La pandemia COVID-19, fra i tanti problemi creati in tutto il mondo, ha causato anche il lockdown della ricerca clinica e della ricerca oncologica. Infatti, secondo una indagine condotta su 36 centri tra il 23 marzo e il 3 aprile che stanno conducendo studi clinici sul cancro e pubblicata il 18 maggio sulla prestigiosa rivista Nature Reviews Drug Discovery, la situazione creatasi con Covid-19, ha causato un blocco significativo sull’arruolamento di pazienti sia in USA ed Europa, che seppur in misura minore, in Asia.
La Prof.ssa Hubbard-Lucey coautrice dello studio e direttrice del Cancer Research Institute organizzazione no profit che finanzia esclusivamente ricerche cliniche e di laboratorio innovative sull’immunoterapia del cancro, ha dichiarato che la situazione potrebbe avere un impatto estremamente negativo e che sarebbe molto interessante capire cosa i centri stiano facendo, per poter raccogliere e fornire delle indicazioni utili a tutti per il futuro
Questa pubblicazione analizza anche i dati del sito ClinicalTrials.gov, che raccoglie i principali studi clinici al mondo evidenziando come ben 200 studi di oncologia interventistica siano stati sospesi tra marzo (n = 62) e aprile (n = 139) a seguito della pandemia. Anche esaminando un sottogruppo studi clinici oncologici di IQVIA (società di analisi dei dati sanitari) di oltre 200 si è evidenziato come solo il 20% dei centri ricerca negli USA, il 14% in Europa ed il 60% in Asia abbiano continuato ad arruolare pazienti con gli stessi ritmi. Le motivazioni ovviamente riguardano la sicurezza dei pazienti ed il timore da parte di questi dell’accesso sicuro ai centri (data anche la tipologia di molte terapie da eseguire per via endovenosa), oltre che l’obbligo del confinamento a domicilio adottato da molti paesi e la carenza di personale diffusa in molti centri.
Inoltre l’80% dei ricercatori ha riferito che COVID-19 oltre al ritardo/blocco delle visite aveva causato deviazioni dal protocollo di studio, visite incomplete riguardo i dati paziente.
Ma a seguito di tutto questo Covid-19 ha fatto comprendere come sia necessario utilizzare tattiche nuove e diverse per aggirare le sfide operative della ricerca oncologica garantendo la sicurezza del paziente. Alcuni esempi pratici da condividere e adottare con maggior frequenza tra quelli analizzati, erano certamente legati all’utilizzo delle tecnologie da remoto, come la telemedicina (82%) e l’accesso remoto alle cartelle cliniche elettroniche (73%), o alla spedizione di farmaci orali direttamente ai pazienti (64%).