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Contratto, la dirigenza medica chiede di accelerare: Aran subito il tavolo sindacale dopo l’Atto di indirizzo

Contratto comparto Sanità: dopo la fumata bianca all’Aran sul rinnovo del contratto 2022-2024 – che stabilisce un aumento di 172 euro al mese per tredici mensilità per circa 580 mila lavoratori del Ssn tra infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico (una posta che vale complessivamente 1,784 miliardi di euro) ossia il 6,8% in più rispetto alle retribuzioni attuali e arretrati medi di 1.200 euro con la firma alla preintesa di Fials, Cisl e Nursind a cui si è aggiunto il Nursing Up con Cgil e Uil che invece hanno ribadito il loro no – si fa sentire forte la voce della dirigenza medica.
“Abbiamo dovuto attendere la firma del contratto del comparto per sollevare il tema del rinnovo del contratto della dirigenza medica e sanitaria. Ora servono i fatti e non possiamo più svolgere il ruolo di ruota di scorta del sistema”. Così Pierino di Silverio Segretario nazionale dell’Anaao Assomed, il più numeroso sindacato della dirigenza medica e sanitaria che reclama l’immediata emanazione dell’atto di indirizzo, per procedere all’apertura delle trattative contrattuali. “Queste procedure – avverte Di Silverio – svelano una realtà spiacevole: noi medici e dirigenti sanitari siamo semplicemente tra i tanti fruitori e attori paganti della pubblica amministrazione senza peculiarità riconosciute benché esistenti, senza distinguo legislativi che sostengano le legittime diversità delle nostre categorie, senza menzioni e senza attenzioni”.
La roadmap che propone l’Anaao Assomed si articoli in quattro mosse: l’Immediata emanazione dell’Atto di indirizzo per il contratto 2022-2024, la firma del contratto 2022-2024 per correggere le inesattezze dell’attuale contratto che determinano difficoltà applicative, l’apertura immediata del triennio successivo 2025-2027 e infine interventi su carriere, concorsi e governance delle aziende da prevedere nel decreto professioni sanitarie in discussione in Parlamento. L’obiettivo è prevedere nella prossima legge di bilancio un incremento di risorse per i professionisti anche se poi “per migliorare le sorti della nostra professione non sia sufficiente il contratto ma che debbano essere promulgate leggi a misura di medico e dirigente sanitario”. Ovvero contratti differenziati per i medici di area critica a partire dalle borse delle scuole di specializzazione.
La preintesa sul contratto del Comparto viene aspramente criticata dai rappresentanti degli Oss e da tutte le figure di supporto che si sentono traditi dal mancato scioglimento dei nodi strutturali della categoria. Gli OSS da questo contratto prenderanno 38,14 euro di aumento contrattuale senza altre guarentigie.

Anche la Cimo (a cui aderiscono le sigle Anpo, Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed) per voce del presidente nazionale Guido Quici chiede il rapido avvio delle trattative per il contratto dei medici minacciando di proclamare lo stato di agitazione durante un periodo già critico come quello estivo. Spetta alle Regioni emanare subito l’atto di indirizzo necessario ad avviare le trattative” avverte Quici che chiede il semaforo verde al tavolo in Aran per il triennio 2025-2027. “Ricordiamo – aggiunge Quici – che parliamo del Ccnl 2022-2024, quindi ampiamente scaduto e i cui aumenti sono stati assorbiti per buona parte dall’indennità di vacanza contrattuale e dagli aumenti delle aliquote Irpef regionali. Per evitare ulteriori fughe verso il privato che già mettono oggi a rischio la tenuta della sanità pubblica – aggiunge Quici – occorre chiudere rapidamente le trattative per la parte economica del Ccnl 2022-2024 e aprire subito dopo il tavolo per il contratto 2025-2027, per il quale il Governo ha già stanziato le risorse”. “È questa l’unica strada per frenare la fuga di personale dagli ospedali e spingere i giovani a lavorare nel Servizio sanitario nazionale” conclude il dirigente che ricorda anche l’esclusione del personale sanitario dai benefici attribuiti al personale della Pubblica amministrazione nel Decreto PA. “Ricordiamo al Ministro Zangrillo che, nostro malgrado, anche i medici fanno parte della Pubblica Amministrazione. Se non possono nemmeno usufruire degli stessi vantaggi riconosciuti alle altre categorie, accolga la richiesta che avanziamo da anni e faccia uscire i sanitari dalla funzione pubblica per firmare il contratto direttamente con il Ministero della Salute e le Regioni” conclude Quici.
A segnalare una sofferenza diffusa arriva anche la nota di Guido Argalia leader del sindacato nazionale radiologi che ricorda la grave sofferenza delle unità operative dove il personale scarseggia, i servizi anche essenziali sono a rischio per il periodo estivo e dove i turni e i carichi di lavoro spingono molti giovani a non concorrere ai bandi di reclutamento e ad orientarsi verso il privato. “Le Regioni non devono ritardare le trattative del nostro contratto, peraltro già scaduto. Si tratta di chiudere rapidamente e con buonsenso il vecchio e riaprire presto il tavolo per il CCNL 2025-2027, per cui i fondi, pochi, sono già a bilancio”. La risposta di Antonio Naddeo, presidente dell’Aran, alle sollecitazioni dei sindacati della dirigenza medica, in articoli di stampa rimanda all’entrata in vigore del contratto del comparto in autunno, al 2026 per lavorare subito su quello 2025-2027 e all’atto d’indirizzo propedeutico alla convocazione del tavolo dei sindacati medici rassicurando dunque sull’intenzione di procedere al più presto con la trattativa per il rinnovo del contratto della Dirigenza medica e sanitaria.

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