Via libera del Mef ma c’è lo stop del ministero della Salute
Il Mef dice si ma il ministero della Salute pone il veto sui posti letto (insufficienti) nelle Rsa per anziani (la performance dell’offerta per mille abitanti è ancora largamente inferiore a quella attesa) e sugli screening oncologici i cui valori di riferimento, pur in ripresa dopo il Covid, non raggiungono la sufficienza né per il colon retto, né per la cervice uterina e soprattutto per il tumore al seno.
Sono queste le premesse del nulla di fatto per la Campania al tavolo interministeriale di verifica per la fuoriuscita dal Piano di rientro dal debito sebbene la Regione viaggi in pareggio di bilancio sin dal 2013 e nel 2023 sia risultata adempiente alla griglia Lea del Nuovo sistema di garanzia recuperando le lacune registrate durante il limbo del Covid, in cui è stato sospeso tutto, soprattutto nell’area della prevenzione. All’ok del Ministero dell’Economia, che ha riconosciuto i progressi compiuti sul piano dei conti, ha fatto seguito dunque il no vincolante del Ministero della Salute che ha eccepito sul mancato raggiungimento di due parametri: quello sulle Rsa e quello sugli screening oncologici. La posizione ufficiale della Regione pensa a un ricorso al Tar.
De Luca ha definito “incomprensibile” la mancata approvazione dell’uscita della Campania dal piano di rientro sanitario alla luce dei dati presentati oltre che “inaccettabile e pretestuosa” la posizione del Governo. “Sono deluso ma me lo aspettavo, è un ricatto politico, al limite della provocazione: una discriminazione, con pretesti vergognosi, alla quale ci opporremo in sede civile e penale, nei confronti anche di una ipotesi di concussione da parte dei dirigenti ministeriali». A margine della inaugurazione del sistema robotizzato per la gestione dei farmaci dell’Azienda ospedaliera «San Giuseppe Moscati» di Avellino, De Luca annuncia l’immediato ricorso al Tar del Lazio «per tutelare la Campania e i suoi cittadini» e ricorda che «la Campania, insieme a Veneto e Lombardia, sono le uniche regioni italiane in equilibrio di bilancio da dieci anni a questa parte».
Accuse che il ministero della Salute respinge al mittente: “Gli indicatori continuano ad essere non rispettati”. In particolare, viene spiegato dal dicastero di Schillaci, se da un lato “è stato rilevato il raggiungimento di alcuni obiettivi legati alla rete delle cure palliative, alla rete dei punti nascita e a quella senologica”, dall’altro una verifica svolta lo scorso 10 luglio ha pure evidenziato “il mancato raggiungimento delle soglie minime per screening mammografico e colon-retto così come un ritardo grave nella copertura della rete residenziale anziani, che mantiene la Campania ultima in Italia su questo indicatore”. “Prosegue l’affiancamento per l’uscita della Campania dal piano di rientro ma permangono – dice il ministero della Salute – indicatori non rispettati. Qualsiasi narrazione di delinquenza politica – rileva il ministero – risulta priva di fondamento, e appare lesiva del lavoro tecnico congiunto portato avanti da Regione, Mef e ministero della Salute». Il ministero della Salute, si legge, «in linea con i dati oggettivi, ha espresso la disponibilità a rimodulare l’obiettivo legato alla rete residenziale e la disponibilità a una dilazione dei tempi del programma operativo, senza mettere in discussione la validità dei miglioramenti avviati».
Il percorso di uscita dal Piano di Rientro sanitario della Regione Campania, spiega il ministero della Salute, “è in corso e viene affrontato secondo criteri tecnici e documentati, in coerenza con i precedenti nazionali (Liguria e Piemonte) e con la normativa vigente, che ad oggi non prevede un iter formalizzato per la conclusione del Piano, ma richiede il rispetto di condizioni economiche e sanitarie». Nel corso del tavolo di verifica ministero della Salute-Mef che si è tenuto il 4 agosto “è emerso che la Regione Campania ha conseguito e mantenuto l’equilibrio di bilancio, tuttavia, l’uscita dal Piano di Rientro richiede anche la piena garanzia dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea)”. A fronte della richiesta della Regione Campania, del febbraio 2024, di uscire dal piano di rientro, nella riunione del tavolo di verifica del 9 aprile 2024, rileva il dicastero, «era stato chiesto alla Regione un Piano operativo per il superamento di specifici obiettivi. A seguito della verifica intermedia del 10 luglio 2025, è stato rilevato il raggiungimento di alcuni obiettivi legati alla rete delle cure palliative, alla rete dei punti nascita e a quella senologica ma il mancato raggiungimento delle soglie minime per screening mammografico e colon-retto così come un ritardo grave nella copertura della rete residenziale anziani, che mantiene la Campania ultima in Italia su questo indicatore». Il ministero della Salute, «in linea con i dati oggettivi, ha espresso la disponibilità a rimodulare l’obiettivo legato alla rete residenziale e la disponibilità a una dilazione dei tempi del programma operativo, senza mettere in discussione la validità dei miglioramenti avviati».
Nella sua battaglia per uscire dal piano di rientro, De Luca trova questa volta il sostegno anche di Forza Italia (lo stesso inedito asse si è avuto ieri anche per la nomina del nuovo sovrintendente del San Carlo): “Il Ministero della Salute riveda la sua valutazione – ha detto Fulvio Martusciello, europarlamentare e segretario regionale di Forza Italia – la Campania deve uscire dal piano di rientro e tornare a un regime ordinario. Non comprendiamo la decisione. Ma su un tema cruciale come quello della sanità, lo dico chiaramente: la Campania non accetta disparità di trattamento”.
Dal canto suo, il ministero della Salute fa sapere che “continuerà ad accompagnare la regione Campania nel percorso verso la piena uscita dal piano di rientro, con spirito costruttivo, basandosi esclusivamente su indicatori misurabili, rispetto istituzionale e tutela concreta della salute dei cittadini campani”.





