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CAR‑T, il futuro è già qui. Gli approfondimenti scientifici promossi da AIL

Sull’onda del successo delle “Stelle di Natale” ripercorriamo i contenuti di una lezione sulle terapie avanzate in onco-ematologia promossa dall’Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma. La prima puntata riprende la prolusione di Alessandro Maria Vannucchi, Università di Firenze



AIL, Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, ha da poco concluso la campagna nazionale “Le Stelle di Natale dell’AIL”, si tratta di una iniziativa molto sentita, che da oltre trent’anni sostiene la ricerca e l’assistenza ai pazienti ematologici. Anche in questi giorni di festa i volontari dell’Associazione continuano a garantire presenza e supporto, rispondendo alle richieste dei malati e dei loro familiari che provengono da ogni parte d’Italia e anche da fuori. Tutti i canali di contatto sono consultabili sul sito www.ail.it e sempre raggiungibili. Accanto a questo supporto socio-assistenziale , la presidenza AIL porta avanti un imponente calendario di appuntamenti a carattere educativo e divulgativo, sempre di alto profilo. Nei giorni immediatamente precedenti alla campagna delle Stelle di Natale si sono svolti due eventi decisamente significativi: il convegno nazionale “Curare è prendersi cura. Alimentazione, benessere e stili di vita”, organizzato a Roma, e la campagna informativa “CAR‑T, il futuro è già qui”, tenutasi a Firenze. In quest’ultima occasione AIL ha riunito attorno al tavolo, nell’aula magna del dipartimento universitario di Careggi, dieci relatrici e relatori di notevole spessore, Mondosanità rende ora disponibili i contenuti con una serie di uscite in sequenza, secondo la formula della pubblicazione a puntate. La prima puntata riprende la prolusione di Alessandro Maria Vannucchi, Professore di Ematologia, Direttore della SOD Ematologia e del Dipartimento di Oncologia dell’AOU Careggi, Università degli Studi di Firenze, e Presidente della SIES – Società Italiana di Ematologia Sperimentale.

Terapie CAR‑T: le nuove frontiere della ricerca clinica

Sei anni fa veniva somministrata per la prima volta in Italia una terapia CAR‑T, uno dei più importanti traguardi nella ricerca sul cancro. Ma cosa sono esattamente le CAR‑T e per quali patologie onco‑ematologiche sono indicate? Il professor Vannucchi spiega che il termine CAR‑T indica una immunoterapia che utilizza i linfociti T, una sottopopolazione di globuli bianchi deputata alla difesa dell’organismo da infezioni e tumori. Nei pazienti con malattie del sangue, tuttavia, questi linfociti non sono in grado di svolgere adeguatamente la loro funzione. Per questo i campioni biologici vengono prelevati dal torrente circolatorio delle persone da trattare, almeno un mese prima dell’infusione, tramite linfocitoaferesi, e successivamente ingegnerizzati in laboratorio. La procedura consiste nell’introdurre nel DNA dei linfociti T così raccolti un gene modificato che permette loro di esprimere un recettore chimerico, il Chimeric Antigen Receptor (CAR), capace di riconoscere un bersaglio specifico sulla superficie delle cellule tumorali.

Una volta reinfusi, i linfociti T ingegnerizzati si espandono e riconoscono molecole come il CD19 nei linfomi e nelle leucemie o il BCMA nel mieloma multiplo, eliminando selettivamente le cellule malate attraverso l’attivazione della risposta immunitaria. Le CAR‑T rientrano nella categoria delle terapie avanzate: sono mirate, specifiche per un recettore e altamente personalizzate. In Italia, le terapie CAR‑T attualmente rimborsate vengono utilizzate per alcune specifiche tipologie, come la leucemia linfoblastica acuta, per linfomi aggressivi quali il linfoma a grandi cellule B, il linfoma mantellare e il linfoma follicolare, e più recentemente per il mieloma multiplo. Le indicazioni variano sulla base di vari parametri: lo stadio della malattia, le linee di trattamento precedenti, l’età e altri requisiti delle persone candidate al trattamento. «Le CAR‑T stanno rapidamente rivoluzionando la storia clinica di alcune patologie onco‑ematologiche» osserva Vannucchi, sottolineando come queste terapie abbiano modificato la prognosi di malattie per le quali non esistevano alternative concrete.

La ricerca in questo ambito è estremamente attiva e il centro diretto dal professor Vannucchi è tra quelli maggiormente impegnati a livello nazionale. «L’attività di ricerca sulle CAR‑T è fervida nel mondo e anche il nostro Centro è fortemente impegnato nella sperimentazione clinica con studi di fase I, II e III» spiega. Gli studi includono molecole innovative, cellule modificate CAR‑T, inibitori specifici e anticorpi monoclonali contro antigeni tumorali. Attualmente sono oltre 90 gli studi clinici attivi, che coinvolgono sia pazienti afferenti al Centro o inviati dall’area vasta della Toscana, sia pazienti provenienti da altre Regioni italiane. Il Centro dispone di un’Unità di studi clinici dedicata, composta da personale medico, in particolare ematologi specialisti e medici specializzandi, uno study coordinator, data manager e infermieri di ricerca: in totale una ventina di professionisti interamente dedicati. L’Unità è accreditata con certificazione ISO 9002.

Molti studi di fase II e III che hanno coinvolto il Centro diretto dal professor Vannucchi hanno contribuito all’approvazione di nuovi farmaci e alla produzione di un’importante mole di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Un impegno che conferma il ruolo centrale della ricerca italiana nello sviluppo delle immunoterapie del futuro e che AIL, con questa serie di approfondimenti che pubblichiamo su Mondosanità, valorizza e rende accessibile a un pubblico sempre più ampio. Le CAR-T rappresentano la grande rivoluzione che sta cambiando gli scenari terapeutici nella lotta contro i tumori del sangue, e non solo. Il bilancio di 12 anni di studi è eccezionale e la ricerca va sempre più veloce: in Italia sono cinque le CAR-T approvate, e con indicazioni in aumento nell’adulto e nel bambino. In Italia fino ad oggi sono stati trattati tra i 1.500 e i 1.800 pazienti: molti, considerando che la prima somministrazione risale al 2019 e che per un lungo periodo solo un Centro (presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) era stato autorizzato ad effettuare questi trattamenti. Attualmente si contano 44 centri abilitati sul territorio nazionale. Sta maturando dunque l’esperienza nell’impiego delle CAR-T, con evidenze e dati clinici incoraggianti, che arrivano di pari passo con l’allargamento delle indicazioni.

La seconda puntata di questo ciclo, che sarà pubblicata domani su queste colonne, sarà dedicata al contributo di Francesco Annunziato, ordinario di patologia generale, Direttore Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica, Direttore SODc Diagnostica citofluorimetrica e Immunologica, AOU Careggi, Firenze. Dunque il viaggio sulle terapie avanzate, punta di diamante della ricerca in onco-ematologia, va avanti (1.continua).

Leggi anche Curare è prendersi cura. Alimentazione, benessere e stili di vita

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