Ogni anno, dopo i pranzi e le cene di Natale e Capodanno, le famiglie sono alle prese con quantità di pietanze avanzate. Ecco un promemoria dell’Istituto Superiore di Sanità per conservare correttamente il surplus
I pranzi delle feste, in Italia, sono un rito collettivo che unisce convivialità, tradizione e abbondanza. Dalle tavole imbandite con piatti tipici regionali ai dolci che si tramandano da generazioni, il periodo natalizio rappresenta uno dei momenti in cui il cibo diventa protagonista assoluto. È risaputo, tuttavia, che buona parte di queste pietanze resta sui piatti e viene consumata solo in parte: un surplus inevitabile che finisce in frigorifero con l’intenzione di limitare lo spreco. Negli ultimi anni, complice una crescente sensibilità verso la sostenibilità alimentare, molte famiglie hanno imparato a riciclare gli avanzi. C’è un aspetto da considerare: la sicurezza alimentare. Secondo diverse analisi condotte negli ultimi anni, una parte significativa delle tossinfezioni domestiche è legata proprio a una conservazione impropria degli alimenti cotti. Temperature inadeguate, contenitori non idonei, tempi di conservazione troppo lunghi o ripetuti cicli di riscaldamento possono favorire la proliferazione di batteri e microrganismi potenzialmente pericolosi. Un esempio pratico riguarda piatti molto diffusi durante le feste, come l’insalata russa o le creme a base di uova: preparazioni delicate che, se lasciate troppo a lungo a temperatura ambiente, possono deteriorarsi rapidamente.
Per questo motivo, ogni anno gli esperti ricordano che il “riciclo” degli avanzi è una pratica virtuosa solo se accompagnata da corrette norme igieniche. L’Istituto Superiore di Sanità, attraverso il progetto dedicato al monitoraggio della percezione della sicurezza alimentare online, ha elaborato un elenco di regole semplici ma fondamentali per proteggere la salute dei consumatori.
Dalle tavole di Natale e Capodanno nelle case degli italiani arriva un carico di avanzi di cibo e tipicità da gestire tra frigo e nuove pietanze “riciclone”. In molti casi qualche pietanza potrà essere scaldata e poi consumata nuovamente nei giorni successivi, riducendo il più possibile gli sprechi. In agguato, però, possono esservi rischi legati alla salute, avverte l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nel suggerire gli accorgimenti quotidiani da seguire per conservare al meglio gli avanzi alimentari e proteggere la nostra salute. Il prontuario è frutto del progetto SAC che, sotto la responsabilità scientifica di Antonella Maugliani, si propone di monitorare come viene percepita la sicurezza alimentare online, per migliorare la comunicazione e supportare i consumatori nelle loro scelte consapevoli, attraverso strumenti digitali dedicati.
Ecco il decalogo dell’Istituto Superiore di Sanità per gestire e consumare gli avanzi in sicurezza:
Pianificare con attenzione la spesa, calcolando gli acquisti in funzione del numero di ospiti. In questo modo si limita ciò che potrebbe avanzare, riducendo gli sprechi.
Trasferire gli avanzi in recipienti puliti e chiusi, invece di lasciarli nelle pentole in cui sono stati cucinati.
Evitare cicli multipli di riscaldamento e raffreddamento: scaldare solo la porzione che si intende consumare per ridurre il rischio di contaminazione e preservare la qualità.
Riporre gli avanzi in frigo o freezer entro poche ore dalla cottura. Gli alimenti preparati non dovrebbero rimanere fuori dal frigorifero per più di due ore.
Conservare gli avanzi cotti in frigorifero per pochi giorni, idealmente non oltre 2–3 giorni. Riporli nei ripiani alti, separati dagli alimenti crudi.
Mantenere ben refrigerate tutte le preparazioni avanzate, soprattutto quelle più deperibili come creme e salse.
Prestare particolare attenzione alle preparazioni delicate, come l’insalata russa: evitare continui spostamenti tra frigorifero e tavola.
Non conservare più preparazioni diverse nello stesso contenitore: separarle riduce il rischio di contaminazione crociata e preserva sapori e consistenze.
Per il congelamento, usare contenitori adatti al freezer e suddividere le preparazioni in piccole porzioni da consumare in un’unica volta.
Non consumare preparazioni che presentano segni di deterioramento, come muffa, odori acidi o rancidi, alterazioni di colore o consistenza.
Gli avanzi delle feste rappresentano un patrimonio gastronomico da valorizzare, ma anche una responsabilità. Con poche regole chiare e un po’ di attenzione, è possibile ridurre gli sprechi, tutelare la salute e trasformare ciò che resta dei pranzi natalizi in nuove occasioni di gusto e convivialità.





