La collaborazione Italia-USA tra Petrone Group e Centro Studi Americani
Lo spettro autistico è una condizione del neurosviluppo che non si limita a riguardare il bambino o il ragazzo che ne riceve la diagnosi.
Ogni bambino vive il proprio percorso in modo unico, ma l’impatto di questa condizione si estende inevitabilmente all’intera famiglia e, più in generale, alla società. Per questo è importante affrontare l’autismo non solo dal punto di vista clinico, ma soprattutto come fenomeno sociale e umano.
Di questo e di tanto altro si è discusso nel corso del convegno organizzato da Petrone Group e dal Centro Studi Americani dal titolo “Patologie neurologiche nell’età evolutiva: lo spettro autistico, genesi e prospettive” che si è aperto con il saluto del cavaliere Carmine Petrone, Fondatore di Petrone Group che da anni si occupa del tema spesso drammatico dell’autismo: “abbiamo la necessità di intervenire con le terapie soprattutto quando i bambini sono molto piccoli. In quel caso i risultati possono essere davvero importanti. Successivamente bisogna viceversa occuparsi da un lato della possibilità di un loro inserimento reale nella società con un percorso che li aiuti a sentirsi utili anche nel mondo del lavoro e dall’altro con l’inevitabile sostegno che deve essere rivolto anche alle famiglie”. Al commento del cavaliere Petrone sono seguiti i saluti di Roberto Sgalla, Direttore del Centro Studi Americani, l’intervento dello psicologo e psicoterapeuta Gerardo Colucci sul ‘Dopo di Noi’ “che si costruisce oggi, nell’infanzia. L’intervento precoce è un investimento per il futuro. Garantire autonomia significa garantire dignità e qualità di vita. L’indipendenza non è un punto di arrivo, ma un percorso che inizia nei primi anni di vita”.
Le famiglie affrontano spesso costi elevati per garantire terapie specialistiche, attività educative personalizzate e supporti adeguati. In molti casi, i servizi pubblici non sono sufficienti, e ci si deve rivolgere al privato, con un impatto economico notevole. A questo si aggiunge la riduzione del reddito familiare dovuta alla necessità che uno dei genitori limiti o abbandoni il lavoro. Il carico economico diventa quindi un ulteriore fattore di stress e disuguaglianza sociale.
Ma le vere prospettive non si misurano solo in termini di terapie: riguardano la capacità della società di essere inclusiva, accogliente e solidale.
Il futuro si costruisce insieme, facendo dell’autismo non un marchio di esclusione, ma un’occasione per ripensare i nostri modelli educativi e sociali.
“L’autismo non riguarda soltanto i bambini che ne sono interessati, ma le famiglie, le comunità e l’intera società. Affrontarlo significa prendersi cura del presente e del futuro di tutti, promuovendo un’idea di inclusione che non lasci indietro nessuno. Ogni bambino ha diritto a crescere in un mondo che lo riconosca e lo sostenga: la sfida dell’autismo è la sfida della nostra umanità condivisa,” ha commentato Antonio Addonizio, Dirigente per i centri di riabilitazione Petrone Group prima delle conclusioni dell’ex ministro della Salute Beatrice Lorenzin, Senatrice e Coordinatrice del progetto Health & Science, Centro Studi Americani che ha dichiarato: “Dopo 10 anni dall’entrata in vigore legge su autismo c’è bisogno di manutenzione della stessa pensando ad esempio a percorsi ad hoc attivi dall’età adolescenziale fino a quella adulta, ovviamente investendo più risorse. Noi abbiamo presentato una proposta di legge studiata con esperti internazionali sull’autismo e diciamo che all’appello oggi mancanodiverse centinaia di milioni di euro. C’è bisogno di Lea uniformi sul territorio e studiare percorsi di vita per i soggetti affetti da patologie invalidanti che prevedano lavoro e autonomia, perché c’è vita nella famiglia ma c’è anche il dopo di noi che preoccupa soprattutto i genitori”.





