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Denti perduti, come farli ricrescere? In Giappone ora tentano di svegliare le gemme dentali dormienti

La ricrescita dei denti perduti, miraggio o possibile alternativa futura alla implantologia? La caduta dei denti permanenti, che sia per cause traumatiche o per patologie del cavo orale, è un problema che affligge milioni di persone in tutto il mondo. In odontoiatria oggi si prospettano, tramite implantologia, soluzioni ottimali per colmare i vuoti. La rigenerazione di parti anatomiche mancanti a causa di avulsioni appare invece tuttora come pura fantascienza, la ricrescita spontanea dei denti perduti nella vita adulta è un sogno, improponibile nella routine odontoiatrica. Eppure, una ricerca giapponese sembra rimettere in discussione vecchie leggende e preparare la strada a un futuro in cui i denti permanenti devitalizzati e andati perduti possano come tornare in vita, resuscitare e andare a rimpiazzare gli spazi rimasti vuoti nelle arcate. Vediamo i dettagli della ricerca, le implicazioni e i pareri (prudenti) degli esperti.

La ricerca sulla rigenerazione degli elementi dentali mancanti è una notizia che proviene dal Giappone. Un team guidato da Katsu Takahashi, responsabile della chirurgia orale presso il Medical Research Institute Kitano Hospital di Osaka, ha ipotizzato che gli esseri umani possiedano un corredo di gemme dentali dormienti, e sostiene di essere in grado di individuare e risvegliare specifiche cellule staminali in grado di mettersi al lavoro una volta stimolate. Questa osservazione è stata rilanciata dall’Agenzia France-Presse, che ha riferito di test effettuati su modelli animali.

La chiave di questa ricerca risiede nel gene Usag-1. Takahashi punta a risvegliare le gemme dentali dormienti e innescare la crescita di nuovi denti permanenti. Se dovesse funzionare, sarebbe una svolta in odontoiatria. Ma come funziona questo meccanismo? Partiamo dal presupposto che le istruzioni per modellare i denti siano scritte, come tutto il resto, nel nostro Dna, regolate da un complesso meccanismo a orologeria, con interruttori che si accendono e si spengono, a seconda dei casi. Quando il gene USAG-1 si spegne c’è un altro interruttore chiamato BMP che si accende e promuove la produzione di dentina. Alcuni anticorpi fermano USAG-1, un altro interruttore denominato LRP5/6 entra in funzione per dare una mano a BMP al fine di far crescere i denti più velocemente. Le cose, in realtà, sarebbero ancora più complesse.

Le immagini di laboratorio rilasciate dal team indicano che rudimentali abbozzi dentali possono effettivamente riformarsi grazie a una terapia che faccia leva su geni ed epigenetica. A questo punto il team di Takahashi ha avviato sperimentazioni cliniche presso il Kyoto University Hospital con volontari adulti sani che hanno perso almeno un dente. L’obiettivo principale di questa fase è certificare la sicurezza di una molecola che promuove i meccanismi replicativi detti sopra.

“La speranza è che questa terapia possa rivoluzionare il trattamento della rigenerazione dei denti,” ha detto Takahashi. Tuttavia, nonostante l’entusiasmo, la comunità scientifica rimane scettica. Chengfei Zhang, professore di endodonzia all’Università di Hong Kong, estraneo allo studio, ha obiettato: “L’affermazione che gli esseri umani possiedano gemme dentali latenti in grado di produrre una terza serie di denti è curiosa, ma anche controversa”. Zhang ha comunque ammesso che il metodo di Takahashi sembra avere un suo potenziale. Sebbene sia ancora presto per trarre conclusioni definitive, la ricerca potrebbe aprire nuove strade a cavallo tra protesica e trapiantologia. Ricordiamo infatti che la morfologia del dente, che sia molare, incisivo o canino, ha una sua complessità, perché dotato di innervazione, vascolarizzazione, legamenti. Un processo di crescita che richiede tempi lunghi e varie interazioni.

Perdere un dente permanente, nella vita adulta, è sempre un dramma, e la ricrescita dei denti sembra ancora un traguardo lontano, ma torniamo coi piedi per terra. Oggi la chirurgia maxillo facciale, l’ortodonzia, la parodontologia e l’implantologia fanno miracoli, si potrebbe dire, occorre affidarsi agli specialisti e risolvere gli inconvenienti con i mezzi attuali, che offrono risultati estetici e funzionali assolutamente validi.

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