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Cancro “parte della storia”, immagini che cambiano la percezione della malattia

“Part of the Story” racconta casi umani, storie illustrate con narratori immaginari (l’Alighieri e la Fata Turchina). Pfizer coinvolge i media nella campagna. “Abbattere lo stigma del tumore e fare crescere la solidarietà”

Il cancro continua a rappresentare una delle sfide più complesse per la medicina moderna, non solo per la sua incidenza e gravità, ma anche per il peso emotivo e sociale che porta con sé. Ancora oggi, la parola “tumore” evoca paura, silenzio, isolamento. Eppure, la realtà vissuta da milioni di pazienti e caregiver è fatta anche di forza, resilienza, relazioni e speranza. In questo contesto, si inserisce “Part of the Story”, la nuova campagna globale internazionale promossa da Pfizer, che mira a riscrivere e ridisegnare la narrazione attorno al cancro, storie vere impersonate da narratori immaginari (l’Alighieri e la Fata Turchina), un’operazione ardita, pensata per abbattere lo stigma, sdrammatizzare, incoraggiare la diagnosi precoce e ispirare solidarietà.

L’iniziativa nasce con l’obiettivo di cambiare il modo in cui la società percepisce la malattia, spostando il focus dalla paura alla consapevolezza, dalla commiserazione all’empowerment. Attraverso il racconto diretto di esperienze personali, la campagna intende promuovere un dialogo aperto e inclusivo, incoraggiare la diagnosi precoce e dare visibilità ai protocolli di cura più innovativi. “Part of the Story” non è solo uno slogan, ma un invito a riconoscere che l’emozione che si riceve quando viene comunicata una diagnosi di cancro, pur nella sua durezza, si potrebbe anche ridimensionare, e può diventare parte di una sintassi più ampia, aperta a varie possibili soluzioni.

Al centro della campagna c’è lo storytelling: le testimonianze di pazienti, familiari e operatori sanitari diventano strumenti di sensibilizzazione ed emancipazione culturale. Raccontare il cancro significa dare voce a chi lo vive, rompere il silenzio e costruire una nuova grammatica della cura. “Condividere storie autentiche è il primo passo per avviarci verso un capitolo più speranzoso nella lotta contro la malattia”, sottolineano i promotori dell’iniziativa. Ma “Part of the Story” è anche un progetto strutturato, in ambito internazionale, che si articola in collaborazioni con professionisti della salute e organizzazioni governative, come il National Cancer Institute in Kenya, per sviluppare strategie capaci di generare fiducia e sostegno a livello comunitario. L’approccio è duplice: globale nella visione, locale nell’azione. L’obiettivo è costruire una cultura in cui parlare di cancro non sia più un tabù, ma un gesto di responsabilità e solidarietà.

Tra gli elementi chiave della campagna, spicca il desiderio di migliorare gli esiti clinici. Un atteggiamento aperto e costruttivo può infatti incentivare le persone a sottoporsi a screening, a cercare aiuto in tempi ragionevolmente brevi e inserirsi nel percorso terapeutico. “Creare una comunità consapevole e attiva è fondamentale per aumentare le possibilità di guarigione e migliorare la qualità della vita dei pazienti”, è il fine ultimo dell’operazione.

Un altro scopo dell’iniziativa è quello di vincere i pregiudizi. Troppo spesso, chi riceve una diagnosi di cancro si trova a dover affrontare, oltre alla malattia, anche l’isolamento sociale e lo stigma. “Part of the Story” vuole ribaltare una certa ipocrisia, incoraggiando conversazioni aperte e sincere, in cui la malattia non sia più sinonimo di vergogna, ma occasione di condivisione e crescita.

Infine, la campagna punta a rafforzare il ruolo delle comunità nella gestione del cancro. Attraverso programmi di sensibilizzazione e supporto, si intende coinvolgere attivamente cittadini, associazioni, istituzioni e aziende, affinché ciascuno possa contribuire a costruire un ecosistema più accogliente e informato. “Empowerment significa dare alle persone gli strumenti per agire, per prendersi cura di sé e degli altri, per essere parte della soluzione”, ribadiscono i promotori. “Part of the Story” si configura dunque come un’iniziativa ambiziosa e necessaria, che affronta il cancro non solo come patologia, ma come esperienza umana complessa. In un mondo in cui la medicina avanza, ma le barriere culturali restano, cambiare la narrazione può fare la differenza. Perché ogni storia conta. E ogni storia può diventare parte del cambiamento.

La campagna vuole restituire umanità, complessità e continuità narrativa a un tema che troppo spesso viene rappresentato con una antinomia che oscilla tra due stereotipi ormai desueti, ma che ciclicamente tornano a fare capolino, quelli della “malattia incurabile” e della “guarigione miracolosa”, dimenticando la quotidianità e la forza silenziosa di chi convive con la diagnosi, e riconquista il benessere giorno dopo giorno, un pezzo alla volta. Per concepire questa recensione e renderla comprensibile ai fini della divulgazione era necessario risalire alla fonte, meditare la documentazione. Abbiamo consultato per questo i materiali americani che racchiudono il razionale del piano di comunicazione.

