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Il valore economico e sociale della prevenzione vaccinale dell’adulto

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Campania, Medicina di famiglia: studi aperti 12 ore. Ecco le Case di comunità spoke

Medicina generale e di famiglia, cambia l’assetto delle cure di prossimità in Campania dove viene siglato l’accordo regionale integrativo per la medicina primaria. Diventano strutturali le cosiddette Aft (aggregazioni funzionali territoriali) ossia reti di di dottori articolate in base alla densità della popolazione servita (fino a 7 mila cittadini, da 7 mila a 25 mila e poi oltre questa soglia) in cui i camici bianchi condividono la storia e la cartella dei pazienti e in cui almeno una struttura di riferimento territoriale resta aperta dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20. A firmare l’accordo integrativo regionale siglato ieri in Regione sono state la Fimmg, il maggiore sindacato di categoria (che rappresenta il 70% dei 3500 medici di famiglia della Campania) la Cisl ed Fmt (Federazione medici del territorio)
Mentre lo Snami si è riservato di formare nei prossimi giorni dopo il congresso nazionale. Contrario invece lo Smi (sindacato medici italiani).
generale Ognuna delle 181 aggregazioni di medici Aft conserva la presenza capillare degli studi sui territori ma individua sempre una sede unica e uno studio centrale di riferimento dotato di tecnologie diagnostiche di primo livello e di personale di studio (infermieri, tecnici e altre professioni sanitarie) sostenuti dalla destinazione dell’8% del fondo regionale per la medicina generale.
Nelle Aft è garantita la presenza del medico del ruolo unico della medicina generale per 12 ore. Tutti i medici di nuovo ingresso in convenzione sono obbligati a presidiare queste strutture. Le reti si configurano come strutture spoke dei costituendi hub rappresentati dalle Case di Comunità previste dal Pnrr. Previsti il potenziamento degli screening e delle attività di prevenzione e profilassi. Tutti i medici che hanno conseguito un incarico provvisorio durante la formazione entro 90 giorni dalla legge saranno stabilizzati (sono circa 700).
Altra novità per contrastare le desertificazioni delle periferie e delle aree riurali e disagiate sono incentivi ed indennità ad hoc. Nessuna modifica invece per le attività festive e notturne che restano coperte dai medici di continuità assistenziale e che, in prospettive, saranno presidiate dalle nascenti Case di Comunità.
Dopo settimane di attesa sul filo di lana dell’ultima giunta utile prima della pausa pre elettorale nonostante la sua stesura abbia anticipato di mesi le linee di indirizzo licenziate di recente dalla Conferenza delle Regioni si svolta. I nuovi dottori, assunti in convenzione con le Asl, e dunque immessi nel ruolo unico della medicina generale, lavoreranno anche dentro le Case di comunità (per ora nessuna attiva in Camoania) e avranno un doppio obbligo: esercitare in studi associati (le cosiddette aggregazioni funzionali territoriali o Aft) di cui almeno uno sempre aperto in un arco di 12 ore (dalle 8 alle 20) ma anche lavorare su orari fissati dall’Asl di riferimento, nelle nascenti Case di Comunità quando pronte. I medici saranno presenti h24, 7 giorni su 7, nelle Case di comunità hub e h12 e 6 giorni su 7 nei loro studi, strutture spoke che, nei vari accordi regionali sottoscritti finora sono appunto rappresentate dagli studi associati delle Aft. Le attività orarie includono visite ambulatoriali per bisogni non differibili, la gestione della cronicità e della fragilità in équipe, interventi di Sanità