Cancro del colon retto: prevenire è possibile. È da questo principio che nasce il lavoro quotidiano della Dottoressa Valeria D’Ovidio, dirigente medico e coordinatore della UOSD di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma.
Specialista in endoscopia diagnostica e interventistica – con esperienza consolidata in EGDS, colonscopie e CPRE – la Dottoressa D’Ovidio conta oltre 50 pubblicazioni scientifiche internazionali ed è membro attivo della SIED, oltre ad aver collaborato con la SIGE. Un profilo di spicco nel panorama nazionale, impegnato da anni nella prevenzione e nella promozione della cultura dello screening.
Il suo Ospedale sarà anche sede, il 14 marzo 2026, dell’evento “CANCRO del COLON-RETTO: dallo SCREENING alla SPERIMENTAZIONE SCIENTIFICA… WHAT’S NEXT?”, un’occasione per unire divulgazione, formazione e confronto scientifico sulle più recenti innovazioni nel settore.
Come nasce l’evento dedicato al cancro del colon retto
“L’idea — spiega la Dottoressa D’Ovidio — prende spunto dal mese della prevenzione, ma nasce prima. La nostra ASL Roma 2, e in particolare il Sant’Eugenio, è stata tra i primi centri a partecipare alla campagna regionale di screening per il cancro del colon retto, avviata nel 2000. Questa tradizione ci è stata trasmessa con forza dai nostri predecessori, soprattutto dal Dottor Bazuro, che ha investito professionalità e risorse affinché lo screening diventasse un pilastro del nostro lavoro”.
Il convegno avrà un duplice obiettivo:
- sensibilizzare la popolazione, grazie a un desk dedicato alla distribuzione dei kit per la ricerca del sangue occulto;
- creare un confronto scientifico di alto livello su temi emergenti: terapie target, biopsie liquide, intelligenza artificiale nella diagnosi, oncologia geriatrica, ruolo del microbiota, endoscopia terapeutica e chirurgia mini-invasiva.
Diagnosi precoce del cancro del colon retto: strumenti e opportunità
La prevenzione del cancro del colon retto si basa sulla diagnosi precoce. “È uno dei pochi tumori che può essere prevenuto — ricorda la Dottoressa D’Ovidio —. La ricerca del sangue occulto nelle feci permette di individuare soggetti a rischio da avviare alla colonscopia, esame che è allo stesso tempo diagnostico e terapeutico”.
La colonscopia, infatti, consente non solo di vedere eventuali lesioni, ma anche di rimuoverle sul momento, bloccando la progressione verso la malattia.
Segnali d’allarme da non ignorare
La Dottoressa D’Ovidio sottolinea tre sintomi che richiedono una valutazione gastroenterologica tempestiva:
- presenza di sangue nelle feci
- variazioni improvvise dell’alvo (diarrea o stipsi non spiegate),
- calo ponderale inspiegato.
Spesso questi segnali vengono sottovalutati o attribuiti ad altri disturbi più comuni, con il rischio di rimandare controlli importanti.
Colonscopia oggi: più sicura, più confortevole, meno temuta
Negli ultimi anni la tecnologia ha reso la colonscopia molto più tollerata: strumenti più flessibili, l’uso di gas più delicati per l’insufflazione, l’irrigazione ad acqua e la sedazione moderata hanno migliorato nettamente l’esperienza del paziente. “Molti arrivano spaventati — racconta D’Ovidio —, ma dopo l’esame ci dicono di essere sollevati e sorpresi dalla semplicità della procedura. Il timore è più un pregiudizio che una realtà”.
Polipectomia: un gesto semplice che può salvare la vita
La rimozione dei polipi intestinali è il cardine della prevenzione del cancro del colon retto. “I polipi — spiega la Dottoressa — sono lesioni precancerose che, se lasciate crescere, possono trasformarsi in tumori. Con una semplice polipectomia, eseguita durante la colonscopia in modo indolore, è possibile eliminarli e prevenire la malattia”.





