Se non si agisce subito nel 2050 i morti per l’antimicrobico resistenza supereranno quelli di tutte le altre cause. Servono sempre nuovi antibiotici perché la guerra è sempre in corso.
Antibiotici per combattere le infezioni correlate all’assistenza (ICA) che in Europa provocano ogni anno 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, 37.000 decessi attribuibili alle stesse, 110.000 decessi per i quali le infezioni rappresentano una concausa … 7 miliardi di euro di costi. E in Italia si stima che le infezioni correlate all’assistenza (ICA) colpiscano il 7%-10% dei pazienti ospedalizzati provocando la morte di 5.000-7.000 persone all’anno … 100 milioni di euro di costi.
I più colpiti sono i deboli: fasce avanzate di età e pazienti neonatali. L’Italia è al primo posto in Europa per quanto riguarda l’antimicrobico resistenza. Si torna a parlare di antimicrobico resistenza (AMR), di super batteri e della necessità di antibiotici innovativi e strategie per affrontare quella che gli esperti definiscono una vera e propria pandemia.
Di fronte ad un quadro così allarmante, Antonio Cascio, Professore Ordinario di Malattie Infettive e Tropicali: “C’è un dato che deve fare riflettere: se non si fa qualcosa nel 2050 i morti per l’antimicrobico resistenza supereranno quelli di tutte le altre cause. Le infezioni, soprattutto quelle severe, vanno trattate nel più breve tempo possibile”.
Negli ospedali i soggetti a rischio sono i pazienti ma anche, con minor rischio, il personale coinvolto nell’assistenza ai pazienti. Le cause sono da cercare nell’ambiente (fattori esogeni), ma questi organismi si sviluppano anche direttamente nel paziente (fattori endogeni) e tanto più il paziente è sottoposto a cure intensive, è lungodegente, è sottoposto ad interventi di impianto di devices, tanto maggiori sono i rischi di contrarre infezioni.
Antonino Giarratano, Presidente SIAARTI, ha spiegato che i nuovi antibiotici sono di particolare rilevanza nei pazienti ricoverati in terapia intensiva, pazienti critici: “I nuovi antibiotici vanno somministrati prontamente senza protrarre le attese, perché ogni ora di attesa aumenta la mortalità del paziente dell’8%. In situazioni critiche, per i pazienti con sepsi o choc settico, tra antimicrobico resistenza e sopravvivenza del paziente si opta per quest’ultima. In rianimazione abbiamo i nuovi antibiotici a disposizione e li utilizziamo prontamente; l’infettivologo può intervenire e interviene, nelle successive 24 ore, a correggere il tiro”.
Chiara Iaria, Direttore UOC Malattie Infettive mette in evidenza l’importanza di interventi su più livelli e la consulenza infettivologica che si cerca di garantire ed implementare. “L’utilizzo degli antibiotici ad alto costo è sempre fatto su consulenza infettivologica ed in collaborazione con la farmacia che verifica sempre anche l’appropriatezza, se ci sono le prescrizioni dell’infettivologo” ha spiegato Chiara Iaia. Si collabora molto con la microbiologia e sono importanti anche i dati epidemiologici.
AAA cercasi nuovi antibiotici, ma quando arrivano trattiamoli da supereroi e non demonizziamoli!