pubblica e promozione della Salute, la dotazione di strumentazioni di primo livello diagnostico (fornite dalla Casa di Comunità), il rilascio di certificazioni, le prescrizioni e proposte di ricovero, il supporto all’assistenza domiciliare e segnalazione ai servizi territoriali oltre che l’assistenza a turisti, studenti fuori sede, cittadini non residenti. L’organizzazione dei turni sarà di competenza dell’Azienda sanitaria locale in collaborazione con i referenti delle AFT. Previsto anche l’apporto di personale di studio e altro personale sanitario (infermieri, fisioterapisti, tecnici ecc.).L’obiettivo è la valorizzazione del modello dell’assistenza territoriale per renderla più accessibile, vicina ai pazienti, articolata nel tempo delle 12 ore e orientata alla prossimità. Anche nell’accordo integrativo regionale in Campania questo modello prevede un impegno crescente dei medici nelle Case della Comunità hub e spoke, in coordinamento con le 181 AFT presenti in maniera capillare nelle 7 Asl della Campania e coinvolge tutti i 3.150 medici di famiglia attivi nella regione. L’accordo regionale prevede un ulteriore potenziamento delle sedi con presenza di personale di studio, infermieri, tecnici e altro personale sociosanitario per tutti i medici. Bisognerà garantire l’assistenza diurna almeno in uno studio associato dalle 8 alle 20. Ciò consentirà di stabilizzare 3 mila infermieri e collaboratori in tutta la Regione nei prossimi 5 anni e l’ingresso in professione di oltre 700 nuovi medici di medicina generale attualmente in formazione o precari. Nelle linee guida nazionali la Continuità assistenziale notturna e festiva diventa anche diurna e feriale prevedendo la presenza programmata anche nelle Case di comunità, negli ambulatori e nei distretti ma in Campania la composizione dei presidi resta tuttavia, almeno per ora, inalterata. La parola chiave è dunque collaborazione tra i professionisti e coordinamento con i servizi. Se le Case della Comunità diventano il luogo di riferimento dell’assistenza territoriale, riconoscibili e facilmente accessibili e collegate in rete con ospedali di comunità, consultori, ambulatori, farmacie e centrali operative e servizi sociali il cuore dell’accordo è il collegamento diretto con l’utenza nell’ambito della prossimità delle cure di pazienti sempre più alle prese con patologie croniche, fragilità e bisogni sociosanitari complessi. L’adesione alle Aft è obbligatoria per tutti: in Campania ce ne saranno 182 (25 circa per ogni Asl), ognuna con personale di studio e sede di riferimento. Qui, nelle more delle attivazioni delle Case di Comunità, i medici svolgeranno il ruolo unico con sei ore settimanali per ogni medico inseriti in équipe multiprofessionali condividendo informazioni dei pazienti e piani di cura attraverso strumenti interoperabili come il Fascicolo sanitario elettronico e le piattaforme di telemedicina. L’obiettivo è superare la frammentazione tra i vari setting assistenziali, garantendo continuità, tempestività e presa in carico. Un progetto ambizioso che mira a garantire una maggiore flessibilità e una presenza più capillare sul territorio, anticipando i bisogni della popolazione, capace di interagire con la rete dell’emergenza nella gestione del quotidiano in collaborazione con infermieri e tecnici e specialisti avendo cura di ridurre gli accessi ospedalieri e di mantenere l’autonomia delle persone, soprattutto in contesti rurali o svantaggiati senza trascurare l’impegno in prevenzione e educazione sanitaria, campagne vaccinali, promozione di stili di vita sani su gruppi a rischio anche agendo sulla leva della Medicina d’iniziativa.


