Asl Napoli 2: presso il reparto di Cardiologia con UTIC ed Emodinamica, dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, diretto da Marco Boccalatte, è disponibile da alcune settimane il trattamento di “denervazione renale” per trattare pazienti affetti da ipertensione arteriosa “non controllata”. Questa procedura interventistica agisce disattivando i nervi vicini ai reni, responsabili di un aumento della pressione arteriosa e si affianca alla terapia farmacologica anti ipertensiva in casi particolari. Infatti, esiste una percentuale non trascurabile di pazienti che non risponde in maniera efficace e stabile alla terapia farmacologica ottimale (che spesso comprende oltre 4 classi di farmaci) e che quindi rimane ad alto rischio di eventi avversi come infarto, ictus e scompenso cardiaco.
La procedura
La denervazione renale è un intervento minimamente invasivo che mira ai nervi localizzati intorno alle arterie renali, i quali possono diventare iperattivi e causare l’ipertensione. Dopo la sedazione, il medico pratica una piccola puntura, di solito nell’inguine, e inserisce un catetere di appena 2 mm nell’arteria che porta al rene. Si utilizza un catetere a radiofrequenza per ridurre l’attività dei nervi collegati al rene, senza impiantare alcun dispositivo.
Importanza dell’ipertensione
Si stima che circa 1,28 miliardi di adulti (di età compresa tra i 30 e i 79 anni) in tutto il mondo siano affetti da ipertensione. Tuttavia, l’ipertensione non è diagnosticata in circa il 50% dei pazienti e nel restante 50% è trattata e ben controllata solo nel 20% dei casi (NCD Risk Factor Collaboration Lancet 2021; 398: 957–80). Aumentare la consapevolezza è fondamentale per affrontare il problema dell’ipertensione, dato che è prevenibile, rilevabile e curabile. Curare in maniera efficace l’ipertensione riduce le complicanze cardiovascolari.
Conferme scientifiche
È clinicamente provato che la procedura di denervazione renale per il controllo della pressione arteriosa aiuta a ridurre l’ipertensione, il che può contribuire a mitigare gravi rischi per la salute.
“L’ipertensione arteriosa è un fattore di rischio determinante di complicanze cardiovascolari per i pazienti in tutto il mondo. Per le persone affette da ipertensione, i farmaci e i cambiamenti nello stile di vita possono aiutare a ridurre la pressione sanguigna, ma per molti pazienti queste soluzioni da sole potrebbero non essere sufficienti”, dichiara Marco Boccalatte, Cardiologo, Responsabile della Cardiologia con UTIC ed Emodinamica del PO Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli.
In qualità di specialista dell’ipertensione ed Emodinamista, aggiunge: “Esiste ora una terapia efficace e sicura da affiancare alla terapia farmacologica. Infatti 8 pazienti su 10 trattati ottengono una significativa riduzione dei valori pressori dopo il trattamento”.
“Abbiamo constatato che la procedura di Denervazione Renale contribuisce al controllo dell’’ipertensione in aggiunta ai cambiamenti dello stile di vita e alla gestione dei farmaci ed appare promettente nel controllo della progressione della malattia cardiorenale”, conclude il Dr. Boccalatte.
“Oggi abbiamo a disposizione una terapia innovativa, sicura ed efficace per il trattamento dell’ipertensione resistente. – spiega Stefano Messina, medico Cardiologo del Santa Maria delle Grazie – Si tratta di una procedura minimamente invasiva durante la quale, con un dispositivo spiraliforme, viene erogata energia a radiofrequenza (RF) termo-ablando i plessi nervosi renali disposti attorno alle arterie e mantenendo inalterata la funzionalità dell’organo.”
“Prima di questa procedura non esistevano trattamenti oltre a quello farmacologico. La riduzione della pressione arteriosa è particolarmente importante nei pazienti in politerapia, ma anche – come esplicitato dalle nuove Linee-Guida Europee – in quelli a rischio cardiovascolare molto elevato ed in terapia con meno di tre farmaci, perché migliora la prevenzione di complicanze secondarie all’ipertensione quali l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale e l’emorragia cerebrale”, continua il dottor Messina.
“Sensibilizzare la popolazione sul rischio dell’ipertensione è il primo passo di una strategia efficace di prevenzione cardiovascolare – aggiunge Il Dr. Boccalatte – L’efficacia dell’intervento di denervazione è ampiamente dimostrata ed è uno strumento in più che possiamo offrire alla popolazione per ridurre gli effetti negativi di questa condizione sulla salute. Basti pensare che con una riduzione di 10 mmHg di pressione arteriosa sistolica si ha una riduzione del rischio di infarto e ictus tra il 20 e 30%”, conclude il responsabile del reparto di Cardiologia.
Le fibre nervose renali giocano un ruolo chiave nella regolazione della pressione arteriosa attraverso diversi meccanismi: la secrezione di renina: le fibre nervose renali stimolano la secrezione di renina, un enzima che attiva il sistema renina-angiotensina-aldosterone, aumentando la pressione arteriosa e il riassorbimento di sodio: le fibre nervose renali favoriscono il riassorbimento di sodio, aumentando il volume circolante e la pressione arteriosa. Infine la vasocostrizione renale: le fibre nervose renali possono causare vasocostrizione renale, riducendo il flusso renale e aumentando la pressione arteriosa
Studi recenti hanno dimostrato l’efficacia della denervazione renale nel ridurre la pressione arteriosa nei pazienti con ipertensione resistente come lo studio SPYRAL HTN-OFF MED che ha mostrato una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica delle 24 ore (-3.9 mmHg) e della pressione arteriosa clinica (-6.5 mmHg) nei pazienti trattati con denervazione renale rispetto al gruppo di controllo.
- Lo studio RADIANCE-HTN SOLO ha riportato una riduzione significativa della pressione arteriosa sistolica delle 24 ore (-6.3 mmHg) e della pressione arteriosa clinica nei pazienti trattati con denervazione renale rispetto al gruppo di controllo.
La riduzione anche di soli millimetri di mercurio della pressione arteriosa è provato essere in grado di ridurre del 10% per cento l’incidenza di eventi acuti cardiovascolari, sia infarti sia ictus.
La denervazione renale è considerata una procedura sicura, con poche complicanze riportate negli studi clinici. Tuttavia, è importante selezionare attentamente i pazienti e utilizzare tecniche di imaging per guidare la procedura e minimizzare il rischio di complicanze.¹





