“In considerazione dell’assenza di terapie di provata efficacia per COVID-19, si ritiene indispensabile fornire ai clinici elementi utili ad orientare la prescrizione e a definire, per ciascun farmaco utilizzato, un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente”.
Con questa frase si apre sul sito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) il link dedicato alla terapia con eparine a basso peso molecolare, per la quale la stessa agenzia, ha autorizzato uno studio che consenta di verificarne l’efficacia in pazienti affetti da Covid-19 con quadro clinico moderato o severo.
Lo studio, che sarà coordinato dal Prof. Pierluigi Viale, ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Bologna, ha preso il nome, tra le tante eparine oggi disponibili in commercio, dal farmaco biosimilare utilizzato (Inhixa, enoxaparina sodica) e che sarà fornito gratuitamente dalla ditta produttrice.
Enoxaparina sodica è un tipo di eparina a basso peso molecolare con un’elevata azione antitrombotica e oggi è uno degli anticoagulanti più utilizzati per la prevenzione e la terapia delle tromboembolie venose (TEV) e arteriose nei soggetti sottoposti a intervento chirurgico o allettati.
“Poiché l’uso terapeutico delle eparine a basso peso molecolare sta entrando nella pratica clinica sulla base di evidenze incomplete e con importanti incertezze anche in merito alla sicurezza, si sottolinea l’urgente necessità di studi randomizzati che ne valutino efficacia clinica e sicurezza”.
Giustamente quindi Aifa invita alla prudenza ed in attesa di dati certi ritiene necessaria questa sperimentazione per chiarire dubbi e dare evidenze scientifiche complete.