Medici di famiglia, addio alle visite a orari e giorni fissi, armati solo della conoscenza della storia clinica del paziente e dello sfigmomanometro per misurare la pressione. I nuovi dottori, assunti in convenzione con le Asl, lavoreranno infatti anche dentro le Case di comunità e avranno un doppio obbligo: esercitare in studi associati (le cosiddette aggregazioni funzionali territoriali o Aft), di cui almeno uno sempre aperto in un arco di 12 ore, ma anche lavorare su orari fissati dall’Asl di riferimento, nelle nascenti Case di comunità. A definire i contorni di questo nuovo assetto della Medicina di famiglia sono le linee di indirizzo approvate nei giorni scorsi dalla Conferenza delle Regioni.


GUARDIA MEDICA
Nelle linee guida nazionali la Continuità assistenziale notturna e festiva diventa anche diurna e feriale, prevedendo la presenza programmata anche nelle Case di comunità, negli ambulatori e nei distretti, ma in Campania la composizione dei presidi resta tuttavia, almeno per ora, inalterata. La parola chiave è dunque collaborazione tra i professionisti e coordinamento con i servizi. «Se le Case della comunità diventano il luogo di riferimento dell’assistenza territoriale, riconoscibili e facilmente accessibili e collegate in rete con ospedali di comunità, consultori, ambulatori, farmacie e centrali operative e servizi sociali – aggiunge Pina Tommasielli, studio a Soccavo, presente col sindacato ai tavoli regionali – l’Aft è il collegamento diretto con l’utenza nell’ambito della prossimità delle cure di pazienti sempre più alle prese con patologie croniche, fragilità e bisogni sociosanitari complessi». In Campania gli hub sono dunque le 170 Case di comunità che la Regione deve aprire su tutto il territorio con la presenza di strumentazioni diagnostiche e specialisti. Gli spoke le sedi delle Aft per ognuna delle quali è prevista una sede unica aperta dalle 8 alle 20 con collaboratori di studio e infermieri mentre gli studi singoli o associati restano dove sono. I medici di medicina generale che accetteranno di andare nelle zone rurali, oggi spesso sguarnite, avranno inoltre un incentivo di mille euro al mese e le spese per l’ambulatorio a carico del Comune.

HUB E SPOKE
I medici saranno presenti h24, 7 giorni su 7, nelle Case di comunità hub, e dodici ore al giorno, 6 giorni su 7 nelle strutture spoke che, nei vari accordi regionali sottoscritti (Marche, Toscana, Provincia autonoma di Trento e Bolzano e altri) e in fase di sottoscrizione (in Campania), sono appunto rappresentate dagli studi associati delle Aft. Le attività orarie includono visite ambulatoriali per bisogni non differibili, la gestione della cronicità e della fragilità in équipe, interventi di Sanità pubblica e promozione della Salute, la dotazione di strumentazioni di primo livello diagnostico (fornite dalla Casa di comunità), il rilascio di certificazioni, le prescrizioni e proposte di ricovero, il supporto all’assistenza domiciliare e segnalazione ai servizi territoriali, oltre che l’assistenza a turisti, studenti fuori sede, cittadini non residenti. L’organizzazione dei turni sarà di competenza dell’Azienda sanitaria locale in collaborazione con i referenti delle Aft. Previsto anche l’apporto di personale di studio e altro personale sanitario (infermieri, fisioterapisti, tecnici). «Queste linee guida – avverte Luigi Sparano, segretario provinciale di Napoli della Fimmg, il maggior sindacato di categoria – si inseriscono nel solco della valorizzazione del modello dell’assistenza territoriale con l’obiettivo di renderla più accessibile, vicina ai pazienti, articolata dalle 8 alle 20 e orientata alla prossimità. Anche nell’accordo integrativo regionale, che in Campania è alle battute finali, questo modello prevede un impegno crescente dei medici nelle Case della comunità hub e spoke, in coordinamento con le 181 Aft presenti in maniera capillare nelle 7 Asl della Campania e riguardano tutti i 3150 medici di famiglia attivi in Campania. L’accordo regionale prevederà un ulteriore potenziamento delle sedi con presenza di personale di studio, infermieri, tecnici e altro personale sociosanitario per tutti i medici. Bisognerà garantire l’assistenza diurna almeno in uno studio associato dalle 8 alle 20. Ciò consentirà di stabilizzare 3mila infermieri e collaboratori in tutta la Regione nei prossimi 5 anni e l’ingresso in professione di oltre 700 nuovi medici di medicina generale attualmente in formazione o precari».

