4,4 milioni attribuibili a patologie respiratorie croniche. Quasi il 40% di questi decessi ha riguardato persone con meno di 70 anni, segno che il problema non è confinato alla popolazione anziana.
In Italia, il quadro non è meno allarmante. Le patologie respiratorie croniche sono in aumento, ma troppo spesso vengono diagnosticate tardivamente. I sintomi iniziali — tosse persistente, affanno, infezioni ricorrenti — vengono sottovalutati o confusi con disturbi minori, ritardando l’intervento medico e aggravando il decorso della malattia.
Particolare attenzione è stata dedicata alla fibrosi polmonare e alle malattie interstiziali, condizioni severe e in crescita. Le più recenti evidenze scientifiche, pubblicate su European Respiratory Review e European Respiratory Journal, dimostrano che l’inquinamento atmosferico, in particolare l’esposizione cronica al particolato fine (PM2.5), accelera la progressione di queste malattie, peggiora la funzionalità polmonare e aumenta la mortalità. Un dato inquietante, se si considera che oltre il 99% della popolazione mondiale respira aria che supera i limiti di sicurezza fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
“La Giornata Mondiale del Respiro ci ricorda quanto la salute dei polmoni debba essere una priorità condivisa da cittadini, istituzioni e comunità scientifica”, ha dichiarato il professor Fabiano Di Marco, Presidente della Società Italiana di Pneumologia. “La prevenzione resta l’aspetto prioritario: non fumare, ridurre l’esposizione agli inquinanti, vaccinarsi e adottare uno stile di vita attivo. Allo stesso tempo, è essenziale favorire la diagnosi precoce e garantire a tutti un accesso equo alle terapie più innovative, compresi i farmaci inalatori. Solo così potremo ridurre il peso delle malattie respiratorie e restituire respiro al futuro delle prossime generazioni”.
Accanto alla prevenzione, la SIP sottolinea l’importanza delle nuove tecniche diagnostiche, come la spirometria e l’ecografia polmonare (LUS/TUS), strumenti fondamentali per una diagnosi tempestiva e per un monitoraggio accurato della malattia. Tecnologie che, se integrate nella pratica clinica quotidiana, possono migliorare significativamente la gestione delle patologie respiratorie.
In occasione del World Lung Day, la Società Italiana di Pneumologia ha lanciato un appello forte e chiaro: servono politiche pubbliche incisive, il rafforzamento della rete pneumologica territoriale e investimenti strutturali in prevenzione, diagnosi precoce e accesso equo alle cure. Solo con un impegno condiviso sarà possibile affrontare con efficacia la sfida delle malattie respiratorie croniche e garantire davvero “Healthy Lungs, Healthy Life” alle generazioni future.
Il respiro è vita. E oggi più che mai, proteggerlo è un dovere.





