Evidenziata l’importanza di integrare lo screening precoce nei soggetti portatori di coronaropatia
Roma, 15 ottobre – L’arteriopatia periferica (Pad) rappresenta una patologia di rilevanza crescente, colpendo una percentuale consistente di pazienti, in particolare coloro che già sono affetti da coronaropatia (Cad). Uno studio recente condotto dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, in collaborazione con il Consorzio Sanità (Co.S) e la Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (SIAPAV), ha messo in luce l’urgenza di integrare lo screening della Pad nella pratica clinica quotidiana per i pazienti a rischio.
I dati emersi dal progetto Pad&Cad rivelano che il 4,3% degli over 40 anni, oltre il 20% degli over 65 e un sorprendente 30% dei soggetti diabetici presentano segni di arteriopatia periferica. Questi dati sono particolarmente allarmanti considerando che la Pad, una patologia aterosclerotica caratterizzata dall’ostruzione delle arterie, comporta una ridotta ossigenazione dei tessuti e un elevato rischio di eventi cardiovascolari gravi, come l’infarto e l’ictus. Le evidenze suggeriscono un legame diretto tra la presenza di coronaropatia e la Pad, con un significativo incremento delle complicanze cardiovascolari.
Purtroppo, nonostante la sua alta prevalenza, la diagnosi precoce è spesso trascurata, specialmente tra i pazienti con malattia coronarica. Sono molteplici i fattori che contribuiscono a questa mancanza di diagnosi: la difficoltà di accesso a strumenti diagnostici appropriati e la scarsa consapevolezza sul tema tra i medici, in particolare nella pratica clinica di routine. Lo studio, che ha coinvolto 32 medici di medicina generale e 713 pazienti con coronaropatia, ha messo a disposizione un dispositivo automatico per la misurazione dell’indice pressorio caviglia-braccio (Ankle-Brachial Index – Abi). Questa metodica, semplice e non invasiva, ha portato all’identificazione di 148 pazienti (20,8%) con Pad, di cui un preoccupante 71,6% risultava asintomatico.
Marta Baviera, coordinatrice della ricerca e responsabile del Laboratorio di prevenzione cardiovascolare dell’Istituto Mario Negri, sottolinea che “i risultati dello studio evidenziano l’importanza di integrare lo screening della arteriopatia periferica nella pratica clinica quotidiana, specialmente in medicina generale per i pazienti a rischio”. La misurazione dell’indice pressorio Abi, che richiede solo pochi minuti, potrebbe rappresentare il primo passo per individuare precocemente la presenza di arteriopatia periferica, permettendo una gestione migliore dei pazienti. Queste osservazioni sono state commentate, di recente, al congresso nazionale Fimmg di Villasimius, ai medici di famiglia è stato raccomandato di approfondire sempre il quadro clinico nei loro pazienti con coronaropatia. “Attraverso una diagnosi tempestiva e la conseguente gestione attenta dei fattori di rischio” ha scritto la dottoressa Baviera, “si potrebbe ridurre significativamente la probabilità di complicanze cardiovascolari associate alla Pad”. Queste affermazioni pongono in evidenza la necessità di una maggiore formazione e sensibilizzazione tra i medici di base riguardo alla rilevanza dello screening per arteriopatia periferica, al fine di ridurre l’incidenza di eventi avversi in una popolazione frequentemente colpita da comorbidità.
In conclusione, lo studio pubblicato su Internal and Emergency Medicine fornisce dati significativi sul legame tra coronaropatia e arteriopatia periferica, e lancia anche un appello per un cambiamento nella pratica clinica: è ora di integrare lo screening per proteggere la salute cardiovascolare dei pazienti più vulnerabili. La speranza è che, attraverso misure preventive efficaci e un’adeguata formazione, si possa migliorare la qualità della vita di molti pazienti, riducendo il carico delle malattie cardiovascolari in Italia.
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