IN CAMPANIA
L’adesione alle Aft è obbligatoria per tutti: in Campania ce ne saranno 182 (25 circa per ogni Asl), ognuna con personale di studio e sede di riferimento. Qui, nelle more delle attivazioni delle Case di comunità, i medici svolgeranno il ruolo unico con sei ore settimanali per ogni medico inseriti in équipe multiprofessionali condividendo informazioni dei pazienti e piani di cura attraverso strumenti interoperabili come il Fascicolo sanitario elettronico e le piattaforme di telemedicina. L’obiettivo è superare la frammentazione tra i vari setting assistenziali, garantendo continuità, tempestività e presa in carico. Un progetto ambizioso che mira a garantire una maggiore flessibilità e una presenza più capillare sul territorio, anticipando i bisogni della popolazione, capace di interagire con la rete dell’emergenza nella gestione del quotidiano in collaborazione con infermieri e tecnici e specialisti avendo cura di ridurre gli accessi ospedalieri e di mantenere l’autonomia delle persone, soprattutto in contesti rurali o svantaggiati senza trascurare l’impegno in prevenzione e educazione sanitaria, campagne vaccinali, promozione di stili di vita sani su gruppi a rischio anche agendo sulla leva della Medicina d’iniziativa.

Intanto arriva il modello “Unico e multiplo’ ossia il ruolo del medico di famiglia all’83simo congresso Fimmg. Oltre 800 congressisti a confronto fino a sabato
“Unico e multiplo: il ruolo della Medicina di famiglia come faro della salute nel mare della complessità dell’assistenza territoriale”. Ha preso il via l’83esimo Congresso Nazionale Fimmg-Metis, in programma da oggi fino all’11 ottobre al Centro Congressi del VOI-Tanka, Villasimìus-Cagliari.
Accanto ai tradizionali appuntamenti, tra tavole rotonde dedicate agli aspetti principali della professione e workshop di approfondimento scientifico, il congresso ha l’obiettivo di rendere visibile, in modo pratico e strutturato, l’enorme lavoro quotidiano dei medici di medicina generale. Ma non solo: a disposizione degli oltre 800 congressisti ci sono anche laboratori pratici per interagire in maniera diretta e sotto la guida di tutor con strumenti di diagnostica di primo livello per acquisire competenze specifiche. Ci saranno anche esperti a disposizione per rispondere a quesiti specifici sulla professione.
Diverse le tavole rotonde. Nel giorno di apertura, il primo appuntamento è con ‘La medicina generale del nostro futuro. I medici del millennio presentano la loro proposta per i prossimi 30 anni di professione’. Sono i vicesegretari Noemi Lopes e Alessandro Dabbene a immaginare l’evoluzione della professione nei prossimi anni. Martedì i vicesegretari Fiorenzo Corti e Alessandro Dabbene illustreranno le Aggregazioni funzionali territoriali nel dibattito ‘Aft e ruolo unico… Ready for action’.  Mercoledì è il giorno della relazione del segretario della Fimmg Silvestro Scotti e degli interventi del presidente Fnomceo, Filippo Anelli, del presidente Enpam, Alberto Oliveti, e del presidente Aifa, Roberto Nisticò. Tra le tavole rotonde ci sono quelle sulle ‘Nuove politiche del farmaco’, con il responsabile scientifico Fimmg Walter Marrocco e quella sull’evoluzione dell’Accordo collettivo nazionale con Noemi Lopes e Carlo Curatola. Giovedì è il turno dell’immediato futuro della professione tra Fascicolo sanitario elettronico e intelligenza artificiale. Ne discutono il vicesegretario Nicola Calabrese e il responsabile nazionale Centro Studi Fimmg e ITC, Paolo Misericordia. Venerdì al centro del dibattito ci sono la lotta all’antibiotico resistenza, con Walter Marrocco, e Alessandra Taraschi, e la sfida della prevenzione vaccinale con Tommaso Maio, responsabile area vaccini di Fimmg.
Sabato le conclusioni con ‘Il futuro della medicina generale: evoluzione del percorso formativo e integrazione del medico in formazione nel ruolo unico’. Ne discutono Francesca Brandi Seidita, segretaria nazionale settore Formazione, e il vicesegretario Fimmg Pier Luigi Bartoletti.

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