In Italia, Part of the Story prende vita attraverso il linguaggio del fumetto, con due illustratrici dal tratto inconfondibile — Elena Triolo e Roberta Guzzardi — che risvegliano due personaggi leggendari, Dante Alighieri padre della lingua italiana, e la mitica Fata Turchina de “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” romanzo fantastico di Carlo Collodi. I due modelli, reinterpretati in chiave contemporanea, vengono presi come narratrice e narratore della condizione umana, messi davanti alle loro fragilità: consapevoli, vulnerabili, emblematici, ma ancora capaci di desiderare, amare e trasformare la prova in una chance di riscatto.

L’idea alla base della campagna è che la malattia non debba definire l’identità di chi la vive, ma possa convivere con le relazioni, le passioni e i sogni che fanno parte della vita di ogni persona. È un invito a guardare oltre la diagnosi, riconoscendo la dignità delle emozioni, dei piccoli gesti e della continuità dell’esistenza anche durante il percorso oncologico.

Part of the Story ricorda a tutti che quando si affronta il cancro in prima persona, per la prima volta, o ci si ritrova accanto a chi sta vivendo questo percorso, nasce un racconto, una raccolta di pagine tutte da scrivere, fatte di relazioni, sogni, e piccole o grandi conquiste quotidiane. La malattia può lasciare un segno profondo ma non racchiude mai l’intera essenza di una persona: è solo parte della storia. Ognuno porta con sé un vissuto, desideri e passioni che precedono la malattia; e il percorso oncologico non cancella ciò che si è stati né preclude la possibilità di andare avanti. I progressi della ricerca hanno aperto nuove possibilità terapeutiche in grado di prolungare la sopravvivenza e migliorare la qualità di vita delle persone con una diagnosi di cancro. Eppure la narrazione resta spesso polarizzata, dicotomizzata tra due estremi, da una parte la “malattia metastatica”, per certi versi irremovibile, dall’altra il miraggio di una escissione chirurgica che allontani il male una volta per tutte, in modo da dimenticarlo, e dormire la notte. La realtà di chi convive quotidianamente con il cancro si colloca talvolta invece tra due fuochi, da una parte la cronicizzazione, dall’altra la remissione, ma sempre con il timore di una recidiva. Integrare la malattia in storie e illustrazioni contribuisce a trasformare ciò che spaventa in un elemento comprensibile e condiviso del vissuto collettivo. Un cambio di prospettiva che diventa urgente se pensiamo che le diagnosi di cancro, a livello globale, tra gli under 50 sono aumentate del 79% nel 2019 rispetto al 1990 e che in un prossimo futuro in Italia si stimano circa 390mila nuove diagnosi di tumore in un anno, con una prevalenza complessiva di oltre 3,7 milioni di persone che convivono con la malattia, in qualche modo cronicizzata.

Partendo da questa esigenza di raccontare la complessità nasce “Part of the Story”, la campagna di sensibilizzazione ideata da Pfizer a livello internazionale e declinata nei diversi Paesi con linguaggi e riferimenti culturali locali diversi. Mentre gli inglesi hanno raccontato, ad esempio, un capitolo inedito di Sherlock Holmes, in Italia Pfizer ha dato la parola, come si diceva, a Dante Alighieri e alla Fata Turchina. Attraverso linguaggi creativi e rimandi letterari, la campagna invita a riconoscere la complessità di chi convive ogni giorno con la malattia senza esserne definito, perché la diagnosi non esaurisce la storia di una persona: è solo un capitolo. Su questa visione si innesta l’impegno profuso: «Sappiamo quanto sia urgente portare innovazioni in grado di cambiare la vita dei pazienti – ha scritto Marco Provera, Oncology Lead Pfizer Italia – e acceleriamo ricerca e sviluppo per offrire nuove opzioni terapeutiche. Con Part of the Story vogliamo ricordare che il cancro può far parte della vita ma non deve mai diventarne l’intera storia. È importante raccontare anche esperienze relazioni e aspirazioni che vanno oltre la diagnosi perché dietro la malattia c’è sempre una persona con la sua vita e i suoi sogni».

Le illustrazioni di Roberta Guzzardi e di Elena Triolo stanno uscendo sul web, a cadenza periodica, all’indirizzo instagram.com/pfizer.italia a partire dal 23 ottobre sotto forma di carousel, con un nuovo episodio a settimana, e proseguiranno così fino alla fine di novembre, quindi una storia che affronta le tematiche legate ai tumori in momenti diversi. Cosa sarebbe accaduto se Dante Alighieri, nel mezzo del cammin di nostra vita, avesse ricevuto una diagnosi di cancro? E se la stessa sorte fosse toccata alla Fata Turchina? Entrambi hanno una missione da compiere, e la loro vicenda umana potrebbe avere uno sviluppo inaspettato, imprevedibile. Come andrà a finire? A immaginarlo sono le storie illustrate di Elena e Roberta, che svelano lati inediti dei personaggi, archetipi che dovranno affrontare la malattia facendo affidamento sulla loro forza interiore.

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